Oggi si è aperta, in Parlamento, la discussione su un eventuale amnistia; si ricorderanno di liberare anche il nostro albero?
martedì 27 dicembre 2005
LIBERATE L'ALBERO
Oggi si è aperta, in Parlamento, la discussione su un eventuale amnistia; si ricorderanno di liberare anche il nostro albero?
giovedì 15 dicembre 2005
La Provincia c'è, ma chi paga?
Danilo Formica
sabato 3 dicembre 2005
Altra pugnalata allo sport savonese
venerdì 25 novembre 2005
Amministrazione Comunale di Genova, DI TUTTO DI PIU'
Se vi capitasse di passeggiare nei giardini di Corso Dogali a Genova (a pochi metri dalla Facoltà di Scienze politiche) vi potreste accorgere dei nuovi servizi ai tossico dipendenti: su tutti i cestini si chiede di gettare la siringa dopo averla usata!!!
Sono rimasto a dir poco sbalordito, non tanto per lo spreco di denaro (non indifferente basti pensare quanto costi produrre adesivi a colori 30 x 50), ma per il messaggio dell’amministrazione comunale. Invece di dire: non drogarti, a Genova si dice: getta la siringa dopo averla usata; quasi fosse una cosa normale (ringraziano pure per la collaborazione). Ma in che mondo viviamo?? E poi sono posizionati in un parco, vicino a giochi per bimbi; complimenti all’Amministrazione Comunale per il messaggio che da alle nuove generazioni.
Danilo FORMICA
domenica 20 novembre 2005
Dissolution dei privilegi, forse a qualcuno da fastidio?
Strano ma vero, il giorno dopo l’approvazione della riforma costituzionale, Cei, Montezemolo ed ex democristiani si dicono contrari alla riforma; strano che i primi a lamentarsi siano proprio i poteri forti.. quelli che vogliono finanziare la Fiat con i soldi pubblici o forse quelli che non pagano l’Ici. Probabilmente vedono sfilare il potere dalle loro mani, probabilmente non vogliono che i popoli si riapproprino delle proprie libertà. Montezemolo, l’imprenditore comunista, il quale afferma che non utilizzerebbe mai un sistema del genere alla sua Ferrari, ma visto i risultati del cavallino ed i passivi della Fiat farebbe bene a farci un pensierino. La Cei che parla di 20 sanità.. mi chiedo se abbiano mai fatto un giro negli ospedali italiani, poiché già oggi esistono 20 sanità di cui alcune in pessimo stato (vedi Sicilia). L’articolo 117 della Costituzione era già stato toccato dal passato governo di centro sinistra rendendo la sanità una materia misteriosa di competenza concorrente stato regione, tanto che, non capendo chi dovesse legiferare e su che cosa, si sono ammucchiati migliaia di ricorsi alla Corte Costituzionale. Ma per quale motivo non ci si interroga del mal funzionamento della sanità siciliana? tantissimi trasferimenti dallo stato e cattivi servizi. E.. quanto spende la sanità per gli immigrati? Diamo poi alcuni numeri per capire cosa ha prodotto il “sogno” mazziniano: Il SUD conta il 35% di popolazione che assorbe il 60% dell’intera spesa sanitaria nazionale; Al SUD le pensioni di invalidità toccano quota 20% mentre al NORD l’8%, le pensioni assistenziali al SUD 26% mentre al NORD 12%; La ripartizione territoriale degli interessi sui titoli pubblici è distribuita per il 75,8% al NORD mentre al 6,5% al SUD, mentre.. attenzione.. le quote delle entrate fiscali sono: 22% SUD, 57% NORD Le Regioni del Nord versano 54 miliardi di euro in più delle Regioni del Sud i quali poi vengono ridistribuiti in queste quantità: 50 miliardi di euro al Sud, 4 miliardi di euro al Centro. Cari signori che per 60 anni avete portato avanti un Italia divisa, a 2 motori, in mano alla corruzione, alla mafia, ai potenti locali.. avete voi il coraggio di criticare l’unica forza politica capace di portare avanti un sostanziale cambiamento? Il vostro sistema dall’80 al 2003 ha prodotto un aggravarsi del debito pubblico del 553% (tutti dati consultabili tramite il sito www.welfare.gov.it). Come fate a giustificare un sistema che vede il Nord primo nelle entrate ed un Sud primo nella spesa pubblica?? Siamo sicuri che servano realmente tutti quei soldi?? Forse servirebbe una politica differente per il meridione; i soldi non devono più arrivare da Roma (almeno non tutti), bisogna incominciare a far fruttare una terra soffocata dalle lobbies locali. Infine mi rivolgo a chi dice che in Italia esistono solo due stati atutonomi: Stato del Vaticano e San Marino; si è vero, ma si dimentica tutti quei popoli uniti sotto una nazione comune ma diversi per le loro originalità, le loro lingue (e non dialetti), la loro cultura. Rinnegando le proprie origini e le proprie specificità si colpisce al cuore il nostro immenso patrimonio culturale; ed allora poi non lamentatevi dei valori persi dalla società odierna poiché sarebbe solamente pura ipocrisia. Ricordiamoci poi che esistono regioni a statuto speciale ricche di privilegi a discapito di altre, vedi la Valle d’Aosta dove la spesa pro capite al netto degli interessi è la più alta del paese, 3\4 in più della Lombardia. Cambiare è d’obbligo: basta con i privilegi, basta con gli “attentati alla Costituzione” gridati dai gruppi di interesse, diciamo stop ad una burocrazia inutilmente costosa. Solo un leghista poteva entrare nel palazzo per cambiare il palazzo. Oggi sono stati cambiati 50 articoli della nostra Costituzione, una Costituzione che non garantiva più l’unità nazionale e mai ha garantito l’eguaglianza. Ora la Camera si occuperà dello Stato federale, il Senato delle competenze locali; si avrà un parlamento più giovane e con meno deputati (quindi meno costoso); non si potranno fare più ribaltoni con il voto di sfiducia costruttivo (come vi è in Germania); la maggior parte delle tasse non andrà più a Roma ma rimarranno a disposizione delle regioni. Si avrà una base di servizi ugualmente garantiti in tema di sanità e scuola, ma ogni regione potrà utilizzare le risorse in più per migliorare i servizi offerti ai propri cittadini; in tema scolastico ogni regione, oltre il programma ministeriale, potrà integrare con storia e cultura locale cosicché alcuni signori potranno ricordarsi chi erano i celto – liguri, i liguri, la Repubblica di Genova e la Repubblica ligure.. e cosi via per tutti gli altri popoli. Così in Veneto, dove ancora i ragazzi parlano la lingua veneta, potranno leggere e comprendere quei cento km di libri scritti nella loro lingua ed insegnarla ai loro figli. Ci volevano dei pazzi per rompere il sistema, ci è riuscita la Lega con mille difficoltà, anzi tutto il centro destra. Non distruggiamo il sacrificio e la lotta di persone che da anni lavorano per realizzare questo sogno. buon federalismo Danilo FORMICA |
mercoledì 16 novembre 2005
FINALMENTE LIBERI
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domenica 13 novembre 2005
Il muro è caduto.. non a Quiliano
venerdì 4 novembre 2005
BERTOLAZZI SALVA GLI OLISTOLITI
martedì 1 novembre 2005
NUOVI PARCHEGGI AD ALLAGAMENTO
lunedì 31 ottobre 2005
C.so Colombo assaltato dai camper!
venerdì 28 ottobre 2005
AREA CAMPER ZINOLA
Oggi si sono riunite congiuntamente la seconda e la terza commissione consiliare del Comune del Savona per dibattere sull’area camper da destinarsi a Zinola. In aula si nota un grintoso ass. Caviglia voglioso di chiudere la faccenda e deciso a respingere qualsiasi obbiezione. La buona notizia è che le opposizioni più accese provengono proprio dal suo schieramento, primi fra tutti Ulivi, il quale presenta perplessità sul piano finanziario presentato e rilancia l’idea di utilizzare tale spazio per un parcheggio di autovetture. Lo seguono Delfino, Orsi e Buscaglia che propone addirittura un auto silos spostando i camperisti in un'altra area meno problematica anche dal punto di vista del traffico. Caviglia dopo due quasi due ore di dibattito spiega poi che l’area, dopo anni di uso illegale concordato tacitamente tra un privato ed un ente pubblico quale la Regione, ha concesso in affitto al Comune di Savona quelle aree ma con un vincolo preciso: da destinarsi esclusivamente ad un area attrezzata per i camper. Naturalmente l’accordo non è passato in Consiglio ma solo in Giunta; in Consiglio è passato il progetto dell’area ma non l’affitto vincolato obbligato dalla Regione. Perché il Consiglio Comunale non è stato informato? Da segnalare anche in sala alcuni residenti del complesso La Rada che non hanno perso l’occasione per dimostrare il loro totale disappunto. Ancora una volta una parte della Sinistra non ascolta i bisogni della città, dei propri elettori. Si annunciano intanto ricorsi al T.A.R. Danilo FORMICA |
lunedì 24 ottobre 2005
No area Camper a Zinola
lunedì 17 ottobre 2005
Sprecopoli savonese
venerdì 14 ottobre 2005
Esenzione Ici per Legino e Zinola
giovedì 13 ottobre 2005
martedì 11 ottobre 2005
ATTENZIONE: caduta rumenta!
Si proprio vero, Savona è invasa dalla sporcizia! Guardate lo stato in cui si presenta (ben visibile anche dai treni che la attraversano sopra) via Repusseno. Attraversandola a piedi ho trovato batterie di macchine, blocchi di mattoni, spazzatura ed addirittura un motorino senza targa, forse rubato, abbandonato proprio in mezzo alla città.. a due passi dal centro. A questa testimonianza allego alcune foto che si commentano da sole. Spero che qualcuno intervenga perchè non si può pensare sempre di rilanciare turisticamente Savona con queste vergognose presentazioni. |
lunedì 10 ottobre 2005
MAGDI ALLAM - Quei soldi pubblici agli Integralisti
Chiariamo subito: ben vengano le moschee quali luoghi di culto. Ma il problema si pone quando rischiano di trasformarsi in centri di indottrinamento all’integralismo islamico, se non veri e propri covi di arruolamento di terroristi. Ebbene, sapete da chi sarebbero controllate le moschee di Napoli e Firenze qualora fossero realizzate? Dall’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), affiliata ai Fratelli Musulmani, un movimento integralista fuorilegge nella maggior parte dei Paesi musulmani. E visto che queste moschee verrebbero finanziate con il denaro pubblico, non è il caso di domandarsi se non esistano altre priorità in cui investire per agevolare una costruttiva integrazione dei musulmani?
Il caso della moschea di Napoli si arenò in Parlamento per l’opposizione della Lega e le riserve della Casa delle libertà al finanziamento pubblico, oltre due miliardi di lire, deciso dal presidente della Regione Antonio Bassolino. L’onorevole Antonio Soda, dei Ds, denunciò la «cultura dell’intolleranza». Passò invece del tutto inosservato il fatto che un’istituzione dello Stato avesse deciso di costruire e consegnare la moschea non a una rappresentanza qualificata e possibilmente eletta dei musulmani partenopei, ancor meglio se cittadini italiani, bensì ai consoli dei Paesi arabi e ad alcuni imam stranieri auto-eletti legati all’Ucoii. Il convincimento, legato allo stereotipo del tutto visionario secondo cui l’homo islamicus non avrebbe altra aspirazione che pregare dalla mattina alla sera, sembra aver ispirato il capogruppo dei Ds a Firenze Ugo Caffaz, di fede ebraica, che ha annunciato l’iniziativa di una grande moschea destinata ai «fratelli islamici».
I consiglieri verdi Varrasi e Valentino hanno sostenuto che «la religione, la conoscenza e la bellezza estetica sono gli antidoti più potenti contro la violenza». Peccato che l’Arabia Saudita con le sue 45 mila moschee e l’Egitto con le sue 90 mila moschee si siano rivelati terreni fertili del terrorismo islamico. La verità è che, a differenza di quanto asserito ieri da Paolo Portoghesi sul Corriere, non è affatto automatico che il luogo di culto si traduca in una cultura della pace. La verità, ahimè amara, è che se anche non tutte le moschee sono integraliste o terroriste, tutti i terroristi sono diventati tali attraverso la moschea. Una verità che dovrebbe tener presente anche Paolo Brogioni, sindaco di Colle Val d’Elsa (Siena), che si appresta a costruire una moschea che rischia di finire sotto il controllo dell’Ucoii.
Ieri Osvaldo Napoli, di Forza Italia, ha invocato la richiesta di un «certificato antiterrorismo» ai gestori delle moschee. Certamente servono imam compatibili al cento per cento con le nostre leggi e con i valori della nostra società. Prima delle moschee pensiamo a formare gli imam. Prima degli imam pensiamo a integrare i musulmani. Che hanno né più né meno le stesse priorità di tutte le altre persone umane.
domenica 9 ottobre 2005
STOP Centrali a combustibile fossile! A CAIRO non sa da fare…
Nel 2004 i ministeri delle Attività Produttive e dell’Ambiente hanno pubblicato lo schema di Piano Nazionale di allocazione delle emissioni di gas a effetto serra. Si tratta di uno strumento previsto dalla direttiva 2203/87/CE, per mettere ogni paese nelle condizioni di attuare le indicazioni contenute nel Protocollo di Kyoto per fronteggiare il riscaldamento solare. Nella revisione del Piano, la distanza del nostro Paese dall’obbiettivo previsto dal Protocollo di Kyoto è del 134%!!! Dal 1990 al 2010 si prevede un aumento delle emissioni totali del 12,3%; anziché diminuire investendo in tecnologie più “pulite” e moderne, perché si vuole continuare a investire sul Co2?
E la Commissione Europea cosa ne pensa? La Commissione nel maggio 2004 auspicava un maggiore impegno degli stati membri per conseguire gli obbiettivi del 2010 ovvero un consumo di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili pari al 22%; E l’Italia? Il nostro Paese nel 2001 ha prodotto solo il 6% da fonti energetiche rinnovabili contro il 40% petrolio, 23% gas naturale, il restante combustibili fossili.
Carbone anche in Val Bormida, altri fumi? Staremo a vedere, in realtà l’Enel circa 20 anni fa era interessata ad un altro progetto per la valle: l’idroelettrico (vedi LaStampa del 25/5/1984, Con un salto d’acqua energia pulita di Ivo Pastorino). L’Enel quando entrò in possesso del Lago di Osiglia e di tutti gli altri impianti ex Falk (Millesimo, Cairo e Spigno) aveva effettuato studi ambientali sull’area e ipotizzato la possibilità reale di poter dar vita a un “salto” d’acqua capace di alimentare un impianto di buona potenza (svilupperebbe energia elettrica in grado di servire una città di 50000 abitanti). Per realizzare il salto sarebbe sufficiente costruire, nella zona in pendenza tra Osiglia e Millesimo, una condotta sotterranea forzata.
Quali sono allora i reali interessi che ci spingono ad investire ancora su centrali ormai obsolete invece di dirottare i nostri sforzi su progetti innovativi in sintonia con le direttive UE? Secondo l’ultimo rapporto del WWF tra le 30 centrali elettriche più inquinanti al mondo 4 sono costruite in Italia, ne vogliamo aggiungere ancora una a Cairo?
Penso che la ValBormida abbia subito anche troppo in questi anni e che non debba essere ancora una volta sottoposta a “torture ambientali” per questo il 22 ottobre ci sarò anch’io a Cairo Montenotte alla manifestazione nazionale contro la costruzione di nuove centrali elettriche a combustibili fossili; spero di vedere tanti cittadini che la pensino come me poiché un futuro differente per la Valle Bormida è possibile, dipende da Noi.
martedì 4 ottobre 2005
HELP: 4 centrali Enel italiane inserite tra le 30 centrali più inquinanti al mondo!
Il riscaldamento globale mette a rischio il futuro nostro e dei nostri figli. Per questo il protocollo di Kyoto obbliga gli Stati aderenti a ridurre drasticamente le emissioni inquinanti. Le grandi compagnie elettriche mondiali sono responsabili del 37% delle emissioni di anidride carbonica, il principale gas-serra. Eppure oggi nessuna di loro sta cambiando modo di pensare e di produrre energia, per far fronte alla più grande minaccia del XXI secolo e anche alla diminuzione del petrolio estraibile. Il WWF chiede alle aziende di contribuire a risolvere il problema dei mutamenti climatici comprendendo l'assoluta necessità di passare dai combustibili fossili (petrolio e carbone) alle fonti di energia rinnovabile e pulita. E' un'occasione per lo sviluppo della ricerca, l'innovazione e la competitività. Firma la petizione per un impegno responsabile delle aziende produttrici di energia elettrica: http://www.wwf.it/powerswitch/ |
domenica 2 ottobre 2005
UNA FINANZIARIA RESPONSABILE
LOTTA ALL’EVASIONE - IL GOVERNO dichiara guerra a evasione fiscale e sommerso e stanzia 170 milioni di euro in quattro anni per incrementare l’organico della Guardia di Finanza e per maggiori assunzioni da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze.
FONDO PER RISPARMIATORI VITTIME CRAC - UN fondo per i risparmiatori vittime di crac finanziari (come quello Parmalat) dai cosiddetti "depositi dormienti" presso le banche, tutti quei depositi non movimentati da 15 anni.
MENO SOLDI AI POLITICI - LO stipendio dei politici, dai parlamentari ai governatori delle regioni, subirà un taglio del 10%.
STRETTA A MINISTERI - TAGLIO del 10% nel 2006 delle dotazioni per le previsioni di spesa dei ministeri. Nel complesso lo Stato contribuisce con 6 miliardi alla manovra.
DIMEZZATE AUTO BLU,CONVEGNI, MOSTRE E CONSULENZE - TAGLIO del 50% rispetto al 2004 per le spese di consulenza, di rappresentanza (convegni, mostre pubblicità) e per le auto blu per le amministrazioni centrali dello Stato
FAMIGLIE E PENSIONATI – STANZIATI 1,4 miliardi di euro per sostenere le politiche sociali. Nel dettaglio, le misure dovranno essere valutate dal Parlamento.
STRETTA AGLI ENTI LOCALI – STRETTA alle spese correnti del 3,8% per le Regioni e del 6,7% per i Comuni nel 2006, con ulteriore riduzione nel 2007 (pari allo 0,3%) per le amministrazioni municipali.
BREVETTI - ABOLIZIONE DELLE TASSE SUI BREVETTI. TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO NEL DECRETO - UN decreto accompagnera’ la Finanziaria. Tra le misure anche quella che istituisce un fondo di garanzia per agevolare l’ accesso al credito delle aziende che conferiscono il Tfr e, contemporaneamente, un alleggerimento di alcuni contributi sociali (a partire dagli assegni familiari, per arrivare ai contributi di maternita’) per i datori di lavoro che liberano le risorse del Tfr per darle ai fondi.
SANITA’ - PER il fondo sanitario nazionale arrivano 93 miliardi: 91 per il fondo (che di fatto aumenta di solo un miliardo rispetto all’ anno precedente con una stretta rispetto al tendenziale) e 2 per tagliare le liste di attesa. Inoltre stanziati 300 milioni per gli specializzandi e 85 milioni per la ricerca.
CONTRATTO DEI MEDICI - PREVISTI 13,5 miliardi per il rinnovo del contratto dei medici, 6 miliardi per il primo biennio e 7,5 per il secondo.
LOTTA A SPECULAZIONE - STRETTA sulle speculazioni di borsa con nuove norme che modificano il regime di esenzione previsto dalla "participation exemption" (Pex). Viene, tra l’altro, aumentato da 12 a 18 mesi il periodo di possesso necessario per usufruire dell’ esenzione che potra’ essere applicata solo sul 95% dell’ ammontare della plusvalenza.
COMPRAVENDITA AUTO - ADDIO ai notai per le operazioni di compravendita di autoveicoli. Si prevede che per l’autenticazione degli atti relativi alla cessione di un veicolo non sia piu’ necessario un atto notarile.
TASSA SUL TUBO - ARRIVA la tassa sulle grandi reti infrastrutturali, ma solo a carico delle aziende di energia.
DONAZIONI PER LA RICERCA – SARA’ possibile destinare il 5 per mille dell’Irpef a sostegno del volontariato e della ricerca.
PUBBLICO IMPIEGO - FINANZIAMENTO del contratto 2006-2007 per complessivi 835 milioni. Per il primo anno la spesa è di 230 milioni e per il secondo di 335 milioni. A questi si aggiungono 100 milioni di euro nel 2006 e 170 milioni nel 2007 per il rimanente personale statale in regime di diritto pubblico, con specifica destinazione di 70 milioni nel 2006 e 105 milioni nel 2007 per il personale delle forze armate e delle forze di polizia.
COSTO DEL LAVORO - LA norma e’ gia’ stata concordata ma sara’ inserita’ nella finanziaria solo durante il dibattito in parlamento. Il governo punta a far scattare lo sconto dal 2006 e prevede un taglio "fino all’ 1%" dei versamenti per i contributi sociali da parte dei datori di lavoro.
Genova oggi...
Genova oggi: |
Cambiare Savona
IL LAVORO: E' il primo servizio da offrire ai cittadini. Il comune può creare subito molti posti di lavoro. Indicazioni operative: Sportello unico e conferenza dei servizi anche permanente per autorizzare subito chi intende aprire unità produttive indipendenti. Ampliare la zona produttiva PAIP di Legino. Offrire premi fiscali, concessioni gratuite abche di aree. Attivare immediatamente la nascita di 300 - 500 posti di residenza protetta per anziani e disabili non solo savonesi per le quali c'è fortissima richiesta nel Nord Italia. La realizzazione di Orsa2000 riteniamo possa farsi solo se il primo intervento riguarda immobili adibiti a produzione, servizi, lavoro e solo in ultimo quelli abitativi. Sarebbe utile creare nelle ex aree Italsider un incubatore per aziende ad alta tecnologia finanziabili con i fondi dell'Unione Europea. Il Comune dovrà convenzionarsi con progetti di interscambio lavoratori - piccolissime, piccole imprese per divenire lui stesso stazione di collocamento di lavoro. La ristrutturazione e destinazione del vecchio San Paolo e della Metalmetron produrranno altri posti di lavoro. IL TERRITORIO: La vivibilità compromessa dell'ambiente urbano vorrebbe escludere qualsiasi ulteriore edificazione nel centro città. Occorre pertanto alleggerire di molto gli interventi edilizi del Brandale, Orsa2000, Oltreletimbro. Ci sono spazi per edilizia pregiata, con totale salvaguardia ambientale, nella periferia collinare ed interventi per i nuclei abitativi insediati in zona agricola. La trasparenza dell'amministrazione dell'urbanistica passa attraverso la semplificazione delle procedure e del regolamento, la pubblicità delle concessioni, l'automatismo garantito dell'informatica. Solo così si sfaterà il luogo comune se esiste o no a Savona una lobby di fortunati speculatori e di tecnici "molto introdotti" ai quali le licenze edilizie arrivano sempre. IL MARE: Dal mare e sul mare Savona deve trovare il rilancio: Il porto commerciale e turistico, sede di servizi e nuove tecnologie ma anche polo culturale e di intrattenimento, sono motori produttivi di posti di lavoro se integrati strettamente con la città. Le spiagge dovranno diventare "lunghe" ed offrire servizi ed occupazione per l'intero anno. VIABILITA': Occorre sbloccare la città e con essa il commercio, i servizi, le professioni. Occorre costruire nel centro almeno 3000 posti interrati pubblici e pertinenziali. I nodi della città non si risolvono con le "rotonde poco intelligenti" ma con lavori di sottopasso (il più urgente in Corso Mazzini). Va rivisto il comparto del trasporto pubblico che non può più scaricare sui cittadini i miliardi di passivo. IL COMUNE - AZIENDA: L'apparato comunale è un dinosauro che alimenta se stesso con enormi costi, insufficienti servizi, incapace di gestire lo stesso suo patrimonio, che è dei cittadini. Va rivoluzionata l'attuale organizzazione anni '50, rigida per settori, con una struttura più flessibile per obbiettivi e progetti, leggera, orizzontale, completamente informatizzata, nella quale recuperare molte professionalità, avere il coraggio di privatizzare i servizi, mantenendo direzione e controllo. Ci sarà vera trasparenza avviando il monitoraggio pubblico dei centri di programmazione, realizzazione e dei relativi atti di spesa. COMMERCIO e ATTIVITA' PRODUTTIVE: Il Comune non può continuare a far finta che l'Europa non ci sia: deve essere parte attiva per recepire contributi U.E. per Centri Integrati di Via, operare sull'Obiettivo2 e sulle altre provvidenze per l'impresa a fianco delle aziende e dei lavoratori. La nascita dell'Ipercoop ha sbilanciato il commercio savonese: si può riequilibrare se parte delle entrate dalle tassazioni Ipercoop siano destinate ai comitati di via per incentivi commerciali. La politica del credito passa anch'essa dall'Amministrazione comunale per le partecipazioni che ha nella Ca.Ri.Sa. ed in altri Istituti bancari della Regione (Filse, Bic, ecc.). Oggi è necessario che si parli forte e chiaro agli operatori economici savonesi di garanzie e costo del denaro anche valutando di costruire fondi di garanzia comunali. SERVIZI SOCIALI: A questo si dovrebbe dire "qualunque cosa ma cambiare". Il servizio va ripensato dal vertice alla base, liberando le professionalità che ci sono, eliminando l'arroganza burocratica in un settore che vive nella solidarietà, partecipazione, volontariato. La privatizzazione di parte dei servizi porterà anche trasparenza e responsabilità per fare più e meglio! |