martedì 10 aprile 2007

Tutti alle primarie, ma non servono a niente


CENTROSINISTRA Gli elettori dell'Unione hanno scelto i loro candidati alla poltrona di sindaco a Chioggia e Aversa. Poi i partiti hanno deciso diversamente.

di Carlo Puca

Città simili, Chioggia e Aversa. Certo, la prima è a nord e l'altra a sud. Ma entrambe contano 55 mila abitanti, rinnoveranno i sindaci il 27 e 28 maggio e sono i centri più popolosi della loro provincia dopo i capoluoghi Venezia e Caserta. Soprattutto, a unire le due cittadine è un pasticciaccio brutto, una truffa consumata nel silenzio nazionale a danno della maggiore innovazione introdotta da Romano Prodi: le primarie. A Chioggia si è imposto Ruddi Varisco, ad Aversa Giuseppe Stabile. E però i partiti dell'Unione li hanno ripudiati, come se i 2.500 chioggiotti e i 10 mila aversani andati alle urne non contassero nulla.

A Chioggia il centrosinistra governa da due legislature con Fortunato Guarnieri, ma alle politiche del 2006 ha ottenuto appena il 38 per cento. Le primarie dovevano essere la cura ricostituente del popolo unionista. Il 3 dicembre 2006 il diessino Varisco ha vinto sul margherito Luigi De Perini, ma è stato ricusato a febbraio quando Forza Italia, An e Udc hanno annunciato il loro candidato: il segretario della camera di commercio Romano Tiozzo. Nel frattempo, un altro uomo forte è sceso in campo, il leghista Sandro Totaro. La nomenclatura locale dell'Unione si è spaventata e d'imperio ha cambiato cavallo.

La scelta è caduta sul consigliere regionale dei Ds Lucio Tiozzo, il cui cognome è identico a quello del candidato di centrodestra. Chioggia è infatti un caso unico in Italia. Il tasso di omonimia tra i due cognomi principali, Boscolo e Tiozzo, ha comportato l'ufficializzazione all'anagrafe dei soprannomi, anche su patenti e carte d'identità.

«Un Varisco contro un Tiozzo? Non c'è partita» diceva la Margherita chioggiotta. E così i Ds hanno indotto Varisco a farsi da parte. Ma lui, compagno all'antica, invece di prendersela con la Quercia ha obbedito.

Tutt'altra strada sta percorrendo Stabile, vincitore il 5 novembre 2006 con la sigla Pda (Progetto democratico per Aversa) sul ds Raffaele Ferrara e sul diellino Gino Fiordiliso. Subito dopo il centrosinistra ha attaccato Stabile per il suo passato da vice dell'attuale sindaco, l'azzurro Mimmo Ciaramella, che si ricandiderà per Forza Italia, An, Udc e alcune civiche. E così il 29 marzo i quadri dirigenti dell'Unione hanno annunciato il loro candidato a sindaco, il primario ospedaliero Antonello D'Amore (Margherita), scelto a tavolino come «garante dell'unità della coalizione». Ma l'unità risulta soltanto a chiacchiere. Stabile non si ritira e rilancia: «Le primarie parlano chiaro, io rappresento il centrosinistra».

Risultato: i partiti si sono spaccati. A sostenere D'Amore sono Pdci, Udeur, Prc, Sdi e una metà di Ds, Margherita e Verdi. Stabile può contare su Italia dei valori, alcuni ex sdi e l'altra parte di Margherita, Verdi e Ds. Il bello è che tutte le metà reclamano l'uso del simbolo dei rispettivi partiti, o perché legittimate dalle primarie o dalle segreterie provinciali. I tribunali decideranno. Ma Prodi cosa ne pensa? •

FONTE: Panorama