domenica 2 ottobre 2005

Cambiare Savona

Posted on 5:00 PM by DF

IL LAVORO: E' il primo servizio da offrire ai cittadini. Il comune può creare subito molti posti di lavoro. Indicazioni operative: Sportello unico e conferenza dei servizi anche permanente per autorizzare subito chi intende aprire unità produttive indipendenti. Ampliare la zona produttiva PAIP di Legino. Offrire premi fiscali, concessioni gratuite abche di aree.
Attivare immediatamente la nascita di 300 - 500 posti di residenza protetta per anziani e disabili non solo savonesi per le quali c'è fortissima richiesta nel Nord Italia. La realizzazione di Orsa2000 riteniamo possa farsi solo se il primo intervento riguarda immobili adibiti a produzione, servizi, lavoro e solo in ultimo quelli abitativi. Sarebbe utile creare nelle ex aree Italsider un incubatore per aziende ad alta tecnologia finanziabili con i fondi dell'Unione Europea.
Il Comune dovrà convenzionarsi con progetti di interscambio lavoratori - piccolissime, piccole imprese per divenire lui stesso stazione di collocamento di lavoro. La ristrutturazione e destinazione del vecchio San Paolo e della Metalmetron produrranno altri posti di lavoro.

IL TERRITORIO: La vivibilità compromessa dell'ambiente urbano vorrebbe escludere qualsiasi ulteriore edificazione nel centro città. Occorre pertanto alleggerire di molto gli interventi edilizi del Brandale, Orsa2000, Oltreletimbro.
Ci sono spazi per edilizia pregiata, con totale salvaguardia ambientale, nella periferia collinare ed interventi per i nuclei abitativi insediati in zona agricola. La trasparenza dell'amministrazione dell'urbanistica passa attraverso la semplificazione delle procedure e del regolamento, la pubblicità delle concessioni, l'automatismo garantito dell'informatica. Solo così si sfaterà il luogo comune se esiste o no a Savona una lobby di fortunati speculatori e di tecnici "molto introdotti" ai quali le licenze edilizie arrivano sempre.

IL MARE: Dal mare e sul mare Savona deve trovare il rilancio: Il porto commerciale e turistico, sede di servizi e nuove tecnologie ma anche polo culturale e di intrattenimento, sono motori produttivi di posti di lavoro se integrati strettamente con la città. Le spiagge dovranno diventare "lunghe" ed offrire servizi ed occupazione per l'intero anno.

VIABILITA': Occorre sbloccare la città e con essa il commercio, i servizi, le professioni. Occorre costruire nel centro almeno 3000 posti interrati pubblici e pertinenziali. I nodi della città non si risolvono con le "rotonde poco intelligenti" ma con lavori di sottopasso (il più urgente in Corso Mazzini). Va rivisto il comparto del trasporto pubblico che non può più scaricare sui cittadini i miliardi di passivo.

IL COMUNE - AZIENDA: L'apparato comunale è un dinosauro che alimenta se stesso con enormi costi, insufficienti servizi, incapace di gestire lo stesso suo patrimonio, che è dei cittadini. Va rivoluzionata l'attuale organizzazione anni '50, rigida per settori, con una struttura più flessibile per obbiettivi e progetti, leggera, orizzontale, completamente informatizzata, nella quale recuperare molte professionalità, avere il coraggio di privatizzare i servizi, mantenendo direzione e controllo.
Ci sarà vera trasparenza avviando il monitoraggio pubblico dei centri di programmazione, realizzazione e dei relativi atti di spesa.

COMMERCIO e ATTIVITA' PRODUTTIVE: Il Comune non può continuare a far finta che l'Europa non ci sia: deve essere parte attiva per recepire contributi U.E. per Centri Integrati di Via, operare sull'Obiettivo2 e sulle altre provvidenze per l'impresa a fianco delle aziende e dei lavoratori. La nascita dell'Ipercoop ha sbilanciato il commercio savonese: si può riequilibrare se parte delle entrate dalle tassazioni Ipercoop siano destinate ai comitati di via per incentivi commerciali.
La politica del credito passa anch'essa dall'Amministrazione comunale per le partecipazioni che ha nella Ca.Ri.Sa. ed in altri Istituti bancari della Regione (Filse, Bic, ecc.). Oggi è necessario che si parli forte e chiaro agli operatori economici savonesi di garanzie e costo del denaro anche valutando di costruire fondi di garanzia comunali.

SERVIZI SOCIALI: A questo si dovrebbe dire "qualunque cosa ma cambiare". Il servizio va ripensato dal vertice alla base, liberando le professionalità che ci sono, eliminando l'arroganza burocratica in un settore che vive nella solidarietà, partecipazione, volontariato. La privatizzazione di parte dei servizi porterà anche trasparenza e responsabilità per fare più e meglio!

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