venerdì 25 novembre 2005

Amministrazione Comunale di Genova, DI TUTTO DI PIU'

E’ bello vedere che in un periodo di recessione economica il Comune di Genova non tagli i servizi; ancora di più vedere di come si preoccupa delle fasce più deboli.. strano però che poi scendano in piazza, un giorno si uno no, per chiedere sempre più soldi al governo di Roma. Dopo i miei precedenti interventi che avevano mostrato gli sperperi e gli sprechi delle amministrazioni di centro sinistra, sento il dovere di aggiornare la situazione.

Se vi capitasse di passeggiare nei giardini di Corso Dogali a Genova (a pochi metri dalla Facoltà di Scienze politiche) vi potreste accorgere dei nuovi servizi ai tossico dipendenti: su tutti i cestini si chiede di gettare la siringa dopo averla usata!!!


Sono rimasto a dir poco sbalordito, non tanto per lo spreco di denaro (non indifferente basti pensare quanto costi produrre adesivi a colori 30 x 50), ma per il messaggio dell’amministrazione comunale. Invece di dire: non drogarti, a Genova si dice: getta la siringa dopo averla usata; quasi fosse una cosa normale (ringraziano pure per la collaborazione). Ma in che mondo viviamo?? E poi sono posizionati in un parco, vicino a giochi per bimbi; complimenti all’Amministrazione Comunale per il messaggio che da alle nuove generazioni.

Danilo FORMICA

domenica 20 novembre 2005

Dissolution dei privilegi, forse a qualcuno da fastidio?

Strano ma vero, il giorno dopo l’approvazione della riforma costituzionale, Cei, Montezemolo ed ex democristiani si dicono contrari alla riforma; strano che i primi a lamentarsi siano proprio i poteri forti.. quelli che vogliono finanziare la Fiat con i soldi pubblici o forse quelli che non pagano l’Ici. Probabilmente vedono sfilare il potere dalle loro mani, probabilmente non vogliono che i popoli si riapproprino delle proprie libertà.

Montezemolo, l’imprenditore comunista, il quale afferma che non utilizzerebbe mai un sistema del genere alla sua Ferrari, ma visto i risultati del cavallino ed i passivi della Fiat farebbe bene a farci un pensierino.

La Cei che parla di 20 sanità.. mi chiedo se abbiano mai fatto un giro negli ospedali italiani, poiché già oggi esistono 20 sanità di cui alcune in pessimo stato (vedi Sicilia). L’articolo 117 della Costituzione era già stato toccato dal passato governo di centro sinistra rendendo la sanità una materia misteriosa di competenza concorrente stato regione, tanto che, non capendo chi dovesse legiferare e su che cosa, si sono ammucchiati migliaia di ricorsi alla Corte Costituzionale.

Ma per quale motivo non ci si interroga del mal funzionamento della sanità siciliana? tantissimi trasferimenti dallo stato e cattivi servizi. E.. quanto spende la sanità per gli immigrati?

Diamo poi alcuni numeri per capire cosa ha prodotto il “sogno” mazziniano:

Il SUD conta il 35% di popolazione che assorbe il 60% dell’intera spesa sanitaria nazionale;

Al SUD le pensioni di invalidità toccano quota 20% mentre al NORD l’8%, le pensioni assistenziali al SUD 26% mentre al NORD 12%;

La ripartizione territoriale degli interessi sui titoli pubblici è distribuita per il 75,8% al NORD mentre al 6,5% al SUD, mentre.. attenzione.. le quote delle entrate fiscali sono: 22% SUD, 57% NORD

Le Regioni del Nord versano 54 miliardi di euro in più delle Regioni del Sud i quali poi vengono ridistribuiti in queste quantità: 50 miliardi di euro al Sud, 4 miliardi di euro al Centro.
Cari signori che per 60 anni avete portato avanti un Italia divisa, a 2 motori, in mano alla corruzione, alla mafia, ai potenti locali.. avete voi il coraggio di criticare l’unica forza politica capace di portare avanti un sostanziale cambiamento? Il vostro sistema dall’80 al 2003 ha prodotto un aggravarsi del debito pubblico del 553% (tutti dati consultabili tramite il sito
www.welfare.gov.it).

Come fate a giustificare un sistema che vede il Nord primo nelle entrate ed un Sud primo nella spesa pubblica?? Siamo sicuri che servano realmente tutti quei soldi?? Forse servirebbe una politica differente per il meridione; i soldi non devono più arrivare da Roma (almeno non tutti), bisogna incominciare a far fruttare una terra soffocata dalle lobbies locali.

Infine mi rivolgo a chi dice che in Italia esistono solo due stati atutonomi: Stato del Vaticano e San Marino; si è vero, ma si dimentica tutti quei popoli uniti sotto una nazione comune ma diversi per le loro originalità, le loro lingue (e non dialetti), la loro cultura. Rinnegando le proprie origini e le proprie specificità si colpisce al cuore il nostro immenso patrimonio culturale; ed allora poi non lamentatevi dei valori persi dalla società odierna poiché sarebbe solamente pura ipocrisia.

Ricordiamoci poi che esistono regioni a statuto speciale ricche di privilegi a discapito di altre, vedi la Valle d’Aosta dove la spesa pro capite al netto degli interessi è la più alta del paese, 3\4 in più della Lombardia.

Cambiare è d’obbligo: basta con i privilegi, basta con gli “attentati alla Costituzione” gridati dai gruppi di interesse, diciamo stop ad una burocrazia inutilmente costosa. Solo un leghista poteva entrare nel palazzo per cambiare il palazzo.

Oggi sono stati cambiati 50 articoli della nostra Costituzione, una Costituzione che non garantiva più l’unità nazionale e mai ha garantito l’eguaglianza. Ora la Camera si occuperà dello Stato federale, il Senato delle competenze locali; si avrà un parlamento più giovane e con meno deputati (quindi meno costoso); non si potranno fare più ribaltoni con il voto di sfiducia costruttivo (come vi è in Germania); la maggior parte delle tasse non andrà più a Roma ma rimarranno a disposizione delle regioni.

Si avrà una base di servizi ugualmente garantiti in tema di sanità e scuola, ma ogni regione potrà utilizzare le risorse in più per migliorare i servizi offerti ai propri cittadini; in tema scolastico ogni regione, oltre il programma ministeriale, potrà integrare con storia e cultura locale cosicché alcuni signori potranno ricordarsi chi erano i celto – liguri, i liguri, la Repubblica di Genova e la Repubblica ligure.. e cosi via per tutti gli altri popoli. Così in Veneto, dove ancora i ragazzi parlano la lingua veneta, potranno leggere e comprendere quei cento km di libri scritti nella loro lingua ed insegnarla ai loro figli.

Ci volevano dei pazzi per rompere il sistema, ci è riuscita la Lega con mille difficoltà, anzi tutto il centro destra. Non distruggiamo il sacrificio e la lotta di persone che da anni lavorano per realizzare questo sogno.

buon federalismo

Danilo FORMICA

mercoledì 16 novembre 2005

FINALMENTE LIBERI



Oggi i popoli italiani si riappropriano della sovranità.
Dopo avere subito l’accentramento statale all’epoca dei cesari, la conquista latina, l’unità imperiale, la conversione al cristianesimo, la cospirazione mazziniana e la costituzione repubblicana ora l’Italia ritorna ad essere
federale poiché l’unità poteva esistere solamente nella fantasia giacobina e nell’ambizione piemontese.

L’impero prima, la nazione poi aveva negato al suo popolo ogni libertà. La penisola, per sua costituzione geografica, per la diversità dei suoi popoli e delle sue lingue, tende alle libertà federali.

Naturalmente è solo un primo piccolo passo; bisogna crederci poiché, se lo si vuole, si può costruire un Italia differente dove lo Stato si limiti all’attività legislativa e lasci alle autorità locali e cittadini il compito di darne esecuzione. So che il mio è un sogno, come so che la riforma federale approvata oggi non sia proprio il vero federalismo che vorrei io ma, almeno per un giorno, lasciatemi sognare.

Oramai è tardi per ottenere il “vero federalismo” poiché lo stato italiano è unitario da troppi anni ed i popoli hanno perso le proprie lingue, la propria cultura, le proprie libertà e soprattutto le proprie originalità; oggi non può più realizzarsi un federalismo che parta dal basso, ma possiamo lavorare per avere sempre più uno stato decentrato dove gli Enti locali siano il vero motore della politica.

Oggi Cattaneo sarebbe felice, i popoli rimettono le mani sulle proprie libertà.

Danilo FORMICA

domenica 13 novembre 2005

Il muro è caduto.. non a Quiliano

Il comunismo in Italia è ancora vivo. Esistono ancora nel nostro paese singolari partiti orgogliosi di chiamarsi “comunisti” perché poi bisogna vedere chi di loro lo è veramente, Bertinotti forse? Mi sono sempre chiesto perché la nostra Costituzione vieti giustamente i partiti fascisti e non quelli comunisti, non sono forse stati entrambi i due mali del novecento? Il fascismo si è estinto, mentre il comunismo continua a produrre i suoi effetti negativi.

Recandomi in Ucraina ho potuto vedere realmente un mondo diverso dove all’epoca di Stalin non esistevano diritti, le chiese erano rase al suolo, l’autorità era imposta con l’esercito (come tuttora), all’interno dei musei c’era spazio solamente per Lenin, Stalin.. ora non è molto diverso basti pensare che girando tutta Kiev non ho trovato una libreria, non esiste iniziativa privata se non grandi catene di distribuzione in mano alla mafia; la situazione sociale è migliorata (rispetto a prima) ma la vera libertà è ancora lontana.

Tornando in Italia vi sono addirittura casi estremi dove forse non è neanche ancora arrivata la notizia della caduta del muro di Berlino, vedi Quiliano. In questo comune savonese i cittadini vanno orgogliosi del gemellaggio con la cittadina slovena di Ajdovščina avvenuto nel 1972 quando faceva ancora parte della Repubblica Socialista; nel documento di intesa tra i due comuni si può leggere del loro contributo per la pace, il rispetto delle libertà e dell’indipendenza di tutti i popoli inoltre si fa cenno della custodia dei valori democratici conquistati con grandi sacrifici di sangue e di vite umane durante la seconda guerra mondiale contro il nazifascismo.

Fin qui sembrerebbe tutto normale se non per il fatto che Ajdovščina è famosa per i suoi terribili massacri incominciando dal missionario salesiano L. Alojzij Rakar (torturato e ucciso dai comunisti di Tito a Ajdovscina il 7/7/1945) uno dei tanti scoperti e denunciati dal mensile fondato da Don Bosco nel lontano 1877 e oggi denominato "Bollettino Salesiano". Inoltre la cittadina slovena è stata una delle città scenario del massacro italiano in Istria, dove è stata rinvenuta una foiba.

Ed il Comune di Quiliano cosa ha fatto?? Gli ha dedicato la via principale.

Oggi tutto questo ha dell’incredibile ma purtroppo è realtà, per rispetto degli innocenti (ITALIANI) che sono morti in Istria per opera di TITO spero che il Comune si attivi per lo meno a cambiare il nome alla via (so che non lo farà).

Di certo Quiliano non è stata da meno in passato basti pensare a ciò che avvenne il 15 maggio 1945 “delitto della corriera” quando alcuni partigiani del posto intercettarono un pulman di circa 35 giovani appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana i quali vennero uccisi con un colpo alla testa e gettati nella scarpata del Cadibona.

E’ ora di ammettere le proprie colpe altrimenti quel valore di libertà rimarrà sempre un miraggio.

Sperando in un futuro più libero
Danilo FORMICA

venerdì 4 novembre 2005

BERTOLAZZI SALVA GLI OLISTOLITI

Da qualche giorno le gru della ditta Vernazza sono al lavoro per recuperare numerosi Olistoliti ovvero grossi massi crollati dalle falesie demolite da trasgressione marina oligocenica (inglobati nel conglomerato di molare) che si trovavano in Corso Svizzera (già sede del rilevato dell’autostrada To-Sv demolito nel 2000) a due passi dallo svincolo autostradale di Savona.

Questi massi caratteristici s
ono stati portati a conoscenza dal geologo Giancarlo Bertolazzi (in foto a sinistra) che in passato li aveva studiati: “gli olistoliti sono caratteristici del nostro territorio ed andavano salvati. I massi erano semi interrati ed abbandonati, sono stati recuperati e riposizionati grazie alla ditta Vernazza, su segnalazione dell’architetto Campagnolo e richiesta dei presidenti della commissione seconda e terza del Comune di Savona Ulivi e Cerva i quali si ringraziano. Ora ho portato a conoscenza del recupero anche l’ass. prov.le Filippi con il quale si spera di trovare una soluzione adatta per creare un piccolo “geo park” a scopo didattico e culturale”. Grazie alla collaborazione di tutti Savona oggi ha una bellezza in più, si spera che le istituzioni si adoperino per valorizzare questo patrimonio geo morfologico che rischiava di andare perduto.
Danilo FORMICA


martedì 1 novembre 2005

NUOVI PARCHEGGI AD ALLAGAMENTO

Ma non erano parcheggi a pagamento? beh si, ma l’amministrazione savonese ha voluto stupire i propri cittadini. Da qualche settimana è entrato in funzione il nuovissimo parcheggio di via Piave utilissimo per chi si deve spostare in auto nel centro cittadino e per chi abita nel quartiere di Villapiana; il Comune ha pensato proprio a tutto: due piani, nuova asfaltatura, segnaletica, 2 schermi informacittà, 2 casse automatiche.. tutto perfetto e non mancano neanche due cartelli ben visibili, all’entrata ed all’uscita del parcheggio, indicanti le zone a basso, medio ed alto rischio allagamenti. Indovinate un po’? Tutto il parcheggio di via Piave è stato costruito in una zona ad alto rischio allagamenti. Ma se l’amministrazione sapeva che quella era una zona ad alto rischio (come scrivono loro) non potevano spostare tale progetto? Ma si sa, come si legge su i due schermi informacittà, Savona è la città fuori dai luoghi comuni.

Danilo FORMICA