mercoledì 6 luglio 2011

Il Comune di Milano adotta la linea dura contro gli abusivi nei parcheggi per disabili

Dopo la vicenda della mamma di una bimba tetraplegica di Milano, l'assessore alla Polizia locale e alla coesione sociale, Marco Granelli annuncia sanzioni e rimozioni forzate. Tra le proposte anche dei sensori per riconoscere le vetture parcheggiate
MILANO - Dopo la disavventura di una mamma di una bimba tetraplegica di Milano che per ben quattro volte ha ritrovato le ruote della propria auto forate per aver chiamato i vigili quelle volte che trovava il posto auto riservato per disabili occupato, il Comune di Milano adotta misure dure contro le infrazioni. Sul quotidiano La Repubblica, le decisioni dell'assessore alla Polizia locale e alla coesione sociale, Marco Granelli che stabiliscono priorità assoluta alla rimozione forzata delle auto parcheggiate abusivamente negli spazi riservati ai disabili. L'assessore, spiega il quotidiano, conta anche di installare sensori presso le aree di sosta in grado di riconoscere quando un veicolo parcheggiato non è munito di autorizzazione. "Stiamo analizzando i diversi sistemi in commercio - ha spiegato Granelli - perché ogni parcheggio ha caratteristiche diverse e bisogna trovare meccanismi idonei per ogni situazione". Il piano di interventi verrà realizzato con la collaborazione dell'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. "Abbiamo contattato le associazioni di disabili, e di chi lavora in questo ambito - ha precisato Granelli - in particolare Franco Bomprezzi, portavoce di Ledha". Nonostante non siano stati ancora stabiliti i costi per dotare i posteggi di dispositivi elettronici, dall'assessore arrivano delle promesse che fanno ben sperare. "Con questi interventi e con una campagna di sensibilizzazione che stiamo approntando, vogliamo aiutare la città a essere più attenta a tutti - ha detto Granelli - perché è una questione di dignità. Noi stiamo facendo la nostra parte come istituzioni, chiediamo la collaborazione dei cittadini per dare un segnale di civiltà".

Come convivere (ancora per un po') con il fossile

ricevo e pubblico

Come saranno gli scenari energetici italiani dopo l'archiviazione via referendum del nucleare? Partiamo dai dati. Nel 2010 in Italia il consumo totale di energia primaria è stato di 131,8 Mtep di cui circa il 90% di origine fossile (con il 5% di importazione e il 5% di rinnovabili, principalmente idroelettrico). Nei suoi obiettivi più ambiziosi il governo italiano prevede un contributo dalle fonti rinnovabili per il 20% nel 2020 (17,1% nel riscaldamento, 26,4% produzione elettrica e 10,1% trasporti). Si può anche sospettare non il massimo di buona volontà in questo obiettivo, ma ci sono aspetti strutturali che vanno considerati e in base ai quali nel medio periodo (20 anni) anche le previsioni più ottimistiche sull’ascesa della quota rinnovabile non possono discostarsi dal 20%.
L’energia rinnovabile, per la produzione di energia elettrica, ha caratteristiche strutturali, nelle tecnologie attualmente disponibili a livello industriale, che ne limitano lo sviluppo. Vediamole.
L'energia rinnovabile da solare ed eolico non è, oggi, immagazzinabile; la domanda è molto variabile con differenze tra massimo e minimo dell’ordine del 50%; per questo si può prendere quello che si produce fino a percentuali limitate, assorbibili dal sistema: con percentuali elevate potrebbe produrre quando non c’è consumo e non essere disponibile quando c’è la domanda (ciò vale in particolare per l’eolico mentre per il fotovoltaico la produzione di energia non è immagazzinabile ma almeno è prevedibile).

Il solare e l’eolico per la produzione elettrica sono molto costosi, circa 3-4 volte il costo dell’energia da fonti tradizionali, e il fatto che il produttore tragga un utile è solo dovuto agli incentivi che non sono altro, oggi, che tasse mascherate. Per arrivare a percentuali maggiori di contributo alla produzione, gli incentivi verrebbero a gravare in modo insostenibile su privati e aziende.

L’energia idroelettrica è l’unica forma di energia rinnovabile oggi immagazzinabile (il solare a concentrazione sta maturando e potrà essere disponibile non prima di un decennio a scala industriale) e presenta un grande potenziale di miglioramento in quanto gli impianti produttivi risalgono a decenni fa: quanto è reso disponibile dalla tecnologia moderna (materiali, forme, elettronica) può incrementare notevolmente la produzione e renderla disponibile quando serve.

Per la produzione di energia termica, invece, i pannelli solari costituiscono una fonte economica consolidata, che però richiede una elevata professionalità progettuale e artigianale per dare risultati significativi.

In base a queste considerazioni si ricava che passare dal 5 al 20% di rinnovabili entro il 2020 è già un obiettivo ambizioso, che ci costringerà comunque a convivere con il fossile ancora a lungo. Come si può fare allora a ridurne gli effetti indesiderati?

Incrementare l’efficienza degli impianti produttivi: abbiamo centrali termoelettriche vecchissime, superate tecnologicamente, per circa 7000 MW (il Ministero dell’Ambiente, che parla sempre di BAT “Best available technologies” cioè migliori tecnologie disponibili, ne tollera l’esercizio su pressione dei produttori che vogliono mantenere la loro rendita ). Questi producono con un’efficienza media del 32% mentre una centrale supercritica oggi produce con il 45% e, se si adotta il ciclo combinato, si arriva al 58%, cioè quasi metà degli inquinanti e del CO2 per la stessa produzione di kWh;

Ridurre la domanda di energia a parità di benessere, con una maggiore politica di risparmio: nell’edilizia le detrazioni fiscali del 2008 hanno riguardato meno dell’1% delle unità immobiliari e hanno consentito un risparmio corrispondente alla produzione di una centrale come quella della città di Genova. Le case italiane (e soprattutto gli edifici pubblici) consumano almeno 10 volte quello che la tecnologia di oggi e semplici interventi realizzabili da un’infinità di imprese e di artigiani consentirebbero di evitare. Nell’industria il tempo di ritorno previsto per gli investimenti è molto ridotto (circa 3 anni), a causa di ciò molti investimenti di risparmio energetico non vengono effettuati; un incentivo mirato potrebbe rendere realizzabili numerosi interventi di risparmio energetico, oggi rinviati.

Impiegare materiali meno inquinanti: il gas naturale ha strutturalmente una combustione con meno prodotti inquinanti, per cui dovrebbe essere usato ovunque sia impossibile usare sistemi di abbattimento degli inquinanti (es. trasporti, consumi domestici, riscaldamento nell’edilizia). Il carbone è da scartare dal punto di vista ambientale (ha una produzione di inquinanti molto maggiore degli altri combustibili e per il CO2 arriva addirittura al doppio). A favore del carbone c’è solo l’argomento strategico di aumentare le alternative di approvvigionamento per la scarsa affidabilità dei fornitori di gas naturale all’Italia (e per la insufficiente disponibilità di impianti di gassificazione del gas liquido). Va anche considerato che il carbone è la fonte di combustibile in maggiore sviluppo al mondo (la Cina da sola produce 3 miliardi di tonnellate). Ciò che va comunque sostenuto è che le centrali a carbone - laddove si rivelino necessarie per una transizione verso forme di energia più pulita - siano collocate lontano da siti urbani o di grande valore paesistico.

da Roberto Cuneo

lunedì 14 marzo 2011

Arresti 'Ndrangheta, il contributo della PL

Per De Corato "dalla collaborazione del Comune con la Regione Lombardia, e' nata infatti una legge, in vigore da sabato, per consentire oltre alla sanzione, anche il sequestro del veicolo utilizzato nell'esercizio illecito del commercio itinerante. Il Comune, e' proprio il caso di dirlo, ci ha visto giusto, al punto che dopo l'annuncio della nuova legge i 'paninari' vennero persino a Palazzo Marino a protestare contro il sottoscritto''.

''Questa vasta operazione - osserva De Corato - conferma che la guardia e' sempre alta, come testimonia il contributo della Polizia Locale e le iniziative intraprese dagli uffici comunali per respingere tentativi di infiltrazione. Ricordo che nel 2000, quando ero assessore ai Lavori Pubblici, Milano ha introdotto, primo Comune in Italia, i patti di integrita' per garantire trasparenza e correttezza nelle gare d'appalto e contrastare corruzione e pratiche illecite".

"Iniziativa che ha portato, dal 2002 ad oggi, a 433 esclusioni dalle gare pubbliche per cartelli che hanno coinvolto 160 imprese e altre 333 esclusioni per 152 imprese responsabili di altri gravi reati. Per un importo complessivo di 500 milioni e 31 sentenze di condanna gia' emesse'', conclude De Corato.


Fonte: Libero-News

“SE I POLIZIOTTI INDAGANO SENZA DIRLO AI PM”, di Luigi Ferrarella

Nell’annacquare l’attuale dipendenza funzionale dal pm delle polizie giudiziarie, gerarchicamente dipendenti dai vertici di sicurezza espressi dal potere esecutivo, l’annunciata riforma della giustizia è davvero «epocale» : nel senso che vuole tornare a un’altra epoca, a prima del codice del 1989, quando le varie polizie indagavano da sole, subivano ipoteche politiche, e riferivano al magistrato quando pareva loro. Da un ventennio, invece, il dettato costituzionale dell’articolo 109 («l’autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria» ) è tradotto da norme che le impongono di comunicare «senza ritardo» la notizia di reato al pm, titolare sia della direzione delle indagini sia di un autonomo potere di acquisire notizie di reato. Ora la riforma cancella quel direttamente e cambia l’articolo 109: «Giudice e pm dispongono della polizia giudiziaria secondo le modalità stabilite dalla legge» ordinaria, una delle 11 che saranno varate a corredo della riforma. E cosa dirà la legge? Lo si può già immaginare perché sul punto esiste il disegno di legge Alfano sul processo penale presentato dal governo il 6 febbraio 2009, che vieta al pm di prendere diretta cognizione di notizie di reato che riceverebbe solo dalla polizia giudiziaria, la quale salvo casi particolari potrà svolgere indagini per 6 mesi senza riferire al pm. La relazione accompagnatoria al ddl caldeggia questo nuovo assetto pm-polizie perché porrebbe «i presupposti di una maggiore concorrenza e controllo reciproci» : come se le indagini sui reati fossero un «mercato» nel quale incentivare la «concorrenza» tra inquirenti. E, soprattutto, come se gli agenti di polizia giudiziaria, la cui carriera dipende dai vertici nominati dai ministeri dell’Interno, Difesa e Economia, dovessero controllare i pm.
Il condizionamento di tempi e modi delle indagini attraverso il controllo delle notizie di reato e degli inquirenti si salda peraltro alla modifica dell’obbligatorietà dell’azione penale: riforma che, per rimediare alla discrezionalità di fatto dei pm nel selezionare le indagini nel mare di reati previsti dal codice, non procede a una seria e mirata depenalizzazione di condotte sanzionabili diversamente, ma lascia scritti nel codice tutti i reati, per poi però affidare alla relazione del Guardasigilli e a un voto del Parlamento il nuovo potere di dettare ai pm quali reati siano «più» reati degli altri, e dunque da privilegiare.

domenica 13 marzo 2011

Spray al peperoncino in dotazione ai Ghisa

tratto dal Corriere della Sera

MILANO - Spray al peperoncino per la polizia locale milanese. È la sperimentazione che prenderà il via tra una decina di giorni nel capoluogo lombardo. «Entro una decina di giorni arriveranno 26 dispositivi - ha dichiarato il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato - già ordinati, che verranno dati in uso a vigili istruttori di difesa personale e tecniche operative. Se il test si rivelerà positivo verrà presa in considerazione l'estensione della fornitura a tutti gli agenti che effettueranno servizi esterni sia per la sicurezza sia per la mobilita». Lo spray urticante scelto per i vigili di Milano è uno dei pochi omologati dal Viminale, in libera vendita nei negozi: si tratta di «key defender», ovvero uno strumento la cui modalità di erogazione della sostanza urticante avviene tramite getto conico. I modelli a getto balistico sono infatti vietati e rischierebbero di esporre gli agenti al rischio di denunce per porto abusivo d'arma. De Corato ha tenuto a precisare che lo spray non sarà uno strumento di offesa, ma di tutela dell'incolumità personale dei vigili, ricordando che nel 2009 sono state 153 le aggressione patite dai «ghisa» nelle operazioni di servizio a contrasto di abusivi, clandestini e ubriachi, calate nel 2010 a 110.

PISAPIA: SBAGLIATO MILITARIZZARE - «I cittadini hanno bisogno di istituzioni che comunichino serenità, e non di un vicesindaco che agita continuamente gli spettri della paura perché non ha altre idee da proporre alla città», è il commento di Giuliano Pisapia, candidato sindaco di Milano per il centrosinistra. «Il vicesindaco De Corato descrive una città perennemente sull'orlo della violenza - ha osservato Pisapia - ha un'idea cupa di Milano, ma la realtà è diversa: Milano non è una città pericolosa, e per questo ci sono già polizia e carabinieri che svolgono bene il loro lavoro». «Questo costante tentativo di militarizzare il corpo dei vigili urbani è sbagliato - ha concluso Pisapia - gli stessi vigili hanno spesso manifestato perplessità e imbarazzo al riguardo. I vigili hanno molti compiti da svolgere, l'ordine pubblico è solo un aspetto».


MAJORINO: PENSI A DARE LE DIVISE - «Invece di dare gli spray ai vigili, la Giunta Moratti pensi a dare le divise ai vigili, visto che il centrodestra ha proposto di tagliarle dal bilancio», è la critica del capogruppo Pd in consiglio comunale Pierfrancesco Majorino. A quanto riferito dal Pd, il centrodestra avrebbe infatti messo sul tavolo della trattativa per arrivare all'approvazione del bilancio un taglio al capitolo che riguarda le divise dei vigili urbani. Ma al di là della contesa sulla manovra, il Pd ha bocciato senza appello la sperimentazione degli spray al peperoncino. «Sono le solite fesserie di De Corato - ha attaccato Majorino - che dovrebbe spiegarci perché lui e il sindaco Moratti hanno tagliato in questi anni 480 uomini della polizia locale rispetto ai tempi della Giunta Albertini».

LA CONTROREPLICA - «Pisapia e Majorino hanno come sempre perso una buona occasione per fare silenzio», è la pronta controreplica di De Corato. «Mentre bocciano senza appello gli spray al peperoncino, la rossa Genova, dopo una sperimentazione di sei mesi, ha intenzione di estenderne l’uso a tutto il Corpo dei vigili, visti gli ottimi risultati. E un’altra amministrazione di centrosinistra, Modena, lo usa da tempo. Se queste sono fesserie allora sono in buona compagnia». «Lo spray al peperoncino - continua De Corato - è uno strumento di difesa personale, non certo di offesa. Strumento che viene sperimentato proprio per garantire ulteriore sicurezza ai vigili e alle vigilesse, che rappresentano il 30% del Corpo. Un dispositivo che ci è stato chiesto, tra l’altro, anche da una delle più rappresentative sigle sindacali di categoria. Tutto il resto è chiacchiera elettorale».

VIGILI DIVISI - Ma che ne pensano gli stessi vigili? C'è chi saluta la novità con grande soddisfazione, chi invece non nasconde le perplessità. «Finalmente sono arrivati - ha esultato Daniele Vincini, rappresentante della sigla autonoma Sulpm - gli spray sono lo strumento principe per la tutela personale degli agenti: in combinata con il distanziatore lo spray evita il contatto fisico con l'aggressore e scongiura situazioni di maggiore pericolo». Vincini fa parte dell'organizzazione che per prima ha chiesto l'uso degli spray e, come istruttore in tecniche operative, sarà uno dei primi agenti a maneggiare le bombolette nella fase sperimentale. Ma all'entusiasmo del Sulpm fanno da controcanto le proteste della Cgil. «Lo spray è solo un palliativo - ha attaccato Corrado Sciamanna, delegato Cgil - la tutela degli agenti si persegue con la formazione del personale, con l'invio di un maggior numero di uomini nei servizi più delicati e soprattutto evitando di farci svolgere compiti di pubblica sicurezza che toccherebbero ad altri». Più conciliante la posizione della Cisl. «Credo che ogni strumento di difesa sia utile - ha osservato Alfredo Masucci (Cisl) - considerando anche che noi agenti siamo chiamati a svolgere mansioni sempre più variegate. Credo che lo spray possa essere un deterrente in più contro le aggressioni».

Redazione online

11 marzo 2011(ultima modifica: 12 marzo 2011)

mercoledì 11 agosto 2010

Comunali 2011. Sondaggio a Milano su nuovo sindaco

Milano. Escono i risultati del primo sondaggio, voluto da Fondazione Rcm e realizzato da Swg, sulle attese dei milanesi a riguardo del nuovo sindaco, che verrà eletto alle elezioni comunali del 2011. Secondo il consigliere Giancarlo Pagliarini del Gruppo Misto, poco importa sia donna o uomo ma che si occupi dell'economia e di fare entrare risorse a Milano. Sulla possibilità che Letizia Moratti torni sindaco Pagliarini non sa: "Vediamo, ma sarebbe meglio meno politico e più giovane". I risultati del sondaggio sono consultabili sul sito www.comunalimilano2011.it  dove puoi partecipare al forum promosso da Fondazione Rete Civica di Milano. Intervista di Federica Giordani

IMPORTANTI RIVELAZIONI SUL SEPARATISMO VALDOSTANO

(nuovo libro di Roberto Gremmo)

Il testo della “Carta di Chivasso” in circolazione da più di sessant’anni è un falso, perché manca della parte finale dove si esalta la “grande patria Italia”. Per il libro “Alle spalle di Chanoux. Separatisti e autonomisti nella resistenza Valdostana”, Roberto Gremmo ha rintracciato il testo integrale ed autentico del documento sequestrato dalla Polizia nella primavera del 1944 in casa di Emile Chanoux dimostrando che fino ad oggi si è cercato di presentare il notaio valdostano come “separatista”, falsando il suo pensiero. Dalla ricerca di Gremmo, interamente basata sui documenti inediti degli Archivi di stato emerge un’altra sconcertante verità. Quando venne arrestato dai fascisti Chanoux rischiava la pena di morte perché uno sbadato (sic!) agente segreto inglese gli aveva lasciato dei messaggi radio di carattere militare che, sequestrati dai fascisti, gli potevano costare l’accusa di spionaggio. Gremmo ha scoperto che lo stesso agente (morto nel dopoguerra in un misterioso incidente aereo) fu anche la causa involontaria dell’arresto a Milano di Ferruccio Parri capo della resistenza “azionista” . Importanti risultano anche le nuove notizie sullo scontro fra autonomisti e separatisti che nel 1945 vide i soldati francesi uccidere anche un comandante partigiano Valdostano.

Per richiedere il libro scrivere a :
Storia ribelle
Casella postale 292 13900 Biella

oppure

inviare una e-mail a:
info@mav-valsesia.org specificando la richiesta.

Referendum ambiente e mobilità Milano

continua la raccolta firme per il referendum per la qualità dell'ambiente e la mobilità sostenibile a Milano. oltre alle sedi istituzionali del Comune e sue sedi decentrate, stasera e domani sera potete firmare anche all'arena civica (Milano Jazzin’ Festival) dalle 20 alle 21:30. Passate parola.

per maggiori info http://www.milanosimuove.it/

Tour Buio Pesto

...continua il nostro tour estivo e intanto si inizia ad organizzare il mega-concerto del Vaillant del 4 settembre!

 
Vaillant Palace (sabato 4 settembre)


Ecco le prime informazioni utili per il concerto benefico di chiusura del tour 2010. I dettagli arriveranno più avanti!


Vaillant Palace (Genova, Fiumara), sabato 4 settembre, ore 21

- Biglietti in vendita il giorno stesso del concerto dal primo pomeriggio fino all'inizio del concerto

- Ospite a sorpresa! Clamoroso!

- Vestirsi di verde il più possibile per le riprese del film "Capitan Basilico 2"

- Portarsi pentole e coperchi per l'animazione durante la canzone "Trinca Trinca Trinca"!







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BORGO FORNARI (GE)



Quando: Giovedì 12 Agosto



Dove: Parco Comunale



Organizzazione: Pro Loco Borgo Fornari





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COSIO DI ARROSCIA (IM)



Quando: Venerdì 13 Agosto



Dove: Piazza Chiesa



Organizzazione: Pro Loco





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PRATO NEVOSO (CN)



Quando: Sabato 14 Agosto



Dove: Borgo Stalle Lunghe



Organizzazione: Prato Nevoso Ski





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VOLTAGGIO (AL)



Quando:Lunedì 16 Agosto



Dove: Impianti Sportivi



Organizzazione: Pro Loco







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CI VEDIAMO IN TOUR!



i BUIO PESTO



LA FLOTTA / ITAL PROMOTION

via Cavour 21, 16031 Bogliasco (GE)

T 010/3471806

F 010/3749447

I www.buiopesto.it

www.capitanbasilico.it

www.invaxon.tv

www.teleliguria.tv

E buiopesto@buiopesto.it

venerdì 15 gennaio 2010

Index of Economic Freedom 2009

La posizione dell'Italia

Punteggio: 61,4

Posizione generale: 76ª
Posizione in Europa: 32ª su 43
 
L’economia italiana è libera al 61,4 per cento, il che pone il Paese al 76º posto nella classifica mondiale della libertà economica dell’Index of Economic Freedom 2009. Il punteggio complessivo dell’Italia è più basso dell’1,2 per cento rispetto al dato dell’anno scorso, in quanto i leggeri miglioramenti registrati in quattro settori sono stati compensati dal peggioramento per quanto riguarda la libertà dallo Stato e la libertà del lavoro. L’Italia occupa il 32º posto (su 43 Paesi) in Europa e ha un punteggio appena superiore alla media mondiale.






L’Italia ha un punteggio elevato per quanto riguarda libertà d’impresa, la libertà di scambio e la libertà d’investimento. Le procedure burocratiche sono state snellite. I dazi doganali sono ridotti, anche se il peso della burocrazia tende a scoraggiare gli investimenti dall’estero. In qualità di Stato membri dell’Unione Europea, l’Italia condivide la politica monetaria con gli altri Paesi dell’Unione, il che le consente di avere un’inflazione relativamente modesta, a dispetto delle distorsioni introdotte dallo Stato nel settore agricolo.

I punteggi relativi a diritti di proprietà e corruzione mostrano alcune debolezze del Paese. La libertà fiscale e la libertà dallo Stato (ossia, la dimensione del settore pubblico) continuano ad essere bassi, a causa dell’imponente welfare state. La spesa pubblica ammonta grosso modo alla metà del PIL. La riduzione del cronico deficit di bilancio e del debito pubblico è andata a rilento e il valore di quest’ultimo si aggira ancora intorno al 105 per cento del PIL. L’attività economica informale (economia sommersa) è considerevole.

Informazioni generali
A dispetto di oltre 60 cambiamenti di governo negli anni intercorsi dal 1946 a oggi, in genere la vita politica del Paese è stata dominata dalla Democrazia Cristiana. L’avvento di una serie di governi di coalizione ha portato ad avere più stabilità. Nel 2008 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha vinto per la terza volta le elezioni politiche. L’Italia, Paese fondatore dell’Unione Europea, ha rappresentato un elemento cardine dell’integrazione europea e fa inoltre parte della NATO e del G8. Pur essendo una delle maggiori economie mondiali, l’Italia è contraddistinta dal persistere di considerevoli diseguaglianze tra un Nord ricco e imprenditoriale e un Sud più povero e più dipendente dallo Stato. Le piccole e medie imprese continuano a prosperare in campo manifatturiero e nell’ambito del design di alto livello, ma si stima che l’economia sommersa conti per il 27 per cento dell’attività economica del Paese: si tratta di un valore doppio rispetto alla media OCSE. Il turismo e i servizi sono tra i comparti economici più importanti.

Libertà d’impresa – 78,7%
Nel complesso, la libertà di condurre un’attività economica è adeguatamente tutelata dalle regole in vigore nel Paese. Avviare un’attività economica richiede in media 10 giorni, rispetto ad una media mondiale di 38 giorni. Ottenere una licenza commerciale richiede un numero di procedure inferiore alle 18 della media mondiale, e un periodo di tempo superiore alla media mondiale di 225 giorni. Chiudere un’attività è relativamente semplice.

Libertà di scambio – 80,8%
La politica italiana relativa agli scambi è identica a quella degli altri Stati Membri dell’Unione Europea. Nel 2005, la media ponderata delle tariffe doganali comuni dell’UE era pari al 2,1 per cento. Le barriere non tariffarie create dalle politiche europee si palesano in normative alquanto restrittive in campo farmaceutico e bio-tecnologico, in acquisti da parte degli enti pubblici poco trasparenti e tendenti alla corruzione, le barriere all’ingresso al mercato dei servizi possono superare la media europea e la tutela della libertà intellettuale è debole. A causa delle barriere non tariffarie, dal punteggio complessivo dell’Italia in relazione alla libertà degli scambi sono stati detratti 15 punti percentuali.

Libertà fiscale – 54,3%
L’Italia è contraddistinta da gravi imposte sul reddito individuale e da un’imposta sul reddito d’impresa moderata. Nell’emendamento alla legge finanziaria del 2008, l’aliquota massima dell’imposta sul reddito societario è stata ridotta dal 33 al 27,5 per cento. Tra le altre imposizioni fiscali, si annoverano l’IVA, un’imposta sugli interessi e una sulla pubblicità. Nell’ultimo anno per il quale disponiamo di dati, il gettito fiscale complessivo ha raggiunto il livello del 42,6 per cento del PIL.

Libertà dallo Stato — 24,7%
La spesa pubblica complessiva, comprendendo i consumi e le attività di redistribuzione del reddito (pensioni, sovvenzioni, ecc.) è estremamente elevata. Nell’ultimo anno la spesa pubblica ha raggiunto il livello del 50,1 per cento del PIL. Lo Stato controlla ancora alcune imprese strategiche, principalmente nel settore dei trasporti e dell’energia. Il tentativo di privatizzare la compagnia di bandiera Alitalia non ha avuto facile esito.

Libertà monetaria — 80,8%
L’Italia fa parte della zona dell’euro. L’inflazione italiana è relativamente bassa, con una media del 2,1 per cento tra il 2004 e il 2007. Partecipando alla Politica Agricola Comune dell’Unione Europea, l’Italia offre sussidi alla produzione agricola, distorcendo in tal modo i prezzi dei prodotti agricoli. Tra i beni e servizi soggetti a tariffe imposte a livello nazionale dallo Stato vi sono la fornitura di acqua potabile, l’elettricità, il gas, i pedaggi autostradali, i farmaci prescrivibili rimborsabili, le telecomunicazioni e i trasporti interni. In conseguenza di tali politiche, che distorcono i prezzi interni, dal punteggio complessivo del Paese è stato detratto un ulteriore 10 per cento.

Libertà d’investimento — 70%
L’Italia è aperta agli investimenti dall’estero, ma il governo può porre il veto all’acquisizione di imprese italiane che coinvolgano investitori stranieri. Agli investitori stranieri attivi in Italia o in altri Pesi dell’Unione Europea viene riservato il medesimo trattamento degli investitori italiani, con alcune eccezioni relative al settore della difesa, della produzione aeronautica, dell’esplorazione ed estrazione petrolifera, dei trasporti aerei nazionali e dei trasporti marittimi. L’inefficienza del sistema giudiziario italiano viene spesso menzionata come un deterrente agli investimenti dall’estero. Il peso eccessivo della burocrazia, l’inadeguatezza delle infrastrutture, la scarsa trasparenza delle normative, la possibilità dell’intervento dello Stato e l’ostilità dei sindacati possono altresì inibire gli investimenti. Peraltro non vi sono ostacoli al rimpatrio di profitti, trasferimenti di fondi, versamenti o trasferimenti correnti. Gli stranieri non possono acquistare terreni adiacenti ai confini nazionali.

Libertà finanziaria — 60%
Il settore finanziario italiano è abbastanza sviluppato e offre una vasta gamma di servizi finanziari. Il credito viene assegnato ai termini stabiliti dal mercato e l’arrivo di operatori stranieri non subisce più eccesisvi osticoli. Lo Stato non detiene più pacchetti azionari di rilievo nel settore bancario e oggi non restano che tre importanti istituti finanziari (la Cassa Depositi e Prestiti, Poste Italiane/ Bancoposta e l’Istituto per il Credito Sportivo) controllati dallo Stato. Le sei banche più grandi contano per oltre il 50 per cento degli asset complessivi, sebbene la concentrazione in tale settore risulti inferiore che nel resto d’Europa. Le normative e i divieti possono risultare onerose e ottenere il controllo di un istituto finanziario richiede l’approvazione delle autorità pubbliche. Verso la fine del 2005 è stata promulgata una legislazione mirante a migliorare il sistema normativo. Le autorità hanno intrapreso alcuni passi per riformare i mercati dei capitali ancora inadeguatamente sviluppati.

Diritti di proprietà — 50%
I diritti di proprietà e i contratti sono tutelati, ma le vertenze giudiziarie sono lente e numerose aziende preferiscono giungere ad un accomodamento extra-giudiziario. La tutela dei diritti di proprietà è più debole di quanto non sia il caso in altri Paesi dell’Europa occidentale.

Libertà dalla corruzione — 52%
L’esistenza della corruzione viene nettamente avvertita. Sui 179 Paesi classificati nell’edizione del 2007 del Corruption Perceptions Index di Transparency International, l’Italia occupa il 41º posto. La corruzione è più comune di quanto non sia il caso in altri Paesi europei e gli italiano ritengono che i settori relativi agli investimenti siano particolarmente colpiti.

Libertà del lavoro — 61,3%
La relativa rigidità delle normative sul lavoro ostacolano l’occupazione e la crescita della produttività. I costi non salariali di un lavoratore dipendente sono decisamente elevati. Le normative sull’orario di lavoro sono relativamente rigide.

 
Informazioni sintetiche

Popolazione: 58,9 milioni di abitanti

PIL (a parità di potere d’acquisto):
1.700 miliardi di dollari
crescita nel 2006: 1,8%
crescita annuale negli ultimi 5 anni: 0,9%
PIL pro capite pari a 29.053 dollari

Disoccupazione: 6,0%

Inflazione (indice dei prezzi al consumo): 2,0%

Investimento diretto estero (afflusso netto): – 39,2 miliardi di dollari

giovedì 14 gennaio 2010

Senza Pudore

Ieri sera è andato in onda l'ultimo vergognoso tentativo, da parte di alcuni mass media "pilotati" (chissà da chi), di riabilitare una figura tanto controversa come Bettino Craxi; infatti Minoli, in un suo editoriale sul Tg1, ha descritto il Socialista come un "coraggioso statista" (vedi video integrale in fondo pagina). Ritengo ciò oltraggioso e falso per tutti quei contribuenti che pagano il canone Rai e devono sorbirsi i penosi tentativi di alcuni "giornalisti" di far passare un corrotto, pregiudicato ed, ormai, ex latitante come un innovatore della politica italiana. Ci dimentichiamo che Craxi era già stato condannato in via definitiva a 10 anni di corruzione? Certo tutto ciò può apparire normale se guardando al giorno d'oggi, basta accendere la tv per vedere un certo signore, tal "Claudio Martelli" ex magistrato, che ogni giorno, su canale5, ci spiega gli articoli della Costituzione... peccato che nessuno ci dica che questo saccente costituzionalista sia stato l'ultimo, nel 2000, ad essere stato condannato, con sentenza definitiva, per la maxi tangente Enimont (la sua quota fu di cinquecento milioni di lire). Forse ha proprio ragione Marco Travaglio quando dice che le condanne, in Italia, fanno curriculum.
Mi vergogno ancora di più sapendo che tra pochi giorni, nella mia città, verrà dedicato addirittura un parco al povero corrotto e latitante Bettino Craxi. Chissà cosa risponderemo ai nostri figli quando ci chiederanno chi era quest uomo.
Infine mi sembra ancora più ridicolo vedere ogni giorno il Governo occuparsi del "problema giustizia" ovvero il problema che ha il Premier nei confronti della Giustizia. Ma con tutti i problemi che ha questo paese, ci si deve occupare solo del problema che ha Berlusconi con i Magistrati?? Se è vero che sono 15 anni che Berlusconi si sente un "perseguitato" dalla giustizia, perchè non si reca in tribunale ed affronta i processi, invece di perdere tempo in un mare di leggi per evitarli? (in questi ultimi anni ho perso il conto)
Meglio che mi fermi qui...

Craxi, tutti i processi e le condanne

ROMA - Nell'ambito dei processi di Tangentopoli Bettino Craxi ha riportato due condanne definitive (Eni-Sai e Metropolitana Milanese) per un totale di dieci anni. Quattro processi (Enimont, Conto Protezione, All Iberian, Enel).

CONDANNE DEFINITIVE
Eni-Sai. Il 12 novembre 1996 la Cassazione ha confermato la sentenza d'Appello che aveva inflitto all'ex segretario socialista cinque anni e sei mesi di carcere.

Metropolitana Milanese. La seconda sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione, cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e quasi dieci miliardi di risarcimento alla MM pronunciata contro Craxi il 24 luglio 1998 dalla quarta sezione penale della Corte d'Appello di Milano. Il reato è di corruzione e illecito finanziamento dei partiti.

CONDANNE NON DEFINITIVE
Tangenti Enimont.
Il processo è arrivato al secondo grado di giudizio. Il primo ottobre 1999 la prima sezione della corte d'Appello di Milano ha condannato l'ex presidente del Consiglio a tre anni e a una multa di 60 milioni. Craxi è accusato di aver ricevuto per il Psi undici miliardi di finanziamenti illeciti provenienti dalla maxitangente Enimont.

Conto Protezione. Il processo d'Appello è da rifare. Il 15 giugno 1999 la Cassazione ha deciso infatti l'annullamento con rinvio della sentenza di condanna a cinque anni e nove mesi, emessa il 7 giugno 1997 dai giudici della seconda corte d'appello di Milano. Le accuse erano di bancarotta fraudolenta e finaziamento illecito ai partiti per i sette milioni di dollari che nel 1981 finirono nelle casse del Psi, passando da quelle dell'Eni, attraverso il Banco Ambrosiano e il conto Protezione sulla banca svizzera Ubs.

Tangenti Enel. Anche questo processo è al primo grado di giudizio. L'ex segretario del Psi è stato condannato a cinque anni e 5 mesi il 22 gennaio 1999.

REATI PRESCRITTI
All Iberian. Craxi è stato condannato il 13 luglio 1998 dal tribunale di Milano a quattro anni di reclusione per finanziamento illecito ai partiti. Ma il 26 ottobre scorso la terza sezione della corte d'Appello di Milano ha dichiarato prescritto il reato. In questo processo la prescrizione ha riguardato anche Silvio Berlusconi, condannato in primo grado a due anni e quattro mesi e dieci miliardi di multa.

(19 gennaio 2000)


fonte: La Repubblica http://www.repubblica.it/online/politica/craxi1/processi/processi.html

venerdì 18 dicembre 2009

Voto di fiducia alla Finanziaria - dichiarazione di voto IDV

giovedì 19 novembre 2009

Il Governo Berlusconi ha privatizzato l'ACQUA!

il 25 giugno 2008 il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti il quale afferma che: la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalista! così il governo Berlusconi ha sancito che l'acqua non è più un bene pubblico ma bensì una merce privata!

 

venerdì 23 ottobre 2009

"PASTA DAY" - Domenica 25 Ottobre ritrovo in Piazza Castello con Linus e Nicola Savino di Radio 'Deejay'


La pasta insieme alla pizza è l'alimento italiano più conosciuto al mondo e non solo, è anche il nostro alimento nazionale. In ogni casa italiana non può mai mancare un piatto di pasta (e un televisore per seguire il calcio).

Barilla, tra i principali produttori mondiali, ha organizzato un “Pasta Day” in 3 piazze italiane, per Domenica 25 Ottobre, e tra queste Milano, in Piazza Castello.

Tra gli intenti di 'Barilla', il coinvolgimento della cittadinanza nel riscoprire l'importanza della pasta nella nostra dieta e il piacere di "mangiarla in compagnia": un evento gastronomico in onore del quotidiano "primo piatto" che sarà 'protagonista assoluto' in tutte le sue varianti, in abbinamento a più di 100 condimenti possibili. Dalla carbonara al pesto, dall'amatriciana alla puttanesca, ogni regione e ogni città può vantare il suo sugo 'doc'.

La festa organizzata dal marchio blu della 'pastasciutta' si inserisce all'interno del “Wold pasta day”. L'inizio è previsto alle ore 10.00 per seguire l'anteprima in attesa dell'arrivo dei mattatori della giornata, Linus e Nicola Savino direttamente da Radio Deejay.

Alle ore 13.00 nelle tre piazze italiane verranno "calati" - in contemporanea - gli spaghetti, per un pranzo domenicale che, almeno virtualmente, unisca tutta l'Italia.

fonte: MilanoWeb 

venerdì 16 ottobre 2009

Multe dai bambini



I bambini della scuola Bacone di Milano in giro per il quartiere a multare gli automobilisti indisciplinati. Video tratto dal Tgr Lombardia.

Quando Bossi era comunista, antifascista e anti Berlusconi

 
 
"Incontrare di nuovo Berlusconi ad Arcore? Lo escludo, niente piu' accordi col Polo. Con questa gente niente accordi politici: è un partito in cui milita Dell'Utri, inquisito per mafia.

Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E' una costola del vecchio regime. E' un povero pirla, un traditore del Nord. Il suo Polo e' morto e sepolto, la Lega non va con i morti.

Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. E' un Kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi e' il capocomico del teatrino della politica. Un Peròn della mutua. E' molto peggio di Pinochet. Berlusconi e' l'uomo della mafia. E' un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord.

La Fininvest e' nata da Cosa Nostra. Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia? A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini. In quella stessa banca lavorava anche il padre di Silvio e c'erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra.

Bisognerebbe conoscere le sue radici, la sua storia. Gelli fece il progetto in Italia e c'era il buon Berlusconi nella P2. Poi nacquero le holding. In Forza Italia ci sono oblique collusioni fra politica e omertà criminale e fenomeni di riciclaggio. L'uomo di Cosa Nostra, con la Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Io con Berlusconi sarò il guardiano del baro. Siamo in una situazione pericolosa per la democrazia: se quello va a Palazzo Chigi, vince un partito che non esiste, vince un uomo solo, il Tecnocrate, l'Autocrate. Io dico quel che penso, lui fa quel che incassa. Tratta lo Stato come una società per azioni.

Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini? Berlusconi, come presidente del Consiglio e' stato un dramma. Quando e' in ballo la democrazia, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di fargli saltare i tralicci dei ripetitori. Perché lui con le televisioni fa il lavaggio del cervello alla gente, col solito imbroglio del venditore di fustini del detersivo. Le sue televisioni sono contro la Costituzione. Bisogna portargliele via. Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima, da Sud America. Un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione delle frequenze tv per condizionare la gente e orientarla al voto".

dal sito che ha un costante "rigurgito antifascista", anche quando i fascisti hanno camicie verdi piuttosto che nere:
http://guerrillaradio.iobloggo.com/

mercoledì 7 ottobre 2009

Cani rinchiusi nei sassi di Matera

Edoardo Stoppa, inviato di Striscia la Notizia, si occupa di un fatto che ha dell'incredibile!
Cani presi nei canili e poi rinchiusi nei famosi Sassi di Matera (terreno demaniale oltretutto), al buio, malnutriti e in totale stato di abbandono.
Almeno per il momento, al tentativo di parlare direttamente col Sindaco non si è riusciti ad ottenere nessuno incontro... come dice anche Stoppa "...per il momento, MA SOLO PER IL MOMENTO, è tutto!"

lunedì 7 settembre 2009

L'inutile esercito


Parecchi milanesi, di ritorno dalle vacanze, si saranno accorti del moltiplicarsi di militari in città; attenzione, nessuna guerra imminente, solo una scelta un pò "folcloristica" dell'attuale governo Berlusconi. Camminando per le vie del centro infatti capita di vedere, in perfetto stile Kabul, giovani in tuta mimetica verde, che tentano invano di mimetizzarsi con il plumbeo habitat meneghino. Va inoltre esplicitato che questi giovani, per esplicare al meglio il loro servizio, sono stati dotati di veicoli ultra moderni ed iper tecnologici: per intenderci gli stessi che aveva in dotazione Rommel per la guerra in Africa. Vorrei sapere quindi quale sarebbe la tariffa ecopass di riferimento per codesti mezzi; ma forse dovrei chiederlo alla sindaco Moratti, che ha tanto a cuore la nostra salute (meno quella dei nostri portafogli). Ma arriviamo al punto. I militari sono utilissimi, ma impiegati dove realmente necessita un loro intervento. In città non si è ancora capito cosa debbano fare. Forse la Ps e Carabinieri, impauriti dall'idea di uscire in strada da soli, hanno richiesto un loro intervento? Non penso. Sta di fatto che, ad oggi, probabilmente neanche gli stessi militari hanno compreso il loro vero ruolo, naturalmente non per colpa propria. Basta allora con questi "giochi di prestigio" da parte di qualche Ministro che vuole far credere di vivere in un paese sicuro istituendo ronde cittadine, e posizionando tute mimetiche ad ogni angolo: occorre piuttosto dotare dei giusti mezzi le forze dell'ordine, sveltire i processi e garantire la certezza della pena. Caro Ministro provi a fare un giro (non scortato) per le nostre vie per rendersi conto delle reali esigenze dei suoi concittadini e lasci i militari a fare il loro mestiere che non è certo quello di presidio degli incroci cittadini: per quello ci sono già i vigili urbani.

domenica 5 aprile 2009

Index of Economic Freedom 2009

Anche questo anno, seppur con qualche mese di ritardo, riporto i dati del rapporto internazionale sulla libertà economica:
La posizione dell'Italia

Punteggio: 61,4

Posizione generale: 76ª
Posizione in Europa: 32ª su 43

Grafico 1: Punteggio complessivo
Grafico 2: Punteggio rispetto alla media
Grafico 3: Andamento nel tempo
L’economia italiana è libera al 61,4 per cento, il che pone il Paese al 76º posto nella classifica mondiale della libertà economica dell’Index of Economic Freedom 2009. Il punteggio complessivo dell’Italia è più basso dell’1,2 per cento rispetto al dato dell’anno scorso, in quanto i leggeri miglioramenti registrati in quattro settori sono stati compensati dal peggioramento per quanto riguarda la libertà dallo Stato e la libertà del lavoro. L’Italia occupa il 32º posto (su 43 Paesi) in Europa e ha un punteggio appena superiore alla media mondiale.

L’Italia ha un punteggio elevato per quanto riguarda libertà d’impresa, la libertà di scambio e la libertà d’investimento. Le procedure burocratiche sono state snellite. I dazi doganali sono ridotti, anche se il peso della burocrazia tende a scoraggiare gli investimenti dall’estero. In qualità di Stato membri dell’Unione Europea, l’Italia condivide la politica monetaria con gli altri Paesi dell’Unione, il che le consente di avere un’inflazione relativamente modesta, a dispetto delle distorsioni introdotte dallo Stato nel settore agricolo.

I punteggi relativi a diritti di proprietà e corruzione mostrano alcune debolezze del Paese. La libertà fiscale e la libertà dallo Stato (ossia, la dimensione del settore pubblico) continuano ad essere bassi, a causa dell’imponente welfare state. La spesa pubblica ammonta grosso modo alla metà del PIL. La riduzione del cronico deficit di bilancio e del debito pubblico è andata a rilento e il valore di quest’ultimo si aggira ancora intorno al 105 per cento del PIL. L’attività economica informale (economia sommersa) è considerevole.

Informazioni generali
A dispetto di oltre 60 cambiamenti di governo negli anni intercorsi dal 1946 a oggi, in genere la vita politica del Paese è stata dominata dalla Democrazia Cristiana. L’avvento di una serie di governi di coalizione ha portato ad avere più stabilità. Nel 2008 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha vinto per la terza volta le elezioni politiche. L’Italia, Paese fondatore dell’Unione Europea, ha rappresentato un elemento cardine dell’integrazione europea e fa inoltre parte della NATO e del G8. Pur essendo una delle maggiori economie mondiali, l’Italia è contraddistinta dal persistere di considerevoli diseguaglianze tra un Nord ricco e imprenditoriale e un Sud più povero e più dipendente dallo Stato. Le piccole e medie imprese continuano a prosperare in campo manifatturiero e nell’ambito del design di alto livello, ma si stima che l’economia sommersa conti per il 27 per cento dell’attività economica del Paese: si tratta di un valore doppio rispetto alla media OCSE. Il turismo e i servizi sono tra i comparti economici più importanti.

Libertà d’impresa – 78,7%
Nel complesso, la libertà di condurre un’attività economica è adeguatamente tutelata dalle regole in vigore nel Paese. Avviare un’attività economica richiede in media 10 giorni, rispetto ad una media mondiale di 38 giorni. Ottenere una licenza commerciale richiede un numero di procedure inferiore alle 18 della media mondiale, e un periodo di tempo superiore alla media mondiale di 225 giorni. Chiudere un’attività è relativamente semplice.

Libertà di scambio – 80,8%
La politica italiana relativa agli scambi è identica a quella degli altri Stati Membri dell’Unione Europea. Nel 2005, la media ponderata delle tariffe doganali comuni dell’UE era pari al 2,1 per cento. Le barriere non tariffarie create dalle politiche europee si palesano in normative alquanto restrittive in campo farmaceutico e bio-tecnologico, in acquisti da parte degli enti pubblici poco trasparenti e tendenti alla corruzione, le barriere all’ingresso al mercato dei servizi possono superare la media europea e la tutela della libertà intellettuale è debole. A causa delle barriere non tariffarie, dal punteggio complessivo dell’Italia in relazione alla libertà degli scambi sono stati detratti 15 punti percentuali.

Libertà fiscale – 54,3%
L’Italia è contraddistinta da gravi imposte sul reddito individuale e da un’imposta sul reddito d’impresa moderata. Nell’emendamento alla legge finanziaria del 2008, l’aliquota massima dell’imposta sul reddito societario è stata ridotta dal 33 al 27,5 per cento. Tra le altre imposizioni fiscali, si annoverano l’IVA, un’imposta sugli interessi e una sulla pubblicità. Nell’ultimo anno per il quale disponiamo di dati, il gettito fiscale complessivo ha raggiunto il livello del 42,6 per cento del PIL.

Libertà dallo Stato — 24,7%
La spesa pubblica complessiva, comprendendo i consumi e le attività di redistribuzione del reddito (pensioni, sovvenzioni, ecc.) è estremamente elevata. Nell’ultimo anno la spesa pubblica ha raggiunto il livello del 50,1 per cento del PIL. Lo Stato controlla ancora alcune imprese strategiche, principalmente nel settore dei trasporti e dell’energia. Il tentativo di privatizzare la compagnia di bandiera Alitalia non ha avuto facile esito.

Libertà monetaria — 80,8%
L’Italia fa parte della zona dell’euro. L’inflazione italiana è relativamente bassa, con una media del 2,1 per cento tra il 2004 e il 2007. Partecipando alla Politica Agricola Comune dell’Unione Europea, l’Italia offre sussidi alla produzione agricola, distorcendo in tal modo i prezzi dei prodotti agricoli. Tra i beni e servizi soggetti a tariffe imposte a livello nazionale dallo Stato vi sono la fornitura di acqua potabile, l’elettricità, il gas, i pedaggi autostradali, i farmaci prescrivibili rimborsabili, le telecomunicazioni e i trasporti interni. In conseguenza di tali politiche, che distorcono i prezzi interni, dal punteggio complessivo del Paese è stato detratto un ulteriore 10 per cento.

Libertà d’investimento — 70%
L’Italia è aperta agli investimenti dall’estero, ma il governo può porre il veto all’acquisizione di imprese italiane che coinvolgano investitori stranieri. Agli investitori stranieri attivi in Italia o in altri Pesi dell’Unione Europea viene riservato il medesimo trattamento degli investitori italiani, con alcune eccezioni relative al settore della difesa, della produzione aeronautica, dell’esplorazione ed estrazione petrolifera, dei trasporti aerei nazionali e dei trasporti marittimi. L’inefficienza del sistema giudiziario italiano viene spesso menzionata come un deterrente agli investimenti dall’estero. Il peso eccessivo della burocrazia, l’inadeguatezza delle infrastrutture, la scarsa trasparenza delle normative, la possibilità dell’intervento dello Stato e l’ostilità dei sindacati possono altresì inibire gli investimenti. Peraltro non vi sono ostacoli al rimpatrio di profitti, trasferimenti di fondi, versamenti o trasferimenti correnti. Gli stranieri non possono acquistare terreni adiacenti ai confini nazionali.

Libertà finanziaria — 60%
Il settore finanziario italiano è abbastanza sviluppato e offre una vasta gamma di servizi finanziari. Il credito viene assegnato ai termini stabiliti dal mercato e l’arrivo di operatori stranieri non subisce più eccesisvi osticoli. Lo Stato non detiene più pacchetti azionari di rilievo nel settore bancario e oggi non restano che tre importanti istituti finanziari (la Cassa Depositi e Prestiti, Poste Italiane/ Bancoposta e l’Istituto per il Credito Sportivo) controllati dallo Stato. Le sei banche più grandi contano per oltre il 50 per cento degli asset complessivi, sebbene la concentrazione in tale settore risulti inferiore che nel resto d’Europa. Le normative e i divieti possono risultare onerose e ottenere il controllo di un istituto finanziario richiede l’approvazione delle autorità pubbliche. Verso la fine del 2005 è stata promulgata una legislazione mirante a migliorare il sistema normativo. Le autorità hanno intrapreso alcuni passi per riformare i mercati dei capitali ancora inadeguatamente sviluppati.

Diritti di proprietà — 50%
I diritti di proprietà e i contratti sono tutelati, ma le vertenze giudiziarie sono lente e numerose aziende preferiscono giungere ad un accomodamento extra-giudiziario. La tutela dei diritti di proprietà è più debole di quanto non sia il caso in altri Paesi dell’Europa occidentale.

Libertà dalla corruzione — 52%
L’esistenza della corruzione viene nettamente avvertita. Sui 179 Paesi classificati nell’edizione del 2007 del Corruption Perceptions Index di Transparency International, l’Italia occupa il 41º posto. La corruzione è più comune di quanto non sia il caso in altri Paesi europei e gli italiano ritengono che i settori relativi agli investimenti siano particolarmente colpiti.

Libertà del lavoro — 61,3%
La relativa rigidità delle normative sul lavoro ostacolano l’occupazione e la crescita della produttività. I costi non salariali di un lavoratore dipendente sono decisamente elevati. Le normative sull’orario di lavoro sono relativamente rigide.

Informazioni sintetiche

Popolazione: 58,9 milioni di abitanti

PIL (a parità di potere d’acquisto):
1.700 miliardi di dollari
crescita nel 2006: 1,8%
crescita annuale negli ultimi 5 anni: 0,9%
PIL pro capite pari a 29.053 dollari

Disoccupazione: 6,0%

Inflazione (indice dei prezzi al consumo): 2,0%

Investimento diretto estero (afflusso netto): – 39,2 miliardi di dollari