martedì 20 maggio 2008

Nel decreto sicurezza si nasconde un'altra norma "ad personam" per Berlusconi

Posted on 1:00 PM by DF

Doveva essere il decreto legge per garantire la sicurezza dei cittadini e contrastare l`immigrazione. Rischia di diventare, per una norma che sembra fatta su misura per i processi di Berlusconi, un`altra scatola, un contenitore come lo fu la Cirielli, per risolvere i problemi giudiziari del Cavaliere. In particolare il processo per la falsa testimonianza Mills a Milano.

Si scopre tutto all`improvviso quando i testi, un decreto, un disegno di legge, tre decreti legislativi, arrivano all`esame del pre-consiglio a palazzo Chigi. Non c`è il reato d`immigrazione clandestina, ma in compenso, e si tratta di due norme su cui finora era stato mantenuto il più stretto riserbo nonostante le numerose anticipazioni, il governo vuole chiedere ai giudici di anticipare tutti i processi per fatti che abbiano messo «in pericolo la sicurezza pubblica e abbiano comportato grave allarme sociale».

Che vuol dire: i dibattimenti per violenze e rapine gravi andranno fatti prima di tutti gli altri. Ma non solo: scegliendo la data del 31 dicembre 2001, l`esecutivo decide di riaprire la possibilità, oggi vietata, di accedere al patteggiamento anche per tutti i processi già incorso. Quindi, anche per il processo Mills che è giunto ormai in dirittura finale. Solo «per valutare l`opportunità della richiesta» il decreto concede 60 giorni di tempo, un periodo in cui prescrizione e custodia cautelare restano «sospesi».

Non appena legge il testo, l`ex pm di Milano e leader dell`Idv Antonio Di Pietro esplode: «Questa norma è ancora più grave delle leggi ad personam fatte durante il precedente governo Berlusconi. È una legge ponte, un mezzo per un futuro colpo di spugna. Qui si approfitta di un`emergenza nazionale, di un problema di grave sicurezza, per infilare nel testo un articolo che non c`entra nulla e che si risolve nel buttare via il lavoro della magistratura e della polizia».

Di Pietro è una furia: «A tutti gli effetti, insisto, si tratta di un colpo di spugna mascherato. Il patteggiamento serve ed è utile perché concede uno sconto di pena all`imputato a patto che non si perda tempo nel fare il processo. Ma se invece il processo è già in corso, come in questo caso, e magari marcia verso la conclusione, questo patteggiamento a che serve? Siccome niente viene mai fatto per niente da Berlusconi, e la norma è irrazionale e del tutto irragionevole, è evidente che l`obiettivo è un altro: realizzare una legge-ponte, una legge-mezzo per giungere poi a un`altra, un nuovo lodo Schifani che blocchi i processi perle alte cariche dello Stato».

Articolo 2, comma 2, punto 4. L`articolato non lascia dubbi. Anche se è arrivato a palazzo Chigi dopo un duro braccio di ferro tra l`estensore del testo, giusto l`avvocato del Cavaliere Niccolò Ghedini, il ministro leghista Roberto Maroni e il sottosegretario aennino Alfredo Mantovano che non capivano bene le ragioni di quel patteggiamento ripescato proprio per i reati commessi fino al 31 dicembre 2001.

Perché mai quella data? Il sospetto era chiaro: giusto il processo Mills che si celebra a Milano, in cui Ghedini difende il premier, e che dopo la sospensione durante le elezioni si avvia ormai alla sentenza prevista per l`estate. Chi partecipa alle riunioni sul pacchetto sicurezza vede malissimo e si adira per la prima versione proposta da Ghedini, «la sospensione di un anno, prorogabile per un altro anno» per i processi in cui si può utilizzare il decreto appena approvato. All`esterno pare che Lega e An litighino con Ghedini sul reato d`immigrazione, ma la questione è ben altra.

Il contrasto è molto duro, l`avvocato del premier rimaneggia il testo e riduce da un anno a 60 giorni il tempo concesso all`imputato per decidere se accedere all`offerta del patteggiamento. Nel frattempo, in due interviste concesse al Sole24 Ore e al Corriere della Sera, l`avvocato e deputato di Forza Italia, illustra il suo provvedimento ma non parla mai delle misure per riaprire il patteggiamento.

Ieri la sorpresa, che mette subito in allarme i magistrati di Milano alle prese col processo Mills. Se effettivamente ci fosse una richiesta di patteggiare, il processo si bloccherebbe per due mesi giusto a ridosso della sospensione feriale. Sentenza rinviata a settembre. Poi chissà, come dice Di Pietro.

Ma intanto, anche se in appello il processo marcia diritto verso la prescrizione, Berlusconi potrebbe evitare una condanna che lo metterebbe di nuovo a disagio sul parterre internazionale dove il reato di falsa testimonianza è considerato in modo grave. Per questo è necessario che il decreto si approvi in fretta. Maroni assicura che «sarà legge entro luglio».

fonte: dagospia

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