mercoledì 7 maggio 2008

Class action, legge da rifare

Posted on 7:50 AM by DF

La legge sull’azione collettiva risarcitoria, la versione italiana della class action americana, entra in vigore il prossimo 29 giugno. Ma le incertezze interpretative legate al testo del nuovo articolo 140-bis del Codice del consumo sono talmente tante, «un numero impressionante», che «e assolutamente opportuno che il nuovo governo e la sua maggioranza adottino quanto prima un provvedimento di ulteriore sospensione … per svolgere un'adeguata riflessione parlamentare».

A lanciare il grido d’allarme sul debutto di questo «ibrido difficilmente classificabile», un’azione collettiva risarcitoria piena di «criticità, paradossi, contraddizioni, lacune ambiguità e passaggi al limite dell’incostituzionalità» è un’analisi sulla “class action all’amatriciana” pubblicato oggi dall’Istituto Bruno Leoni, a firma di Silvio Boccalatte, fellow di IBL.

Questo invito al futuro governo Berlusconi di congelare l’azione collettiva risarcitoria, introdotta con una soluzione «del tutto inopportuna» nell’ultima Finanziaria a firma del governo Prodi, non è una voce isolata dal coro: la preoccupazione che una cattiva legge faccia più danni che altro è condivisa da molte imprese che si sentono sotto tiro (soprattutto per il rischio reputazionale, per i lunghi tempi e gli alti costi legali per difendersi da una miriade di azioni scatenate dall’applicazione retroattiva della norma), da molte associazioni dei consumatori (che temono alti costi infruttuosi e un elevato rischio reputazionale in caso di fallimento delle azioni promosse) e da molti avvocati perplessi per le eccessive ambiguità applicative della legge. Un’analoga richiesta esplicita di sospendere la legge per migliorarla e correggerla è stata avanzata anche dal suo promotore, l’uscente ministro dello Sviluppo Economico Luigi Bersani, che però ha preferito andare avanti, rinviando i ritocchi a dopo ‘entrata in vigore, per evitare che la norma, importante per aumentare la tutela di consumatori e utenti, non finisca dimenticata in un cestino.

Nella sua analisi Boccalatte approfondisce il lungo elenco dei punti deboli della legge: il problema tra interessi collettivi, presupposto per ottenere l’ammissibilità e i diritti lesi di una pluralità di consumatori per quantificare il risarcimento eventuale; il raggio d’azione (cosa dire di disastri ecologici, investimenti in strumenti finanziari quotati?); la definizione di “impresa” (adozione della nozione ampia comunitaria o restrittiva italiana?); l’arduo compito dei giudici di «sbrogliare la matassa di questo caos normativo»; l’indeterminatezza e l’approssimazione nel definire il danno subito (attraverso la stipula di moduli, formulari, contratti firmati o non firmati come biglietti o abbonamenti); il triplice e poco chiaro ruolo del consumatore tra proponente, aderente e interveniente.

Da Il Sole 24 Ore, 24 aprile 2008

1 Response to "Class action, legge da rifare"

.
gravatar
Obiettivo Psicologia Says....

IlSole24Ore è da sempre critico verso questa "class action all'amatriciana". Detto ciò, è pure da segnalare che detto giornale è filo-industriale. Tenendo conto che Montezemolo si scagliò aspramente contro la CA, definendola addirittura INCIVILE (!!!), non mi colplisce che il "giornale delle industrie" sia contro l'unico strumento che potrebbe tutelare il consumatore! Daccordo invece con Bersani: intanto rendiamola operativa e poi vedremo di tararla... se la bloccano, sono sicuro che non tornerà più a galla, per la gioia degli industriali e la dannazione (ennesima) di noi cittadini e consumatori. Ch interessato: http://www.class-action-italia.it. Ciao Nicola