sabato 12 aprile 2008
FLAT TAX: la tassa piatta
Leggendo i programmi degli altri partiti, ci ha stupito non poco leggere nel programma de “La Destra” la proposta della flat tax.
Ovvio che immediatamente, per chi si è sempre lamentato dello scarso coraggio della politica italiana per proposte innovative e “radicali”, leggere ciò ha provocato un piacevole brivido mentale.
Per dovere di chiarezza, riportiamo il passo del programma elettorale del nuovo partito Santanché-Storace (!) sulla riforma fiscale:
“(…) siamo decisamente a favore dell’introduzione in Italia della flat tax, con una aliquota unica non progressiva, che si sostituisca alle odierne Irpef e Ires e sia dunque valida per i redditi di qualunque tipo, senza distinzione tra persone fisiche e imprese. La drammatica situazione dei conti pubblici non ci consente di proporre immediatamente l’applicazione della flat tax ai redditi delle persone fisiche, il cui gettito nell’anno 2006 è stato di 150 miliardi e 248 milioni di euro, pari al 34,8% di tutte le imposte incassate da tutte le pubbliche amministrazioni. L’applicazione della flat tax ai redditi delle persone fisiche, però, rimane nel medio periodo il nostro obiettivo. Proponiamo invece di iniziare immediatamente questo cammino virtuoso applicando la flat tax al reddito delle persone giuridiche, il cui gettito nel 2006 è stato di 35 miliardi e 915 milioni di euro, pari all’8,3% di tutte le imposte incassate da tutte la PA. La percentuale obiettivo che intendiamo proporre è del 20% da raggiungere in tre anni, riducendo del 2,5% all’anno l’attuale aliquota del 27,5%...”
Il passaggio è chiaro e più che condivisibile. Noi, sinceramente, ci vediamo lo zampino di un grande come Pagliarini, ex ministro leghista e da poco membro de “La Destra”.
La flat tax prevede, in sostanza, un sistema di tassazione nel quale ad ogni contribuente, persona fisica o azienda, viene applicata una sola aliquota, indipendentemente dal livello di reddito.
Il contrario dell'attuale sistema fiscale italiano (e della vecchia Europa), ovvero quello che prevede aliquote progressive crescenti all'aumentare del livello di reddito.
Alvin Rabushka, uno degli ideatori e studiosi della flat tax, ne individua almeno tre elementi positivi: minor incidenza sulle decisioni individuali, equità (ciascuno deve contribuire in egual percentuale) e semplicità.
Le positività economiche della flat tax sono quelle, più amplificate, che si avrebbero da un generalizzato e consistente taglio delle tasse, ovvero una consistente crescita economica.
A noi, ovviamente, non interessa solo la prospettiva economica ma anche quella umana ed ideale e la flat tax, a questo proposito, reintroduce la giustizia insita nella libertà individuale del diritto naturale e del diritto pre-statuale.
Garantisce un sistema di equità che non penalizza il merito e il successo, stimolando le persone a fare di più, senza vedere questo impegno finire nelle mani dello stato-predatore.
J.Landi
fonte: http://www.ultimathule.it/node/961
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