venerdì 11 aprile 2008

Ma da indipendentista padano alle urne preferirò la montagna - di GILBERTO ONETO

Posted on 10:53 AM by DF

Domenica prossima molti saranno attanagliati dai dubbi. Andare a votare? E per chi? Per quelli come me il dramma è triplo. Perché sono democratico (in senso ideologico e non partitico), liberale e autonomista. Come democratico mi ripugna partecipare a una elezione di cui sono già noti gli esiti: i giornali hanno pubblicato i nomi di chi andrà in Parlamento. Quasi tutti sicuri: balla solo un centinaio di poveretti cui va la mia umana comprensione e null'altro. Che razza di democrazia rappresentativa è quella dove non si può scegliere chi ci rappresenta? Una mezza dozzina di capataz ha già deciso per tutti. Perché perdere tempo: basterebbe dare ai segretari diritto di voto proporzionato al consenso del partito che dirigono, come per i millesimi nelle assemblee di condominio. Ci risparmieremmo l'umi liazione di essere rappresentati da peones che servono solo - evviva la sincerità del Berlusca! - ad alzare la mano a comando. Oltre a tutto sarebbe un bel risparmio. Come liberale, non trovo sullo scaffale della politica nessun prodotto che mi vada bene. Sono tutti statalisti, assistenzialisti, mezzogiornisti. Tutti conoscono un solo progetto: quello di prelevare i soldi dalle tasche dei contribuenti e trasferirli altrove. Nessuno licenzierà mai i pubblici dipendenti inutili o rilassati, nessuno di loro toglierà la pensione a invalidi arzilli o ai cari genitori di tutti gli stranieri che ci vengono a visitare. Non lo ha finora fatto la destra né la sinistra, perché dovremmo pensare che cominceranno dal mese prossimo. Silvio è certo personalmente più simpatico di Walterone (che in Padania non è un affettuoso maggiorativo ma un avvertimento) ma non dobbiamo decidere con chi preferiremmo trascorrere una serata ma chi dovrà introdurre le sue mani nelle nostre tasche. Sinceramente, non credo che quella di scegliere chi mi possa derubare sia sana espressione di libertà. I due programmi si somigliano, entrambi gli schieramenti sono pieni di fascisti e di socialisti, tutti gorgheggiano con passione le strofette di Mameli. Tutti vogliono salvare l'Alitalia e sappiamo chi pagherà. Come autonomista - di ciamo pure indipendentista padano - sono ancora più nelle canne. C'è un partito che si proclama tale ma che nella realtà si è comportato in maniera piuttosto ambigua e di recente cerca di portare via voti alla destra superandola in codineria, bigottismo e vocazioni questurine. Se - come si dice - aumenterà il suo consenso, sarà un buon segno perché vorrà dire che le idee cui viene ancora associato da molta gente sono vive e vegete. Però se vince si darà ossigeno a una classe dirigente sciamannata e frastornata che per il bene della Padania dovrebbe ritirarsi a produrre bitto in un alpeggio di alta montagna. Votarlo per affermare che la sola vera soluzione per la Padania è la Padania medesima, o non votarlo sperando di pensionare una banda di costruttori di sciagure? Un dilemma da azzoppare Amleto. Invidio i pochi (come i lombardi al Senato) che possono dare un voto di bandiera a qualche partitino autonomista. Per tutto ciò, buon senso, coerenza e dignità mi spingono a starmene a casa delegittimando in maniera plateale una casta di furbacchioni che ha tradito la democrazia, le istanze liberali e gli ideali autonomisti. Spero che domenica sia una giornata di sole splendido da consentirmi una bella camminata: l'aria sottile di montagna mi libererebbe da ogni residuo scrupolo.

Libero 10/04/08

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