mercoledì 30 aprile 2008
martedì 29 aprile 2008
"La deriva" ovvero La Casta n.2
Privilegi intoccabili e tagli impossibili
C’erano una volta le impiraresse che perdevano gli occhi a infilar perline, le filandine che passavano la vita con le mani nell’acqua bollente e le lavandere che battevano i panni curve sui ruscelli sospirando sul bel molinaro.
Ma all’alba del Terzo Millennio, al passo col resto del mondo che produceva ingegneri elettronici e fisici nucleari e scienziati delle fibre ottiche, nacquero finalmente anche in Italia delle nuove figure professionali femminili: le scodellatrici. Cosa fanno? Scodellano. E basta? E basta. Il moderno mestiere, per lo più ancora precario, è nato per riempire un vuoto. Quel vuoto lasciato dalle bidelle che, ai sensi del comma 4 dell’art. 8 della legge 3 maggio 1999, n. 124, assolutamente non possono dare da mangiare ai bambini delle materne. Detta alla romana: «Nun je spetta». C’è scritto nel protocollo d’intesa coi sindacati. Non toccano a loro le seguenti mansioni: a) ricevimento dei pasti; b) predisposizione del refettorio; c) preparazione dei tavoli per i pasti; d) scodellamento e distribuzione dei pasti; e) pulizia e riordino dei tavoli dopo i pasti; f) lavaggio e riordino delle stoviglie. Scopare il pavimento sì, se proprio quel pidocchioso del direttore didattico non ha preso una ditta di pulizie esterna. Ma scodellare no. Ed ecco che le scuole materne e primarie, dove le bidelle (pardon: «collaboratrici scolastiche») sono passate allo Stato, hanno dovuto inventarsi questo nuovo ruolo. Svolto da persone che, pagate a parte e spesso riunite in cooperative, arrivano nelle scuole alle undici, preparano la tavola ai bambini, scoperchiano i contenitori del cibo, mescolano gli spaghetti già cotti con il ragù e scodellano il tutto nei piatti, assistono gli scolaretti, mettono tutto a posto e se ne vanno. Costo del servizio, Iva compresa, quasi un euro e mezzo a piatto. Mille bambini, 1.500 euro. Costo annuale del servizio in un Comune di media grandezza con duemila scolaretti: 300.000 euro.
Una botta micidiale ai bilanci, per i Municipi: ci compreresti, per fare un esempio, 300 computer. Sulla Riviera del Brenta, tra Padova e Venezia, hanno provato a offrire dei soldi alle bidelle perché si facessero loro carico della cosa. Ottocento euro in più l’anno? «Ah, no, no me toca...». Mille? «Ah, no, no me toca...». Millecinque? «Ah, no, no me toca...». Ma ve lo immaginate qualcosa di simile in America, in Francia, in Gran Bretagna o in Germania? (...) E sempre lì torniamo: chi, se non la politica, quella buona, può guidare al riscatto un Paese ricco di energie, intelligenze, talenti straordinari, ma in declino? Chi, se non il Parlamento, può cambiare le regole che per un verso ingessano l’economia sul fronte delle scodellatrici e per un altro permettono invece agli avventurieri del capitalismo di rapina di muoversi impunemente con la libertà ribalda dei corsari? (...)
Giorgio Napolitano ha ragione: «Coloro che fanno politica concretamente, a qualsiasi schieramento appartengano, devono compiere uno sforzo per comprendere le ragioni della disaffezione, del disincanto verso la politica e per gettare un ponte di comunicazione e di dialogo con le nuove generazioni ». Ma certo questa ricucitura tra il Palazzo e i cittadini, necessaria come l’ossigeno per interrompere la deriva, sarebbe più facile se i partiti avessero tutti insieme cambiato quell’emendamento indecente infilato nell’ultimo decreto «milleproroghe» varato il 23 febbraio 2006 dalla destra berlusconiana, ma apprezzato dalla sinistra. Emendamento in base al quale «in caso di scioglimento anticipato del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati il versamento delle quote annuali dei relativi rimborsi è comunque effettuato». Col risultato che nel 2008, 2009 e 2010 i soldi del finanziamento pubblico ai partiti per la legislatura defunta si sommeranno ai soldi del finanziamento pubblico del 2008, 2009 e 2010 previsto per la legislatura entrante. Così che l’Udeur di Clemente Mastella incasserà complessivamente 2 milioni e 699.701 euro anche se non si è neppure ripresentata alle elezioni. E con l’Udeur continueranno a batter cassa, come se fossero ancora in Parlamento, Rifondazione comunista (20 milioni e 731.171 euro), i Comunisti italiani (3 milioni e 565.470), i Verdi (3 milioni e 164.920). (...)
E sarebbe più facile se i 300 milioni di euro incassati nel 2008 dai partiti sulla base della legge indecorosa che distribuisce ogni anno 50 milioni di rimborsi elettorali per le Regionali (anche quando non ci sono), più 50 per le Europee (anche quando non ci sono), più 50 per le Politiche alla Camera (anche quando non ci sono: quest’anno doppia razione) e più 50 per le Politiche al Senato (doppia razione) non fossero un’enormità in confronto ai contributi dati ai partiti negli altri Paesi occidentali. (...) Certo che ha ragione Napolitano, a mettere in guardia dai rischi dell’antipolitica. Ma cosa dicono i numeri? Che la legge attuale, che nessuno ha voluto cambiare, spinge i partiti a spendere sempre di più, di più, di più. Per la campagna elettorale del ’96 An investì un milione di euro e fu rimborsata con 4, in quella del 2006 ne investì 8 e ne ricevette 64. E così tutti gli altri, dai diessini ai forzisti. Con qualche caso limite come quello di Rifondazione: 2 milioni di spese dichiarate, 34 incassati. Rimborsi per il 2008? C’è da toccar ferro. (...) «Un fantastilione di triliardi di sonanti dollaroni». Ecco a parole cos’hanno tagliato, se vogliamo usare l’unità di misura di Paperon de’ Paperoni, dei costi della politica. A parole, però. Solo a parole. Nella realtà è andata infatti molto diversamente.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Ap) E si sono regolati come un anziano giornalista grafomane che stava anni fa al Corriere della Sera e scriveva ogni pezzo come dovesse comporre un tomo del mitico Marin Sanudo, il cronista veneziano che tra i 58 sterminati volumi dei Diarii e i 3 delle Vite dei Dogi e il De origine e tutto il resto, riuscì a riempire l’equivalente attuale di circa 150.000 pagine. Quando il vecchio barone telefonava in direzione per sapere della sua articolessa, il caporedattore sudava freddo: «Tutto bene il mio editoriale, caro?». «Scusi, maestro, dovrebbe tagliare 87 righe». «Togliete gli asterischi». Questo hanno fatto, dal Quirinale alle circoscrizioni, nel divampare delle polemiche sulle spese eccessive dei nostri palazzi, palazzetti e palazzine del potere: hanno tolto gli asterischi. Sperando bastasse spargere dello zucchero a velo per guadagnare un po’ di tempo. Per tener duro finché l’ondata d’indignazione si fosse placata. Per toccare il meno possibile un sistema ormai così impastato di interessi trasversali alla destra e alla sinistra da essere diventato un blocco di granito. (...)
Almeno una porcheria, i cittadini italiani si aspettavano che fosse spazzata via. Almeno quella. E cioè l’abissale differenza di trattamento riservata a chi regala soldi a un partito piuttosto che a un’organizzazione benefica senza fini di lucro. È mai possibile che una regalia al Popolo della Libertà o al Partito democratico, a Enrico Boselli o a Francesco Storace abbia diritto a sconti fiscali fino a 51 volte (cinquantuno!) più alti di una donazione ai bambini leucemici o alle vittime delle carestie africane? Bene: quella leggina infame, che avrebbe dovuto indignare Romano Prodi e Silvio Berlusconi e avrebbe potuto essere cambiata con un tratto di penna, è ancora là. A dispetto delle denunce, dell’indignazione popolare, delle promesse e perfino di una proposta di legge, firmata a destra da Gianni Alemanno e a sinistra da Antonio Di Pietro. Proposta depositata in un cassetto della Camera e lasciata lì ad ammuffire. Ma se non ora, quando?
Sergio Rizzo Gian Antonio Stella (1- Continua)
28 aprile 2008
fonte: Corsera
mercoledì 23 aprile 2008
Riaperta discarica abusiva a Savona
martedì 22 aprile 2008
Ecco chi è Raffaele Lombardo:
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=427533
domenica 20 aprile 2008
sabato 19 aprile 2008
un Briefing Paper sulla liberalizzazione ferroviaria
Speranze e Proposte
FEDERALISMO: in questi giorni si sente parlare spesso di Federalismo Fiscale ma occorre precisare come realizzarlo; non vorrei che dietro a queste parole ci fosse solo l’impegno a lasciare qualche denaro in più nelle casse di alcune regioni del nord, senza attuare un vero sistema federalista. Innanzitutto il federalismo fiscale è imprescindibile dal federalismo politico, ovvero è impensabile da attuarsi senza prima non aver riorganizzato i poteri dello Stato. Non vorrei una riorganizzazione come quella tentata dalla “Devolution” ma vorrei un federalismo ispirato ai valori liberali ed alle linee guida di Carlo Cattaneo, e nel concreto simile all’idea di riorganizzazione dei poteri operata quasi 10 anni fa da Gianfranco Miglio e descritta ampiamente ne “L’asino di Buridano”.
FISCO: attuando una seria riforma federale del nostro ordinamento, l’intero comparto fiscale dovrebbe essere demandato alle Regioni, ovvero lo Stato dovrebbe istituire una tassa unica per il mantenimento dell’apparato centrale e per quei compiti come sicurezza e difesa che dovrebbe mantenere sotto il suo controllo. A questo punto non avrebbe più senso mantenere 10/13 Ministeri ed uffici collegati; bisognerebbe ridurre il tutto ad 2/3 Ministeri simile al sistema burocratico federale statunitense, molto più snello e semplice. Tutte le altre tasse, compreso il prelievo fiscale, avviene a livello regionale creando, come in Svizzera, un federalismo fiscale competitivo tra regioni, cioè le regioni potranno scegliere se offrire maggiori servizi, quindi avere tasse più alte, o offrire meno servizi ma tasse meno elevate (libera concorrenza tra regioni). Tutto questo responsabilizzerà i nostri amministratori ed incentiverà l’offerta di servizi a prezzi maggiormente vantaggiosi.
TRASPARENZA: ogni tassa deve essere espressamente istituita per coprire il costo di un servizio. Oggi il cittadino non sa quando paga cosa compra dallo Stato, ne quanto gli costa un determinato servizio. Ci sono poi delle tasse come l’IVA che in altri paesi, come l’Inghilterra, sono vietate poiché non corrispondono ad alcun servizio erogato dallo Stato. Un cittadino paga l’Iva, ma poi lo Stato italiano cosa ci fa con quei soldi?
FLAT TAX: sperimentazione anche nel nostro paese del sistema fiscale della “tassa piatta” ovvero un aliquota unica per poter coprire i costi dello Stato centrale o per rilanciare quelle economie regionali che negli ultimi anni hanno perso terreno da regioni come la Lombardia o il Veneto. Si tratta di un aliquota unica non progressiva valida per i redditi di qualsiasi tipo, sia di persone fisiche che di imprese, che dovrebbe arrivare ad una percentuale del 20% in circa tre anni. Questo ridurrebbe nettamente la pressione fiscale e disincentiverebbe l’evasione in quanto si dovrebbe pagare di meno e con un sistema estremamente semplificato. Tutto questo è già realtà in alcuni paesi dell’Est come la Romania (in forte crescita economica) e da qualche mese anche nel cantone elvetico di Obsvaldo.
FEDERALISMO PORTUALE: oggi i porti italiani sono fortemente penalizzati rispetto ai porti europei in quanto gran parte del reddito generato non rimane sul territorio ma viene inviato direttamente a Roma. Basti pensare che il porto di Genova trattiene 0,18 euro di “diritti portuali” per ogni tonnellata movimentata, mentre Barcellona ne trattiene 1,05 euro. Questo fa capire perché Barcellona è in forte crescita mentre i porti liguri sono penalizzati dall’assenza di investimenti in infrastrutture, necessarie per la crescita economica del territorio.
DEMOCRAZIA DIRETTA: oggi ci troviamo uno Stato sempre più oppressore e meno liberale; occorre che i cittadini si riapproprino della “politica” e che la classe politica la smetta di auto legittimarsi compiti di cui non è stata delegata. Si parla spesso di rafforzare i poteri del “premier”. Ma poco o nulla di potenziare gli strumenti utili per una sovranità davvero popolare. Per la prima volta in Italia, il 18 novembre 2007 in Valle d’Aosta, è stata sperimentata la democrazia diretta di tipo propositivo: tramite referendum i cittadini possono esprimersi su varie proposte, se le approvano queste diventano effettivamente legge. Nel nostro ordinamento questo tipo di referendum non è previsto; penso sia importantissimo ora portare questa “opportunità” anche al di là dei confini della Valle d’Aosta. Solo con l’introduzione di strumenti di democrazia diretta il cittadino potrà eliminare la “Casta” e tenere realmente sotto controllo i propri amministratori. Con il referendum propositivo il cittadino potrebbe sostituirsi al legislatore, ma soprattutto dare un segnale chiaro alla politica: «O ci fate le leggi che ci servono, o ce le facciamo noi!» .
Index of Economic Freedom 2008
Libertà d’impresa – 76,8%
Nel complesso, la libertà di avviare, gestire e cessare un’attività economica è adeguatamente tutelata dall’ambiente normativo del Paese. Le autorità hanno snellito le relative procedure burocratiche. Avviare un’attività economica richiede in media 13 giorni, rispetto ad una media mondiale di 43 giorni. Ottenere una licenza commerciale richiede un numero di procedure pari a 19, inferiore alla media mondiale, e un periodo di tempo superiore alla media di 234 giorni. Cessare un’attività è abbastanza semplice.
Libertà di scambio – 81%
La politica italiana relativa agli scambi è identica a quella degli altri Stati Membri dell’Unione Europea. Nel 2005, la media ponderata delle tariffe doganali comuni dell’UE equivaleva al 2 per cento. Nelle politiche delle autorità europee si ravvisano tuttavia svariate barriere non tariffarie. Le autorità applicano normative alquanto restrittive in campo farmaceutico e bio-tecnologico, gli acquisti da parte degli enti pubblici non sono trasparenti e favoriscono la corruzione, le barriere all’ingresso al mercato dei servizi possono superare la media europea e la tutela della libertà intellettuale è debole. A causa delle barriere non tariffarie, dal punteggio complessivo dell’Italia in relazione alla libertà degli scambi sono stati detratti 15 punti percentuali.
Libertà fiscale – 54,3%
Le aliquote fiscali italiane sono molto alte. L'aliquota massima dell'imposta sul reddito è pari al 43 per cento, mentre l'imposta sulle società ha un'aliquota massima del 33 per cento. Tra le altre imposizioni fiscali, si annoverano l'IVA, un'imposta sugli interessi e una sulla pubblicità. Nell’ultimo anno, il gettito fiscale complessivo ha raggiunto il livello del 40,4 per cento del PIL.
Libertà dallo Stato — 29,4%
La spesa pubblica complessiva, comprendendo i consumi e le attività di redistribuzione del reddito (pensioni, sovvenzioni, ecc.) è estremamente elevata. Nell’ultimo anno la spesa pubblica ha raggiunto il livello del 48,5 per cento del PIL. Ridurre il deficit di bilancio e il debito pubblico (ancora superiore al 100 per cento del PIL) è una priorità, ma il progresso in questo campo è andato a rilento.
Libertà monetaria — 80,6%
L'Italia fa parte della zona dell'euro. L'inflazione italiana è relativamente bassa, con una media del 2,2 per cento tra il 2004 e il 2006. La relativa stabilità dei prezzi è il principale fattore dell'elevato punteggio per quanto concerne la libertà monetaria. Partecipando alla Politica Agricola Comune dell'Unione Europea, l'Italia offre sussidi alla produzione agricola, distorcendo in tal modo i prezzi dei prodotti agricoli. Le autorità, inoltre, dispongono ancora del potere di imporre controlli sui prezzi. Tra i beni e servizi soggetti a tariffe imposte a livello nazionale dallo Stato vi sono la fornitura di acqua potabile, l'elettricità, il gas, i pedaggi autostradali, i farmaci prescrivibili rimborsabili, le telecomunicazioni e i trasporti interni. In conseguenza di tali politiche, che distorcono i prezzi interni, dal punteggio complessivo del Paese è stato detratto un ulteriore 10 per cento.
Libertà d'investimento — 70%
L'Italia è aperta agli investimenti dall'estero, ma il governo può porre il veto all'acquisizione di imprese italiane che coinvolgano investitori stranieri. A partire dal 2006 il governo Prodi ha bloccato alcuni investimenti in aziende italiane. Gli investimenti dall'estero sono fortemente regolamentati per quanto riguarda il settore della difesa, l'industria aeronautica, l’esplorazione e l’estrazione di idrocarburi, la compagnia aerea di bandiera e le compagnie di navigazione. L’ente Sviluppo Italia sta cercando di attirare investimenti per il tramite di pacchetti di incentivi. Tra i principali incentivi negativi, vanno menzionati il peso eccessivo della burocrazia, l'inadeguatezza delle infrastrutture, la complessità della legislazione e la rigidità del mercato del lavoro. Gli stranieri, inoltre, non possono acquistare terreni adiacenti ai confini nazionali. Peraltro non vi sono ostacoli al rimpatrio di profitti, trasferimenti di fondi, versamenti o trasferimenti correnti.
Libertà finanziaria — 60%
Il credito viene assegnato ai termini stabiliti dal mercato e la partecipazione straniera è ben accetta. Il numero di banche di proprietà statale si è fortemente ridotto e oggi non restano che tre importanti istituti finanziari (la Cassa Depositi e Prestiti, Bancoposta e l’Istituto per il Credito Sportivo). Le sei banche più grandi contano per oltre il 54,6 per cento degli asset complessivi, sebbene la concentrazione in tale settore risulti inferiore che nel resto d’Europa. Le normative e i divieti possono risultare onerose e ottenere il controllo di un istituto finanziario richiede l'approvazione delle autorità pubbliche. Verso la fine del 2005 è stata promulgata una legislazione mirante a migliorare il sistema normativo. Il mercato assicurativo italiano è il quarto in Europa. Il governo sta cercando di rivitalizzare il mercato dei capitali.
Diritti di proprietà — 50%
I diritti di proprietà e i contratti sono tutelati, ma le vertenze giudiziarie sono lente e numerose aziende preferiscono giungere ad un accomodamento extra-giudiziario. Numerosi giudici sono politicamente orientati. La tutela dei diritti di proprietà è più debole di quanto non sia il caso in altri Paesi dell’Europa occidentale.
Libertà dalla corruzione — 49%
L'esistenza della corruzione viene nettamente avvertita. Sui 163 Paesi classificati nell'edizione del 2006 del Corruption Perceptions Index di Transparency International, l'Italia occupa il 45º posto. La corruzione è più comune di quanto non sia il caso in altri Paesi europei e gli italiano ritengono che i settori relativi agli investimenti siano particolarmente colpiti.
Libertà del lavoro — 73,5%
Le normative sull’occupazione, relativamente flessibili, potrebbero essere ulteriormente migliorate al fine di aumentare le opportunità d’impiego e la crescita della produttività. i costi non salariali di un lavoratore dipendente sono decisamente elevati, ma licenziare un dipendente in eccesso può essere agevole. Le normative sull’orario di lavoro sono relativamente rigide.
venerdì 18 aprile 2008
6° Insubria Festival
giovedì 17 aprile 2008
Esiste l'Italia?
Usare il web per costruire insieme un volume della rivista italiana di geopolitica. Nell'autunno 2008 Limes pubblicherà un volume sull'Italia e il suo sito si apre alle proposte e alle osservazioni di tutti. Attraverso limesonline raccoglieremo le vostre richieste, i vostri articoli, le vostre polemiche sul tema: Esiste l'Italia? E, in ogni caso, conviene l'Italia?
Così iniziava l’editoriale del volume di Limes intitolato “A che serve l’Italia” (4/94). Era l’autunno di quattordici anni fa. Oggi quel tema – la questione nazionale – appare ancora più essenziale. Di più: le ragioni che ci tengono insieme come Stato italiano – stiamo per festeggiarne (2011) i 150 anni – sono messe in questione implicitamente o apertamente da una notevole parte dei cittadini italiani. Molti dei quali si chiedono se l’Italia davvero serva, o se invece i loro interessi di sicurezza e di benessere potrebbero essere meglio garantiti in un altro contesto istituzionale – subnazionale e/o sovranazionale – se non addirittura in assenza di qualsiasi vincolo statuale o parastatuale. E si comportano come se l’Italia non esistesse. Nel loro orizzonte geopolitico e sociale, è l’idea stessa dello Stato italiano, e/o della nazione italiana, a essere messa in causa. Insomma: esiste l’Italia?
con cui Limes sta costruendo il volume dell'autunno 2008 dedicato all'Italia.
Leggi tutti gli articoli dello Speciale Esiste l'Italia?
Non è possibile immaginare tema più decisivo per una rivista italiana di geopolitica. E’ per questo che nel prossimo autunno vi dedicheremo un volume. In vista di questo obiettivo, e per sondare l’interesse e le opinioni dei nostri lettori, il sito di Limes si apre alle proposte e alle osservazioni di tutti. Nel corso dei prossimi mesi, raccoglieremo le vostre richieste, i vostri articoli, le vostre polemiche. Tutte riferite alla questione: Esiste l’Italia? E, in ogni caso, conviene l’Italia?
Uno dei nodi centrali, cui dedicheremo un’intera sezione, riguarda Milano e il suo rapporto con Roma e con il resto dell’Italia. Perché la questione milanese, come fulcro della questione settentrionale e non solo, è storicamente decisiva per l’assetto istituzionale del nostro paese. Per avviare il dibattito, abbiamo quindi deciso di partire da un testo breve ma stringente di tre giovani amici milanesi – Alessandro Aresu, Moris Gasparri, Matteo Scurati – che sottoponiamo alla vostra riflessione e alle vostre critiche.
Per avviare la discussione a partire dal web e costruire insieme il volume di Limes sulla questione italiana, contiamo sulle vostre idee!
Grazie fin d’ora
Lucio Caracciolo
fonte: http://limes.espresso.repubblica.it/2008/04/16/esiste-l%e2%80%99italia/?p=585
Sirchia condannato a tre anni per tangenti
Accolto quindi l'impianto accusatorio della Procura sulle tangenti nel mondo della sanità milanese, ma la pena è coperta da indulto ed i reati per cui Sirchia è stato condannato sono prossimi alla prescrizione.
"Una sentenza fuori dalla realtà e non condivisibile -ha commentato Sirchia- la tesi dell'accusa ha prevalso sulle testimonianze e sulle prove. Ovviamente mi riservo di impugnare la decisione del Tribunale ".
L'ex ministro ha inotre dichiarato di rispettare quanto deciso dai giudici, ma intende andare fino in fondo per difendere la suo onorabilità. Sirchia ha sempre sostenuto la propria estraneità ai fatti.
http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=9764&titolo=Sirchia%20condannato%20a%20tre%20anni%20per%20tangenti
martedì 15 aprile 2008
Elezioni Politiche: risultati savonesi
domenica 13 aprile 2008
Vandali a San Michele deturpata una scultura
La «cicogna», questo il nome dell’opera d’arte nel cui basamento di marmo è ricavata anche una fontana, ieri mattina appariva con il lungo collo piegato di novanta gradi e con gran parte del basamento sbrecciato. Danneggiato, probabilmente a calci, anche il rubinetto della fontanal.
Uno sfregio che gli abitanti della zona hanno notato immediatamente e che ha deturpato quello che dal 2002 - anno in cui il Comune ha installato la scultura - era diventato per tutti il simbolo, non solo artistico, di piazza Santa Cecilia. «La cicogna» ha una scultura quasi gemella a Savona, il «Ciclogallo» che si trova lungo la pista ciclabile di corso Ricci all’altezza delle Ammiraglie. L’opera della Bertagnin aveva vinto il concorso di scultura intitolato «La città al di là del fiume», premio Marino Bagnasco, organizzato dalla Terza Circoscrizione.
Al bando all’epoca aveva risposto una quindicina di artisti e le cinque opere finaliste erano state anche esposte in piazza S. Cecilia. Una giuria, formata da Giovanni Burzio, Maurizio Bagnasco, Cecilia Chilosi, Maria Teresa Castellana e Carlos Carlè aveva decretato la vittoria di Graziosa Bertagnin.
Lo sfregio alla scultura è avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì, ma stato scoperto solo ieri mattina. Alcuni passanti hanno avvertito i vigili urbani in servizio alle scuole elementari Astengo che si trovano a poca distanza da piazza Santa Cecilia. Altri hanno chiamato i carabinieri.
fonte: LaStampa, 11 aprile 2008
Prossimi impegni dei "Buio Pesto":
ore 10 - Palazzo Ducale, Genova
I Buio Pesto apriranno il "2° Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio" cantando l'Inno del Pesto, oramai noto in tutta Italia. www.pestochampionship.it
ore 14 - Trattoria Vettorazzi, via Alessio Olivieri 26 (traversa di via Archimede), Genova
I Buio Pesto parteciperanno all'inaugurazione della nuova sede del Fans Club, posta all'interno di questa trattoria.
www.buiopesto-fansclub.it
ore 18 - Centro Commerciale Fiumara, Genova
I Buio Pesto festeggeranno il sesto compleanno del centro commerciale con un concerto pomeridiano.
E l'indomani (Domenica 20 Aprile) alle ore 17, saranno nuovamente presenti per il taglio della torta! Tutto gratuito!
www.fiumara.net
Lunedì 28 Aprile
ore 15 - Biblioteca Berio, via Seminario 16, Genova
Massimo Morini e Massimo Bosso (Capitan Basilico) parteciperanno alla seconda edizione della manifestazione "Un Prestito Eccezionale". Per tutto il giorno una serie di personaggi noti dello sport, dello spettacolo e delle istituzioni si siederanno al posto degli addetti per svolgere il lavoro di prestito dei libri. il loro turno è tra le 15.30 e le 16.00.
http://it.wikipedia.org/wiki/Biblioteca_Civica_Berio
Mercoledì 30 Aprile
ore 20 - Cinema Olimpia, via XX Settembre 274r, Genova
I Buio Pesto assieme ad altri artisti liguri si esibiranno nell'ambito dell'inaugurazione di questo cinema, che esiste da moltissimi anni e che di recente è stato ristrutturato. La proprietà di questo storico cinema genovese è ora di uno degli sponsor che hanno finanziato il film Capitan Basilico. L'ingresso sarà gratuito!
Sabato 31 Maggio
ore 21 - Sala Chiamata del Porto, piazzale San Benigno (dalla Lanterna), Genova
I Buio Pesto si esibiranno in un mini concerto a favore della manifestazione "Music for Peace", dei Creativi della Notte.
Per ogni informazione sulla manifestazione: www.creatividellanottemusicforpeace.org
Sabato 7 Giugno
ore 16 - Hotel Europa, Rapallo (GE)
I Buio Pesto verranno insigniti del prestigioso premio internazionale "Myrta Gabardi".
www.myrtagabardi.org
Sabato 14 Giugno
ore 21 - Ricordi, via Fieschi, Genova
Presentazione del nuovo CD "Liguria"
Sabato 21 Giugno
ore 21 - Inizio Liguria Tour 2008, Giardino del Principe, Loano (SV)
Sabato 20 Settembre
ore 21 - Fine Liguria Tour 2008, Vaillant Palace (ex Mazda), Genova
Venerdì 3 Ottobre
ore 20 - Capitan Basilico, uscita film benefico nei cinema in Liguria.
Verranno organizzate alcune presentazioni pubbliche nei cinema, di cui di forniremo dettagli a Settembre.
Alcune dichiarazioni di Umberto Bossi tra il 1998 ed il 1999:
1999 - 1 ottobre "Io non ho le prove per dire che Berlusconi è un mafioso. Ma pochi, come lui, hanno fatto tanti soldi in poco tempo. Lui ci è riuscito passando attraverso la P2, Craxi e la legge Mammì. Che io sappia, non esiste una polvere magica per fare i soldi".
sabato 12 aprile 2008
Voto di scambio all'estero, Dell'Utri nelle intercettazioni
REGGIO CALABRIA — Stando all'inchiesta della procura di Reggio Calabria sui possibili brogli elettorali commissionati all'estero, spunta il nome del senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri. Dalle intercettazioni telefoniche il faccendiere-bancarottiere Aldo Miccichè, calabrese di Maropati, avrebbe affidato il compito di sostenere la lista Berlusconi alla cosca Piromalli di Gioia Tauro, il casato di 'ndrangheta più potente in Calabria. Miccichè, intanto, dal Venezuela dove si è rifugiato per sottrarsi alla condanna definitiva per bancarotta fraudolenta e millantato credito, avrebbe messo a disposizione del senatore di Forza Italia i suoi legami con il cartello di 'ndrangheta sudamericana per favorire il controllo del voto degli italiani all'estero, mobilitando i consoli onorari.
Nel dossier di circa 430 pagine consegnato al ministro dell'Interno Amato dal procuratore distrettuale di Reggio Calabria Francesco Scuderi e dal pm Roberto Di Palma, si capisce come le schede bianche, circa 50 mila, sarebbero diventate voto utile per il partito di Berlusconi. Miccichè al telefono con Dell'Utri si dice convinto che l'operazione andrà in porto. «Basterà pagare qualche addetto ai lavori — dice rivolgendosi a Del-l'Utri, chiamandolo per nome —. I responsabili delle votazioni si tapperanno entrambi gli occhi quando qualcuno dei nostri si preoccuperà di recuperare tutte le schede bianche e barrare la casella col simbolo Pdl». Per tutto ciò c'era un prezzo: 200 mila euro. L'esponente politico azzurro però chiede al faccendiere calabrese garanzie anche sul voto in Calabria. «Nessun problema», si affretta a ribadire dal Venezuela, Miccichè. E per sancire un'alleanza strategica con Dell'Utri invia a Milano Antonio Piromalli, reggente del casato, figlio di Pino, detto «Facciazza », in carcere con il 41 bis e suo cugino Gioacchino, avvocato, radiato dall'ordine dopo una condanna per mafia. Miccichè gli raccomanda al telefono di essere convincenti con il senatore azzurro, facendo trasparire tutta la potenza della cosca non solo in ambito provinciale, ma nell'intera regione. L'incontro avviene nello studio di Dell'Utri. Il senatore forzista resta entusiasta del colloquio tant'è che al telefono, successivamente, si congratula con Miccichè per avergli fatto conoscere due «bravi picciotti».
L'inchiesta della procura di Reggio Calabria nasce per caso e prende spunto da un omicidio. Quello di Salvatore Pellegrino, «l'uomo mitra», assassinato il 5 luglio dello scorso anno a Gioia Tauro. Pellegrino sarebbe stato ammazzato dai Piromalli — è l'ipotesi investigativa — perché ritenuto responsabile dei danneggiamenti alla cooperativa Valle del Marro, un tempo dei Piromalli e oggi, dopo la confisca, passata a Libera di don Ciotti. Le utenze dei Piromalli, in particolare quelle di Antonio e Gioacchino, sono messe sotto controllo. Si scopre così che i due rampolli della famiglia hanno continui scambi con Aldo Miccichè. Il faccendiere parla al telefono con tutti i politici italiani. Per gli inquirenti è un uomo che ha ancora molto potere in Italia. Si sente spesso con Clemente Mastella, allora ministro della Giustizia. In più occasioni parla anche con i suoi più stretti collaboratori. E chiede un favore: bisogna fare in modo che sia tolto il 41 bis a Pino Piromalli. La richiesta viene anche fatta a Dell'Utri, in cambio dell'appoggio elettorale dei Piromalli. L'indagine Why not della procura di Catanzaro coinvolge il ministro della Giustizia. È l'estate del 2007. La richiesta si blocca.
Carlo Macrì
12 aprile 2008
http://www.corriere.it/politica/08_aprile_12/voto_scambio_utri_5e0f8c4a-085c-11dd-883b-00144f486ba6.shtml
FLAT TAX: la tassa piatta
Leggendo i programmi degli altri partiti, ci ha stupito non poco leggere nel programma de “La Destra” la proposta della flat tax.
Ovvio che immediatamente, per chi si è sempre lamentato dello scarso coraggio della politica italiana per proposte innovative e “radicali”, leggere ciò ha provocato un piacevole brivido mentale.
Per dovere di chiarezza, riportiamo il passo del programma elettorale del nuovo partito Santanché-Storace (!) sulla riforma fiscale:
“(…) siamo decisamente a favore dell’introduzione in Italia della flat tax, con una aliquota unica non progressiva, che si sostituisca alle odierne Irpef e Ires e sia dunque valida per i redditi di qualunque tipo, senza distinzione tra persone fisiche e imprese. La drammatica situazione dei conti pubblici non ci consente di proporre immediatamente l’applicazione della flat tax ai redditi delle persone fisiche, il cui gettito nell’anno 2006 è stato di 150 miliardi e 248 milioni di euro, pari al 34,8% di tutte le imposte incassate da tutte le pubbliche amministrazioni. L’applicazione della flat tax ai redditi delle persone fisiche, però, rimane nel medio periodo il nostro obiettivo. Proponiamo invece di iniziare immediatamente questo cammino virtuoso applicando la flat tax al reddito delle persone giuridiche, il cui gettito nel 2006 è stato di 35 miliardi e 915 milioni di euro, pari all’8,3% di tutte le imposte incassate da tutte la PA. La percentuale obiettivo che intendiamo proporre è del 20% da raggiungere in tre anni, riducendo del 2,5% all’anno l’attuale aliquota del 27,5%...”
Il passaggio è chiaro e più che condivisibile. Noi, sinceramente, ci vediamo lo zampino di un grande come Pagliarini, ex ministro leghista e da poco membro de “La Destra”.
La flat tax prevede, in sostanza, un sistema di tassazione nel quale ad ogni contribuente, persona fisica o azienda, viene applicata una sola aliquota, indipendentemente dal livello di reddito.
Il contrario dell'attuale sistema fiscale italiano (e della vecchia Europa), ovvero quello che prevede aliquote progressive crescenti all'aumentare del livello di reddito.
Alvin Rabushka, uno degli ideatori e studiosi della flat tax, ne individua almeno tre elementi positivi: minor incidenza sulle decisioni individuali, equità (ciascuno deve contribuire in egual percentuale) e semplicità.
Le positività economiche della flat tax sono quelle, più amplificate, che si avrebbero da un generalizzato e consistente taglio delle tasse, ovvero una consistente crescita economica.
A noi, ovviamente, non interessa solo la prospettiva economica ma anche quella umana ed ideale e la flat tax, a questo proposito, reintroduce la giustizia insita nella libertà individuale del diritto naturale e del diritto pre-statuale.
Garantisce un sistema di equità che non penalizza il merito e il successo, stimolando le persone a fare di più, senza vedere questo impegno finire nelle mani dello stato-predatore.
J.Landi
fonte: http://www.ultimathule.it/node/961
venerdì 11 aprile 2008
Ma da indipendentista padano alle urne preferirò la montagna - di GILBERTO ONETO
Libero 10/04/08
domenica 6 aprile 2008
Lo sapevate che:
- La ricostruzione, tuttora incompleta, dell'Irpinia a seguito del terremoto del 1980 è costata più di 60mila miliardi di vecchie lire cioè il DOPPIO del costo di tutto il progetto e realizzazione dello sbarco sulla Luna
- I membri eletti della assemblea regionale siciliana sono parificati per costituzione ai deputati nazionali con uguali stipendi, pensioni e PRIVILEGI, UNICI tra le assemblee regionali a DOVERE essere chiamati "onorevoli"
- Il PIL prodotto da un cittadino lombardo è circa il TRIPLO di quello prodotto da un cittadino calabrese (nota 1)
- La linea ferroviaria più trafficata DEL MONDO è la Milano-Bologna con oltre 100mila treni all'anno (oltre 50mila treni per binario)
- In Lombardia ci sono 100 guardie forestali, mentre in Sicilia, con lo stesso territorio, ce ne sono 50mila, cioè cinquecento volte di più
- Le dimore storiche (palazzi antichi, castelli) assieme agli edifici religiosi (chiese, conventi) sono esenti da ICI cioè Nobili e la Chiesa non pagano la tassa sugli immobili
- Ogni cittadino della riviera ligure versa ogni anno 820 euro nelle casse delle amministrazioni comunali mentre un abitante della Sicilia o della Basilicata versa un tributo annuo inferiore ai 330 euro
- Nel 2006 il 70% di tuttto il disavanzo del servizio sanitario "nazionale" è stato causato da sole tre regioni; Lazio, Campania e Sicilia, regioni nelle quali però NON SI PAGANO i ticket sanitari...
- ...per cui un impiegato di Milano paga il ticket sanitario regionale mentre un dirigente ministeriale romano ad alto stipendio è esente
- In italia circa 6 milioni di persone, il 12% dei cittadini è analfabeta o meglio risulta essere privo di un qualunque titolo di studio
- A Milano, dati 2005, si sono pagati 2082 euro a cittadino di tasse contro i 604 euro di Enna cioè 3 volte e mezzo stante una media peninsulare di circa 1400 euro (nota 6)
- Roma ha 7mila dipendenti comunali di cui il 30% giornalmente risulta assente sul posto di lavoro
- Si calcola che la Fiat dal 1975 ad oggi abbia ricevuto sovvenzioni pubbliche per 220 MILA MILIARDI DI LIRE in buona parte per costruire stabilimenti nel Meridione
- Nel 2007 nella sola Napoli ci sono stai in media 10 morti ammazzati AL MESE per camorra
- La parte europea della Turchia è di gran lunga la parte più povera dell'Europa sia come reddito che come servizi sociali mentre la parte asiatica è ancora più povera
- L’Italia ha 574 MILA AUTO BLU: 8 volte quelle degli Stati Uniti e 40 volte di più in rapporto alla popolazione
- Nella raccolta differenziata dei rifiuti al primo posto, tra i capoluogo di provincia, c'è Novara con il 66,9% e all'ultimo posto Isernia con l'1,8%
- Alcune regioni del Norditalia coprono coi loro contributi previdenziali il 90-100% della loro spesa pensionistica mentre nel Sud la media della copertura è del 30-40%
- La pressione fiscale italiana al 43% è in realtà la media statistica tra il 30% circa del Sud e il 50% circa del Nord
- Il costo per metro quadro degli immobili a Milano è più alto che a Londra
- Il presidente della repubblica italiana costa allo stato 10 VOLTE di più di quanto la regina d'Inghiterra costi agli inglesi
- I parlamentari italiani godono di INCREDIBILI PRIVILEGI
- La Lombardia pur avendo DA SOLA IL 50% DEL TRAFFICO FERROVIARIO "NAZIONALE" non è interessata dall'apertura di tratte della TAV (Treno ad alta velocità)
- Legambiente, che nel Norditalia è CONTRARIA a tutte le tratte TAV, fa parte del comitato promotore Si-Tav della linea Napoli-Bari, adducendo motivazioni speculari a quelle per le quali in Padania è invece contro queste grandi opere ( http://www.lanuovaecologia.it/ecosviluppo/grandi_opere/7309.php )
- Il numero di veicoli circolanti per Km di strada in Lombardia è il TRIPLO rispetto alla Campania
- Nel periodo dei rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici si hanno degli "strani" picchi di inflazione grazie ai quali gli statali spuntano incrementi salariali più elevati
- Per sfrattare dall'abitazione chi non paga le rate del mutuo-casa occorrono 2-3 mesi negli USA, circa un anno in Germania e fino a sette anni in italia
- Le patenti di guida straniere non sono sottoposte alla regola dei "punti" per cui molte aziende di trasporto usano autisti immigrati che in caso di infrazione sono soggetti solamente ad ammenda pagata dall'azienda
- I dipendenti della regione Siciliana vanno in pensione con 20 (donne) o 25 anni di lavoro col 105% dello stipendio dell' ultimo mese di lavoro a differenza dei dipendenti privati che vanno in pensione con 35 anni di lavoro e il 70% della media dello stipendio degli ultimi 5 anni
- A parità di mansione, un dipendente pubblico guadagna il 37% in più di un dipendente privato...
- ...e che gli statali vanno in pensione col 100% dello stipendio ed i privati col 70%...
- ...perciò se un privato guadagna 1000 euro va in pensione con 700 euro mensili mentre il pari livello statale, stipendiato 1370 euro, percepirà 1370 euro di pensione ossia IL DOPPIO...
- ...e che la proposta di abolizione dello "scalone" prevede un abbassamento dei coefficienti di calcolo SOLO per i dipendenti privati
- Coloro che hanno a che fare con stranieri alle proprie dipendenze come colf, operai, domestici ecc... hanno più probabilità di subire furti, rapine, violenze in casa di chi non ha a che vedere con stranieri
- In Kossovo prima della albanesizzazione il 90% della terra coltivabile era coltivata. Ora solo l' 8% della terra coltivabile è coltivata per cui il Kossovo è costretto ad aderire a programmi di aiuti internazionali in derrate alimentari (nota 2)
- L' aliquota della tassa IRAP in Lombardia è il TRIPLO rispetto alla Campania e rispetto alla Sicilia
- I 3 uomini più ricchi del mondo hanno più ricchezza dei 48 stati più poveri
- Nel Sud la maggioranza delle richieste di adozione sono per bamnini dell' Est europeo (con carnagione chiara e capelli biondi) mentre nel Nord questa preferenza etnica è praticamente inesistente
- Il prelievo fiscale pro-capite nel Norditalia è circa il DOPPIO che nel Sud ed i trasferimenti statali ai comuni circa la META', sempre pro-capite
- Negli Stati Uniti (300 milioni di abitanti) ci son DUE MILIONI E MEZZO di dipendenti pubblici e in italia (58 milioni di abitanti) ci sono TRE MILIONI E MEZZO di dipendenti pubblici
- A New York City ci sono 50mila lavoratori del comparto edile in nero, il 25% di tutti gli edili
- In Toscana ci sono 55 associazioni di volontariato ogni 100mila abitanti ed in Campania 10 associazioni di volontariato, sempre ogni 100mila abitanti
- Nel 2007 la città di Napoli ha ricevuto in traferimenti 317,1 euro procapite, più del DOPPIO della media dei comuni capoluogo (302, 3 euro per abitante) (nota 6)
- In italia il 60% delle famiglie con mutui-casa è in ritardo coi pagamenti delle rate del mutuo
- La regione Lombardia spende il 31% del proprio budget sanitario per curare cittadini meridionali e cittadini stranieri
- La mafia ha smesso di fare attentati eclatanti nel '93 (contro Milano, Firenze, Roma e Maurizio Costanzo) e nel gennaio '94 è stato fondato il partito di Forza italia
- Gli immigrati sono coinvolti in oltre il 30% (nel Nord fino al 50%) degli incidenti stradali ossia circa 10 VOLTE di più rispetto alla percentuale sulla popolazione totale (nota 3)
- La percentuale di territorio selvaggio in Africa è pari al 28%, nel Nord America è del 38%
- Un lavoratore del Sud può ricevere 800mila vecchie lire al mese per un anno (circa 5000 euro) per andare a lavorare al Nord mentre ciò non è possibile se è un settentrionale che deve andare a lavorare al Sud
- Nel referendum istituzionale monarchia-repubblica del 2 giugno 1946 il 62% dei meridionali votò a FAVORE della Monarchia mentre nel Norditalia i monarchici furono il 31% (nota 4)
- In Trentino-Sud Tirolo ci sono circa 2 segretari comunali ogni 100mila abitanti ed in Molise circa 43 segretari comunali, sempre ogni 100mila abitanti (nota 5)
- La donazione di organi nel Norditalia è circa 10 VOLTE più diffusa per milione di abitanti rispetto al Sudtalia
- Negli Stati Uniti OGNI anno SCOMPAIONO nel nulla DECINE DI MIGLIAIA di persone
- Nel Norditalia il costo della vita è allineato con quello di Germania, Olanda e Inghilterra mentre i salari netti sono circa la metà sia nel settore pubblico che in quello privato
- Il prezzo dei carburanti è così alto anche per le seguenti addizionali:
-1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935
-14 lire per la crisi di Suez del 1956
-10 lire per il disastro del Vajont del 1963
-10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966
-10 lire per il terremoto del Belice del 1968
-99 lire per il terremoto del Friuli del 1976
-75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980
-205 lire per la missione in Libano del 1983
-22 lire per la missione in Bosnia del 1996
-0,02 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004
giovedì 3 aprile 2008
Dichiarazione dei redditi dei Politici
C’é poi Francesco Nucara (Pri) (223.412), il presidente del Consiglio Romano Prodi (217.221), Pier Ferdinando Casini (176.009), Antonio Di Pietro (175.137) e il Verde, Alfonso Pecoraro (173.999). Tra gli altri leader a seguire in classifica figurano Francesco Rutelli (159.527), Roberto Maroni della Lega (150.158), Gianfranco Fini (147.814), Lorenzo Cesa (132.540), Oliviero Diliberto (Pdci) (128.464) ed il socialista Enrico Boselli (126.254). Fanalino di coda è Franco Giordano con, appunto, 124.802 euro: solo poche centinaia di euro in più di Piero Fassino che ne ha dichiarati 194.292. Il più povero alla Camera, invece, è il segretario del Prc, Franco Giordano: per il 2006 ha dichiarato 124.802 Euro. Se fosse un’impresa la camera avrebbe fatturato nel solo 2006 306 milioni di euro (frutto della somma dei redditi dichiarati da tutti i 952 membri delle Camere).
Se si volessero fare i conti in tasca ai partiti invece risulterebbe il Popolo delle Libertà il più ricco sul redditometro mentre scivolerebbe in ultima posizione la sinistra arcobaleno. Il reddito medio a destra ammonta a 707mila euro annui sommando le dichiarazioni di Fi, An, Lega e Mpa, sei volte il risultato ottenuto sommando i redditi dei colleghi della Sinistra arcobaleno, la forza politica più povera del Parlamento. Il titolo di “poverelli” della Camera mal si addice però ai parlamentari della sinistra radicale con un reddito di “soli” 127.396 euro. Al secondo posto nella classifica delle retribuzioni medie ci sono i Socialisti di Enrico Boselli, con poco meno di 250 mila euro per eletto. Seguono l’Udc di Pier Ferdinando Casini (circa 165mila euro), il Pd-Idv di Walter Veltroni (pochissimo meno di 150 mila euro), seguita a qualche decina di euro di distanza dalla Destra di Daniela Santanché.
Quanto avrebbe dichiarato il leader emergente del Pd Walter Veltroni? 296.000 euro relativi al 2006, cifra che comprende i diritti d’autore per i libri pubblicati. Ammonta dunque a 138.949.570 euro la distanza economica, in base alla dichiarazione dei redditi, tra i due candidati più importanti alle politiche
Articolo tratto da Yahoo Finanza
martedì 1 aprile 2008
Regioni a Statuto Speciale
“Grazie alla riforma del 2001 del titolo V della costituzione le regioni a statuto ordinario hanno oggi la possibilità di raggiungere una maggiore autonomia, attraverso la contrattazione con lo stato su molte materie "concorrenti". Purtroppo le amministrazioni regionali hanno poco sfruttato questa possibilità. La principale causa è che gli stessi amministratori rappresentano, troppo spesso, gli interessi dei partiti anziché quelli del proprio territorio e dei Cittadini che li hanno eletti. Rispetto allo statuto ordinario, lo statuto speciale offre, comunque, una maggiore autonomia alle regioni, non solo sotto l'aspetto finanziario, ma anche sul piano amministrativo e legislativo.
Anche nella nostra regione, una Liguria sempre più povera, l'ottenimento di uno statuto speciale sul modello del Sud Tirolo, rilancerebbe la nostra economia e, conseguentemente, il settore occupazionale. La gestione, ad esempio, di parte degli oltre 4 miliardi di euro di gettito fiscale che i nostri porti producono ogni anno, permetterebbe un rilevante miglioramento delle nostre infrastrutture, un ritorno di competitività sui mercati internazionali, la progettazione di ulteriori e più funzionali piani di sviluppo, un più giusto ed equo rapporto tra entrate tributarie e servizi erogati alla collettività, un'amministrazione più efficiente grazie alla conseguente diminuzione della burocrazia.
L' ottenimento dello statuto speciale avrebbe, inoltre, un importante significato politico. Lo statuto speciale è una legge costituzionale, ottenuta tramite una contrattazione tra regione e stato centrale su quali competenze e relative coperture finanziarie trattenere sul territorio e quali cedere, invece, al governo centrale. Al contrario, lo statuto ordinario e successive modifiche nascono da un dibattito interno alla regione stessa, le cui forme e condizioni di autonomia sono, comunque, dettate dall'attuale costituzione.
E' evidente, quindi, come nel caso dello statuto speciale sia la regione a cedere parte della propria sovranità allo stato centrale, mentre nel caso dello statuto ordinario avviene il contrario, ovvero la regione è limitata nel chiedere le sole forme di autonomia che lo stato decide di concedere”.
Andrea Giribaldi, concludendo il suo discorso, ha espresso, inoltre, la propria personale solidarietà e quella dell’intero movimento nei confronti del popolo tibetano, vittima, non solo oggi, di continue violenze e repressioni da parte del regime cinese occupante. Tutti i presenti si sono uniti in un lungo applauso.