venerdì 22 febbraio 2008

PASSO AVANTI SULLA VIA DELL'AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO VENETO!

Il 20.02.08 il Tribunale di Venezia, in pubblica udienza ha formalmente dichiarato che la magistratura italiana non ha il potere di decidere sulle domande proposte da Life Treviso in merito alla causa promossa contro lo Stato Italiano. Passando di fatto le consegne alla magistratura internazionale!
(ANSA) - VENEZIA, 20 FEB - Il plebiscito del 1866 con cui il Veneto e Mantova dissero sì all'annessione al Regno di Sardegna sarà oggetto di richiesta di annullamento al Tribunale dei diritti dell'uomo. A chiedere un giudizio in questo senso sono gli imprenditori della Life (Liberi imprenditori federalisti europei) divenuti noti alle cronache alla fine degli anni '90 per le battaglie antifisco e a favore dell'autonomia del Veneto. L'idea della Life sarebbe quella di ottenere, attraverso una sentenza di annullamento del plebiscito, "l'indipendenza del popolo veneto" in base alla Carta dei diritti dell'uomo. Il presidente della Life, Daniele Quaglia, ha deciso di rivolgersi al Tribunale di Strasburgo dopo che oggi il giudice Roberto Zacco, del Tribunale di Venezia, si è detto impossibilitato a prendere una decisione in sede civile sull'annullamento del plebiscito, perché non competente in materia. "Di fatto - riferisce Quaglia - il giudice ha detto che siamo di fronte a trattati e questioni di livello internazionale e che quindi devono essere affrontati in altra sede". I secessionisti, giudicando favorevolmente questo pronunciamento, si sono poi recati in pellegrinaggio alla Basilica di San Marco. (ANSA).

martedì 19 febbraio 2008

Invito alla presentazione della collana dei libri di Miglio

La nuova collana di libri dedicata a Gianfranco miglio viene presentata Giovedì, 21 febbraio, ore 19.30, presso la Sala Carmagnola dell’Hotel Cavalieri, in Piazza Missori a Milano. Saranno presenti: Marco Bassani, professore all’Università di Milano, allievo e collaboratore di Miglio; Vittorio Feltri, direttore di Libero; Alberto Mingardi, collaboratore di Libero; Gilberto Oneto, curatore della collana; Gianluigi Paragone, vice-direttore di Libero. Il pubblico potrà intervenire nella discussione.

In Kosovo la legalità internazionale è stata violata

Il 17 febbraio ’08 il capo clan dell’UCK Hashim Thaci ha proclamato, con un ennesimo atto illegale, l’indipendenza unilaterale della provincia Serba del Kosovo (negli ultimi 10 anni è la quarta proclamazione d’indipendenza del cosiddetto “Stato kossovaro”).

Vorrei ricordare come alle ultime elezioni del Kosovo, tenutesi il dicembre scorso, solo il 45 % della popolazione era andata a votare. Oggi il governo Kossovaro rappresenta, quindi, solo una minoranza della popolazione, sia sotto il profilo politico che sotto il profilo etnico. Trovo quindi illegittimo l'atto di indipendenza proposto da questa “minoranza”, come trovo inconcepibile l'appoggio internazionale dato dall'Unione Europea, Italia in primis.

Molti albanesi da anni si sono trasferiti in terra serba, e per questo vanno sicuramente tutelati e riconosciuti; ma è impensabile che questi possano prendere simili decisioni nei confronti di chi da secoli abita legittimamente quelle terre. Il grave presagio per il futuro è di una pulizia etnica a danno dei serbi e del ripetersi di situazioni simili nel resto d'Europa. Esempio: in Italia una minoranza di immigrata, insediata prevalentemente in una particolare area, potrebbe ritenere legittimo dichiarare l'indipendenza dall'Italia. Questo per me è inammissibile. Per questi motivi mi sento di esprimere solidarietà al popolo serbo e mi auguro che la sciagurata politica estera del Mininistro D'Alema possa dissolversi al più presto.

venerdì 15 febbraio 2008

Giancarlo Pagliarini: il 28 gennaio a TL

L'inciucio itagliano. 2008: la storia si ripete





mercoledì 13 febbraio 2008

Finalmente Gianfranco Miglio!


A partire da giovedì 14 febbraio verranno – a cadenza settimanale – allegati al quotidiano Libero cinque libri di una collana dedicata a Gianfranco Miglio col seguente calendario:

14 febbraio – Gianfranco Miglio, L’asino di Buridano. Gli italiani alle prese con l’ultima occasione di cambiare il loro destino. Prefazione di Roberto Formigoni
21 febbraio – Gianfranco Miglio e Marcello Veneziani – Padania, Italia. Lo stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai esistito? A cura di Marco Ferrazzoli
28 febbraio – Gilberto Oneto – La questione settentrionale. Mito, storia e realtà della Padania. Prefazione di Marco Bassani
6 marzo – Augusto Barbera e Gianfranco Miglio – Federalismo e secessione
13 marzo - Gianfranco Miglio e Henry David Thoreau, Disobbedienza civile. Prefazione di Alessandro Vitale.

Sono opere di grande interesse e attualità, soprattutto per il particolare momento politico che si sta vivendo. I libri di Miglio non venivano ristampati da molti anni e sono praticamente introvabili. Si tratta perciò di una occasione straordinaria di conoscenza e di diffusione delle idee del Professore, mai così attuali e fondamentali.

mercoledì 30 gennaio 2008

Per i Liguri un 2008 di Tasse


L'anno che è appena iniziato non sembra essere favorevole ai contribuenti liguri; infatti da un recente rapporto dell'Ifel, l'Istituto per la finanza e l'economia locale, i cittadini liguri risultano i più “tartassati”: ogni ligure versa mediamente 820 euro all'anno nelle casse comunali, mentre in Sicilia o Basilicata il contributo scende a meno di 330 euro. Inoltre si deve aggiungere un imminente sovra tassa sui rifiuti, annunciata dall'Assessore Regionale Zunino, che dovrebbe avere la finalità di incentivare la raccolta differenziata.

Anche sul fronte Ici la Liguria risulta essere al vertice, difatti l'aliquota Ici media sulla prima casa risulta essere del 5,34%, in aumento rispetto al 2005 e superiore a quella nazionale (5,04%). Importante sottolineare come, anche in questo caso, le aliquote più basse sono associate alle regioni a Statuto Speciale come, nello specifico, Valle d'Aosta, Sardegna e Trentino, dove dal prossimo anno alcuni comuni elimineranno definitivamente l'aliquota sulla prima casa. Questo sarebbe possibile anche da noi se la nostra Regione riuscisse a trattenere un maggiore quantitativo della sua ricchezza che, invece, prende la via della Capitale, in particolare mi riferisco a quel gettito portuale che ammonta a quasi 4 miliari di euro annui e del quantitativo economico derivante dai canoni demaniali delle nostre spiagge.

Infine vi è un altro motivo di pessimismo per i contribuenti liguri, ovvero le probabili elezioni politiche. Se si andasse di nuovo alle urne i partiti incasserebbero fino al 2011 rimborsi elettorali doppi: sia quelli maturati per la quindicesima legislatura che quelli relativi alla sedicesima. Infatti come previsto da una legge del 2006, votata da entrambi gli schieramenti, i partiti possono continuare ad incassare i rimborsi elettorali anche in caso di voto anticipato; tutto questo si traduce in un aggravio di costi di 300 milioni di euro per lo Stato e quindi, di conseguenza, sui cittadini.

martedì 29 gennaio 2008

Con il voto 300 milioni in più ai partiti


di Mariolina Sesto

C'è un motivo per il quale il voto anticipato conviene a tutti i leader nessuno escluso: se si andasse alle urne i partiti incasserebbero fino al 2011 rimborsi elettorali doppi. Sia quelli maturati per la quindicesima legislatura che quelli relativi alla sedicesima.Per le forze politiche la fine anticipata della legislatura si trasformerebbe in un business finanziario, per lo Stato in un aggravio di costi pari a circa 300 milioni di euro. E a poco vale a questo punto il taglio del 10% al fondo annuale per i rimborsi scattato con la Finanziaria: l'aggravio per lo Stato sarà di 270 milioni anziché di 300.I fondi elettorali di Camera e Senato ammontano infatti a circa 50 milioni di euro ciascuno e sono costituiti calcolando la cifra di 1 euro per ogni avente diritto al voto. Per le elezioni di aprile 2006 gli aventi diritto al voto erano precisamente 50.098.305 (47.258.305 gli aventi diritto al voto in Italia e 2.840.000 quelli all'estero). Da questo fondo ad ogni partito è attribuita una quota sulla base delle percentuali di voto ottenute. Una leggina ad hoc approvata con voto bipartisan a inizio 2006, poco prima di andare a votare, sancì il diritto dei partiti a continuare a incassare i rimborsi anche in caso di voto anticipato. Da qui l'affare: se la legislatura si esaurisce prima della sua naturale scadenza lo Stato deve comunque pagare le somme già maturate per tutti e cinque gli anni. Proprio in base a questa leggina Forza Italia ha potuto cartolarizzare i contributi che deve ancora riscuotere. Ed anche il Pd potrebbe avere la sua convenienza: Ds e Dl continueranno a incassare le risorse relative alla XV legislatura; il Pd avrà i fondi della XVI.«È evidente che se si fosse abolita la norma inserita nel febbraio 2006 si potevano risparmiare circa 100 milioni all'anno, che invece saremo costretti a spendere se le Camere verranno sciolte a giorni – calcola Silvana Mura, deputata dell'Idv –. Cosa che avevamo ampiamente annunciato e che per ben due volte abbiamo cercato di evitare con degli emendamenti alla finanziaria 2007 e 2008».«Purtroppo –commenta con amarezza Mura – questo nonè stato possibile per l'ostilità di tutte le altre forze politiche».

venerdì 21 dicembre 2007

La risposta della Presidente Mercedes Bresso

Qualche giorno fa, alla lettera inviata sia a Claudio Burlando che a Mercedes Bresso, è stata data risposta proprio dalla Presidente della Regione Piemonte:

Egr. Sig. Danilo Formica,
desidero ringraziare Lei e tutta l'Associazione Obiettivo Nord Ovest per l'interesse dimostrato nei confronti del progetto intrapreso dalle Giunte regionali di Piemonte e Liguria di collaborazione e di integrazione reciproca in quegli ambiti politici che vedono i due territori marciare secondo gli stessi ideali e interessi. Al contempo si sta valutando, grazie all'apporto di importanti costituzionalisti, quali vie seguire per dare maggiore autonomia alle due Regioni. Con la Regione Liguria stiamo andando avanti cercando appunto di sviluppare più percorsi di collaborazione e, sono sicura, i risultati che ne verranno fuori saranno buoni, ma non possono, nè devono, essere affrettati. E' bene tuttavia ricordare che, anche con maggiori condizioni di autonomia regionale, non potremmo avere certo le stesse risorse delle Regioni a statuto autonomo. Ho avuto modo di visitare il Vostro sito web (www.obiettivonordovest.org) e di partecipare all'interessante sondaggio; i più vivi complimenti! I miei migliori saluti e Auguri sinceri di Buone Feste,
Mercedes Bresso

mercoledì 12 dicembre 2007

Lettera aperta al Presidente della Regione Liguria


Egregio Presidente Claudio Burlando,

da qualche mese Lei e la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso state promuovendo accordi interregionali volti alla cooperazione tra territori complementari ed a una maggiore autonomia.

Mercedes Bresso ha precisato, inoltre, come lo scopo di entrambe le Giunte sia quello di arrivare, per le nostre regioni, ad una forma di autonomia simile a quella sud tirolese. In questi mesi avete siglato accordi in materia di sanità e promozione turistica, ma difficilmente il cittadino si è reso conto delle potenzialità del vostro progetto.

E’ di questi giorni la notizia che, con la nuova finanziaria, saranno stanziati trenta milioni di euro per finanziare quei comuni che avevano chiesto il passaggio da una regione a statuto ordinario ad una a statuto speciale (come Cortina D’Ampezzo in Veneto); sempre di questi giorni è la notizia che in Trentino l’ICI scomparirà definitivamente dal 2008. Spesso, a queste notizie non viene attribuita l’importanza che meritano e non arrivano ai cittadini.

E’ certamente utile proporre reciproci accordi sulla promozione di prodotti tipici locali a Savona o a Torino, ma è sicuramente più importante affrontare tematiche concrete per spiegare al cittadino quanto, in termini economici, rimarrebbe sul nostro territorio e quanto si risparmierebbe ogni anno. Basti pensare che oggi Bolzano amministra circa 4 miliardi di euro (la Provincia di Roma solo 800 milioni) dovuto anche al fatto che il 90 % dell’Irpef ed il 40 % dell’Iva ritorna nelle casse delle due Province Autonome.

Auspico quindi un maggiore coinvolgimento dei cittadini ed una maggiore concretezza politica. Se dal 2008 l’Ici non esisterà più per i cittadini trentini, quando diventerà una realtà anche per i liguri? Quando potremmo trattenere anche noi il 90 % dell’Irpef? Perché Cortina deve ricevere fondi per non “scappare” in Trentino e noi no? Dobbiamo forse promuovere un referendum di annessione alla Regione Autonoma della Sardegna?

Danilo Formica

Free Tibet

Domani sera, 13 dicembre, dalle ore 21.20 la Web Tv di Obiettivo Nord Ovest propone una serata sul tema "Tibet Libero". Dopo la visita del Dalai Lama a Milano nei giorni scorsi, riteniamo doveroso contribuire anche noi, per il poco che possiamo fare, all'azione di sensibilizzazione finalizzata al riconoscimento di una vera autonomia e dei diritti umani al popolo tibetano.
Free Tibet:
Giovedì 13 dicembre alle 21.20 su http://www.obiettivonordovest.blogspot.com/

giovedì 6 dicembre 2007

buoni propositi, ora però vogliamo i fatti


Mi trovo in totale sintonia con le parole espresse dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Durante l'incontro con la comunità economica, a Milano, il Presidente Napolitano ha sottolineato come sia un dovere attuare il titolo V della Costituzione. Auspico, però, che tali parole trovino la giusta concretezza nella realtà; troppe volte si è sentito parlare di federalismo in modo distorto e strumentale. Per me, attuare il federalismo significa lasciare le risorse sul territorio che le ha generate, rendere responsabili gli enti più vicini al cittadino e garantire maggiore trasparenza su come vengono investiti ed utilizzati i soldi pubblici.
Sono favorevole all'attuazione del federalismo fiscale senza prescindere da un federalismo politico: non esiste, infatti, realtà dove si sia realizzato un federalismo fiscale senza prima aver attuato un’opera di grande decentramento di competenze, anche legislative, agli enti locali. Infine, dal momento che lo stesso Presidente della Repubblica invita ad attuare quel poco di federalismo che già esiste in Costituzione oggi, invito il Presidente della Regione Liguria a fare pressione presso gli organi competenti e chiedo altresì a che punto sia l'iter, proposto quest'estate, per la creazione di una macro regione a statuto speciale sul modello sud tirolese. Infatti, dopo gli annunci di luglio, sono mesi che non si sente parlare di autonomia. Valuto essenziale portare avanti questo progetto per garantire una nuova forma di sviluppo alla nostra regione e per potersi esprimere su scenari politico – economici, autonomamente, a livelli internazionali.

martedì 27 novembre 2007

Tavola rotonda sull'Europa


Sabato 1 dicembre, in occasione del centenario di Altiero Spinelli, presso la Sala Commissioni di Palazzo Marino, Piazza Scala 2, Milano, si terrà un convegno dal titolo: "Dal manifesto di Ventotene agli Stati Uniti d'Europa". L'apertura dei lavori, alle ore 9.30, sarà seguita da una tavola rotonda prevista per le ore 10.30 nella quale si discuterà del "ruolo dell'Italia e dei Paesi fondatori nella battaglia per l'Europa. Interverrà anche Giancarlo Pagliarini che, in chiave federalista, affronterà il tema della "Europa delle Regioni".

venerdì 23 novembre 2007

Federalismo portuale


Il federalismo portuale, tanto atteso dai liguri, ha fatto, in questi giorni, importanti passi in avanti, grazie anche al lavoro del Presidente della Regione Burlando, che, con coraggio, ha promosso e sostenuto il progetto a Roma. Non bisogna, però, cantare vittoria troppo presto, in quanto non è stata ancora resa nota quale sia la somma che rimarrà sul territorio e quale confluirà nelle casse di Roma. In questo senso occorre un cambiamento sostanziale!

Due considerazioni:
a) tra 2005 e 2006 il porto di Genova ha perso il suo storico primato nel Mediterraneo a favore di Barcellona e Valencia;
b) a fronte di 0,64 euro di "diritti portuali" per tonnellata movimentata a Rotterdam, 0,78 a Valencia, 0,89 a Marsiglia e 1,05 a Barcellona, ai porti liguri restano solamente 0,18 euro.

Analizzando questi dati si evince che pochi centesimi in più trattenuti sul nostro territorio non sarebbero sufficienti a rendere i nostri porti competitivi con il resto d'Europa ed un provvedimento poco risolutivo si trasformerebbe in semplice propaganda politica. Riteniamo, inoltre, un grosso errore, l'intenzione del Presidente dell'Authority di Savona di creare un solo comprensorio portuale tra Genova e Savona, in quanto un "cartello" porterebbe soltanto all'immobilismo e all'inefficienza.

Al contrario, una volta ottenuta l'autonomia finanziaria, la concorrenza tra i porti liguri favorirebbe la "gara" all'offerta dei maggiori servizi ed ai prezzi minori, si investirebbe il capitale per migliorare le infrastrutture e si acquisirebbe maggiore competitività sul mercato portuale europeo. Per di più, con un'unica authority, si correrebbe il rischio di indirizzare tutte le risorse verso un unico territorio, a svantaggio di un'altro. Prendiamo esempio dalla vicina Svizzera e trasferiamo, al nostro sistema portuale, il "federalismo fiscale competitivo" che applicano i cantoni elvetici. Autonomia e concorrenza sono le ricette per rilanciare la nostra economia.

martedì 20 novembre 2007

L’esportazione dell’esperimento referendario della Valle d’Aosta


Si parla spesso di rafforzare i poteri del “premier”. Ma poco o nulla di potenziare gli strumenti utili per una sovranità davvero popolare. Non tutti sanno che domenica scorsa, nonostante il silenzio della maggior parte dei mass media, è stata una giornata importante per la nostra democrazia. Per la prima volta in Italia è stata sperimentata la democrazia diretta di tipo propositivo: tramite referendum i cittadini possono esprimersi su varie proposte, se le approvano queste diventano effettivamente legge.

Nel nostro ordinamento questo tipo di referendum non è previsto; è stato introdotto da qualche anno solo in Valle d’Aosta, dove si è tenuta la prima “sperimentazione” referendaria. Purtroppo i cittadini, anche su suggerimento dei principali partiti locali, non sono andati a votare, non raggiungendo il 45% necessario per la validità della consultazione. Penso sia importantissimo ora portare questa “opportunità” anche al di là dei confini della Valle d’Aosta. Solo con l’introduzione di strumenti di democrazia diretta il cittadino potrà eliminare la “Casta” e tenere realmente sotto controllo i propri amministratori. Basti pensare che uno dei quesiti referendari valdostani su cui i cittadini dovevano esprimersi riguardava la realizzazione di un ospedale unico: situazione che qui da noi è stata portata avanti, dai nostri amministratori, senza chiedere alcuna opinione ai cittadini.

Se oggi ci fosse un referendum propositivo qui in Liguria, il cittadino potrebbe decidere, ed eventualmente bloccare, progetti come il porto della Margonara e il porto container a Vado. Purtroppo invece tutto questo qui da noi è fantascienza ed il cittadino viene interpellato solamente ogni 5 anni per scegliere se è meglio un simbolo che un altro. Ma realmente poi in quei 5 anni che poteri ha di controllo su quei amministratori che ha fatto eleggere? Con il referendum propositivo il cittadino potrebbe sostituirsi al legislatore, ma soprattutto dare un segnale chiaro alla politica «O ci fate le leggi che ci servono, o ce le facciamo noi!» .

giovedì 15 novembre 2007

I Liguri


In questa cartina riferita alla Gallia Cisalpina del 200 A.C. si riconoscono molto bene le realtà etnolinguistiche che oggi costituiscono le radici etniche e genetiche principali dei Popoli Padano Alpini: in verde chiaro, i popoli Celti: Insubri, Cenomani, Orobi, Boi, Lingoni, Senoni, ecc; In Verde scuro, in alto a destra, i Veneti, popolo non celtico proveniente molto probabilmente dai Balcani (altri parlano dell'attuale Boemia, culla dei "Vendi", o "Venedi", antico popolo secondo alcuni germanico, secondo altri slavo), ma in parte culturalmente "celtizzato" (come dimostrano molte scoperte archeologiche in Veneto); In Arancione i Liguri, con i popoli appennini: Taurini, Statielli, Apuani, ecc, tutti popoli pre-indoeuropei di stirpe antichissima e parente stretta degli attuali Baschi; In Verde scuro, sotto la linea Gotica, gli Etruschi. Da notare che nella cartina, il confine settentrionale dell'Italia corisponde proprio allo spartiacque dell'Appennino tosco-emiliano, (in rosso nella cartina). Conquistati da Roma, questi popoli subirono solo in piccola parte la romanizzazione etnica, ma linguisticamente si assimilarono al latino, che unifico' nella parlata queste genti che appartenevano a radici etnolinguistiche differenti tra loro (come già detto, Liguri e Apuani non erano indoeuropei, come invece i vicini Galli Cisalpini). Tuttavia, le radici linguistiche di questi popoli rimasero, in particolare le radici linguistiche celtiche, che assimilandosi al latino volgare parlato dalla popolazione diede origine appunto alle lingue galloromanze parlate oggi in Padania. Non rimane traccia della lingua degli antichi liguri e degli apuani, che finirono per assimilarsi linguisticamente ai galloromanzi; analogamente fecero i Veneti, i quali mantennero pero' una lingua propria distinta, sempre pero' nell'ambito gallo-romanzo.

mercoledì 14 novembre 2007

La questione del federalismo


di Gilberto Oneto

Poche altre idee come quella federalista sono state svillaneggiate e distorte. Dodici anni fa Marco Bassani, William Stewart e Alessandro Vitale hanno trovato e catalogato 407 tipi e versioni di federalismo nel panorama culturale e storico mondiale. Negli ultimissimi tempi l’italica inventiva ha allungato a dismisura l’elenco: sono comparse perle come il “federalismo solidale” o un improbabile “federalismo imperiale” attribuito niente di meno che a Julius Evola. Il federalismo è diventato una coperta di ogni colore, estendibile a piacere come le gambe di Tiramolla per coprire qualunque cosa. Così tutto è federalismo (anche il contrario del federalismo) in questo straordinario Bel Paese in cui mafiosi siedono in Commissioni anti-mafia, i processi si tengono sui rotocalchi e i “buoni” sono sempre più spesso i cattivi. Qui tutti sono federalisti, anche Gianfranco Fini e Agazio Loiero in un perpetuo carnevale in cui si rovesciano ruoli e valori. Si dirà che tutto questo fa parte di una antica italica vocazione alla non serietà, al trasformismo, alla recita a soggetto, alla sceneggiata partenopea, al “Franza o Spagna purchè se magna” applicato alle architetture istituzionali, all’istinto di sopravvivenza di una casta di parassiti che si adatta a tutte le variazioni climatiche pur di restare aggrappata al suo posto. In larga parte è così ma c’è di peggio. C’è anche il lucido disegno di dipingere il federalismo per quello che non è, ovvero di chiamare federalismo delle schifezze che ne sono spesso l’esatto opposto.


Quello di descrivere l’avversario in negativo attribuendogli le peggiori nefandezze è un gioco cui si dilettano da sempre i potenti, lo ha fatto Nerone con i cristiani, Hitler con gli ebrei; c’è chi si è travestito da pellerossa o da bombarolo sudtirolese per far cadere sull’avversario turpi responsabilità. Oggi la gente chiede federalismo: cosa c’è di meglio che dare loro la peggiore pattumiera chiamandola federalismo? È ovvio che la gente riterrà il federalismo nocivo e lo rifiuterà. Sono diabolici: hanno fatto le Regioni come fotocopie dei vizi dello Stato centrale e hanno fregato i regionalisti, si sono inventati l’ICI e cento altre gabelle locali (in aggiunta e non in sostituzione di quelle centrali) per “sistemare” chi chiedeva autonomia impositiva, hanno moltiplicato i centri di potere e di spesa (comprensori, province, comunità montane, città metropolitane e altro ciarpame) per inchiappettare chi chiedeva autonomie. Ovvero: volevate il federalismo? Adesso ve lo grattate! Perchè – ci raccontano – il federalismo non è più libertà e meno tasse ma l’esatto opposto. Alla faccia di Jefferson, Cattaneo e Miglio. Che questo giochino lo facciano legioni di trafficoni e di politicanti è umanamente capibile ma che ci si mettano anche persone intelligenti e colte come Giovanni Sartori sulla prima pagina del “Corriere” è molto più preoccupante. Uno come lui non può non sapere che il federalismo vero è un’altra cosa, che non è il pascolo della casta ma la sua fine. Non può non sapere che i più bassi livelli di tassazione e i più alti livelli di efficienza amministrativa, di autonomia e di libertà si trovano proprio nei paesi federali. Non ci sono mafie in Germania, e non c’è la casta in Svizzera o Canada. E se c’è qualcosa che può lontanamente somigliarle non vive in ogni caso con i soldi dei contribuenti. Il federalismo è il contrario dello spreco: solo in uno Stato centralista ed accentratore sopravvivono parassiti, burocrati e satrapi nascondendosi dietro i grandi numeri e l’anonimato del potere.


Nelle realtà davvero federali li si conosce uno ad uno, e i cittadini pagano per le spese che si sono decise e ne controllano la destinazione come in un condominio. È nei grandi silos che prosperano pantegane e scarafaggi: nelle piccole dispense li si schiaccia uno a uno. Proporre sovrapposizione fra corruzione e federalismo, fra la Casta e l’autonomismo? Andiamo professor Sartori, non è da lei. La corruzione è diventata normale pane quotidiano di questa penisola da quando è diventata uno Stato accentrato: è figlia di Liborio Romano, Crispi, Giolitti e dei loro nipotini. La casta è figlia di Mazzini e Garibaldi, dei Savoia, del fascismo e dell’antifascismo, dispensatori di pensioni e prebende. La Casta ha bisogno per sopravvivere di moltiplicare gli uffici e le cadreghe, non di ridurli al minimo e metterli sotto il controllo della gente. Avessero prevalso Cattaneo e Ferrari molti più italiani avrebbero conosciuto le gioie del lavoro. Che frotte di parassiti e mantenuti terrorizzati dal federalismo cerchino di trasformarlo in altro è comprensibile. Di fronte alla prospettiva di perdere pane e companatico si adattano a tutto fino a – come a scritto Samuel Johnson – cantare inni e avvolgersi in vessilli patriottici. Se gli tocca di essere cattolici o buddisti, questi fanno finta di esserlo mettendo in vacca il buon Gesù e il Gautoma Buddha. Se devono fare i fascisti, i comunisti lo fanno (lo hanno sempre fatto) senza arrossire, sputtanando falci, fasci littori e martelli. Se gli tocca fare i federalisti, lo fanno semplicemente battezzando federalismo il suo esatto contrario. Che lo facciano costoro possiamo capirlo, ma che lo faccia gente come Sartori non ci quadra. Non ha bisogno di questo ambaradan per essere quello che è. La sua non è una presa di posizione di sopravvivenza, non è di pancia ma di cervello: è ideologica. Questo è ancora più preoccupante.

domenica 11 novembre 2007

Convegno Mav - Obiettivo Nord Ovest

Vi segnalo la lettera inviata dal Mav per il convegno del 1 dicembre:

M.A.V. Movimento Autonomista Valsesiano Via 24 maggio 16/3 13019 Varallo – Valsesiamav-varallo@valsesia.biz
OBIETTIVO NORD OVEST Via Solaro Rapalin 100 Sanremo - Liguria info@obiettivonordovest.org

Varallo sabato 10 novembre 2007
A tutti i responsabili dei movimenti, gruppi e associazioni autonomiste, federaliste e identitarie delle Comunità Liguri, Piemontesi e di tutto l’arco Alpino.
Cari Amici, L’associazione "OBIETTIVO NORD OVEST" propone UN’ AMPIA E FRATERNA DISCUSIONE FRA NOI sulla proposta di un’unione federale tra Liguria e Piemonte, nella prospettiva di creazione d’una grande macroregione delle Alpi Occidentali che, mantenendo le varie identità culturali, riunisca le popolazioni che per secoli furono, liberamente, parte di un’unica Comunità. Per confrontare le nostre idee, per espandere le nostre proposte e confutarne l’eventuale sviluppo nei diversi prospetti culturali, e stato organizzato per:

SABATO I DICEMBRE 2007
presso
L’ALBERGO MONTE ROSA
via G. Regaldi 4 VARALLO
Un Convegno AUTONOMISTA per una grande regione dalle Alpi al Mare, che si svolgerà con il seguente programma:
  • ORE 15:00 APERTURA del convegno e relazione introduttiva di Andrea Giribaldi portavoce dell’associazione "OBIETTIVO NORD OVEST"
  • ORE 15:30 – 18:30 DIBATTITO (tra tutti i presenti) presieduto da Marco Giabardo coordinatore Movimento Autonomista Valsesiano.
  • ORE 18:30 Intervento di Roberto Gremmo , direttore del giornale "Piemont" e del supplemento "Valsesia Autonomista" E’ calorosamente gradita la Vs. presenza, per noi particolarmente importante. Si prega di accreditarsi non oltre il 23.11.2007 ai seguenti riferimenti:
393 27 81 100 (Andrea) O.N.O. - 328 81 74 964 (Marco) M.A.V.
Al termine del succitato convegno sarà prevista una cena, per tutti coloro che ne vorranno prendere parte, è gradita la prenotazione entro il 29.11.2007.

martedì 6 novembre 2007

On line i video della giornata a Varallo


Sono on line da pochi giorni i video dell'incontro proposto dal M.A.V. a Varallo Sesia. A breve sarenno disponibili anche sul sito di Obiettivo Nord Ovest. Per ora è possibile visionarli su Pol e you tube all'indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=H_C2iUviBi0
Per info e suggerimenti: info@obiettivonordovest.org

In merito alle dichiarazioni dell’Ass. Reg. Vesco


Questa mattina ho letto con perplessità le dichiarazioni dell’Assessore Regionale Vesco in merito al problema sicurezza ed, in particolare, la sua personale opposizione all’espulsione di stranieri nulla tenenti. L’Assessore inoltre si dice contrario all’abbattimento delle baraccopoli che sta avvenendo, in queste ore, in diverse città. Leggendo tali dichiarazioni mi chiedo se viviamo in uno stato di diritto o in una repubblica delle banane; non solo, ma mi domando quale messaggio possa arrivare ad un ragazzo da un uomo delle istituzioni quale dovrebbe essere Vesco.

Come si può promuovere l’illegalità? Si perché di illegalità si tratta quando si difende la costruzione di baraccopoli. Non solo illegalità, ma anche discriminazione. Discriminazione verso tutti quei cittadini che, onestamente, devono lavorare per mettersi da parte i soldi per comperarsi una casa ed, una volta comprata, ci pagano anche le tasse. Parla poi di integrazione, ma come si può integrare una persona che vive nell’illegalità, non possiede nulla e non ha lavoro? Forse mandando i figli a chiedere l’elemosina in metropolitana o lavando i vetri a qualche semaforo? E’ questo che il futuro che intendiamo dargli?

Questa politica dell’accettare chiunque porterà sempre più a discriminare quelle persone straniere oneste che lavorano sul nostro territorio e producono reddito. Non si può stare solo a guardare, bisogna offrire accoglienza ma, nello stesso momento, accertarci di chi sta entrando sul nostro territorio e delle condizioni di vita che può garantirsi; se non ha reddito come può sopravvivere? Lascio al lettore la risposta.

Bisogna ricordarsi che per prima cosa uno Stato dovrebbe occuparsi dei bisogni e della sicurezza dei propri cittadini; con l’attuale politica il cittadino è troppo spesso dimenticato e talvolta discriminato.