martedì 6 novembre 2007
In merito alle dichiarazioni dell’Ass. Reg. Vesco
Posted on 2:37 PM by DF
Questa mattina ho letto con perplessità le dichiarazioni dell’Assessore Regionale Vesco in merito al problema sicurezza ed, in particolare, la sua personale opposizione all’espulsione di stranieri nulla tenenti. L’Assessore inoltre si dice contrario all’abbattimento delle baraccopoli che sta avvenendo, in queste ore, in diverse città. Leggendo tali dichiarazioni mi chiedo se viviamo in uno stato di diritto o in una repubblica delle banane; non solo, ma mi domando quale messaggio possa arrivare ad un ragazzo da un uomo delle istituzioni quale dovrebbe essere Vesco.
Come si può promuovere l’illegalità? Si perché di illegalità si tratta quando si difende la costruzione di baraccopoli. Non solo illegalità, ma anche discriminazione. Discriminazione verso tutti quei cittadini che, onestamente, devono lavorare per mettersi da parte i soldi per comperarsi una casa ed, una volta comprata, ci pagano anche le tasse. Parla poi di integrazione, ma come si può integrare una persona che vive nell’illegalità, non possiede nulla e non ha lavoro? Forse mandando i figli a chiedere l’elemosina in metropolitana o lavando i vetri a qualche semaforo? E’ questo che il futuro che intendiamo dargli?
Questa politica dell’accettare chiunque porterà sempre più a discriminare quelle persone straniere oneste che lavorano sul nostro territorio e producono reddito. Non si può stare solo a guardare, bisogna offrire accoglienza ma, nello stesso momento, accertarci di chi sta entrando sul nostro territorio e delle condizioni di vita che può garantirsi; se non ha reddito come può sopravvivere? Lascio al lettore la risposta.
Bisogna ricordarsi che per prima cosa uno Stato dovrebbe occuparsi dei bisogni e della sicurezza dei propri cittadini; con l’attuale politica il cittadino è troppo spesso dimenticato e talvolta discriminato.
Come si può promuovere l’illegalità? Si perché di illegalità si tratta quando si difende la costruzione di baraccopoli. Non solo illegalità, ma anche discriminazione. Discriminazione verso tutti quei cittadini che, onestamente, devono lavorare per mettersi da parte i soldi per comperarsi una casa ed, una volta comprata, ci pagano anche le tasse. Parla poi di integrazione, ma come si può integrare una persona che vive nell’illegalità, non possiede nulla e non ha lavoro? Forse mandando i figli a chiedere l’elemosina in metropolitana o lavando i vetri a qualche semaforo? E’ questo che il futuro che intendiamo dargli?
Questa politica dell’accettare chiunque porterà sempre più a discriminare quelle persone straniere oneste che lavorano sul nostro territorio e producono reddito. Non si può stare solo a guardare, bisogna offrire accoglienza ma, nello stesso momento, accertarci di chi sta entrando sul nostro territorio e delle condizioni di vita che può garantirsi; se non ha reddito come può sopravvivere? Lascio al lettore la risposta.
Bisogna ricordarsi che per prima cosa uno Stato dovrebbe occuparsi dei bisogni e della sicurezza dei propri cittadini; con l’attuale politica il cittadino è troppo spesso dimenticato e talvolta discriminato.
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