FINANZIARIA: BORGHESI (IDV), VOTIAMO NO CONTRO GOVERNO PIDUISTA |
(ASCA) - Roma, 16 dic - L'Italia di valori votera' no alla fiducia sulla finanziaria contro ''questo governo piduista che si occupa solo degli affari del presidente del Consiglio''. Cosi', il vicepresidente dei deputati dell'Idv, Antonio Borghesi nella dichiarazione di voto sulla finanziaria. Le politiche del governo Berlusconi, secondo Borghesi, favoriscono ''mafiosi e camorristi, evasori e speculatori, grandi imprese, che usano incentivi ma chiudono le fabbriche, e anche di corruttori di funzionari pubblici''. val/mcc/lv |
venerdì 18 dicembre 2009
Voto di fiducia alla Finanziaria - dichiarazione di voto IDV
Posted on 12:04 PM
giovedì 19 novembre 2009
Il Governo Berlusconi ha privatizzato l'ACQUA!
il 25 giugno 2008 il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti il quale afferma che: la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalista! così il governo Berlusconi ha sancito che l'acqua non è più un bene pubblico ma bensì una merce privata!
Posted on 8:55 AM
venerdì 23 ottobre 2009
"PASTA DAY" - Domenica 25 Ottobre ritrovo in Piazza Castello con Linus e Nicola Savino di Radio 'Deejay'
La pasta insieme alla pizza è l'alimento italiano più conosciuto al mondo e non solo, è anche il nostro alimento nazionale. In ogni casa italiana non può mai mancare un piatto di pasta (e un televisore per seguire il calcio).
Barilla, tra i principali produttori mondiali, ha organizzato un “Pasta Day” in 3 piazze italiane, per Domenica 25 Ottobre, e tra queste Milano, in Piazza Castello.
Tra gli intenti di 'Barilla', il coinvolgimento della cittadinanza nel riscoprire l'importanza della pasta nella nostra dieta e il piacere di "mangiarla in compagnia": un evento gastronomico in onore del quotidiano "primo piatto" che sarà 'protagonista assoluto' in tutte le sue varianti, in abbinamento a più di 100 condimenti possibili. Dalla carbonara al pesto, dall'amatriciana alla puttanesca, ogni regione e ogni città può vantare il suo sugo 'doc'.
La festa organizzata dal marchio blu della 'pastasciutta' si inserisce all'interno del “Wold pasta day”. L'inizio è previsto alle ore 10.00 per seguire l'anteprima in attesa dell'arrivo dei mattatori della giornata, Linus e Nicola Savino direttamente da Radio Deejay.
Alle ore 13.00 nelle tre piazze italiane verranno "calati" - in contemporanea - gli spaghetti, per un pranzo domenicale che, almeno virtualmente, unisca tutta l'Italia.
fonte: MilanoWeb
Barilla, tra i principali produttori mondiali, ha organizzato un “Pasta Day” in 3 piazze italiane, per Domenica 25 Ottobre, e tra queste Milano, in Piazza Castello.
Tra gli intenti di 'Barilla', il coinvolgimento della cittadinanza nel riscoprire l'importanza della pasta nella nostra dieta e il piacere di "mangiarla in compagnia": un evento gastronomico in onore del quotidiano "primo piatto" che sarà 'protagonista assoluto' in tutte le sue varianti, in abbinamento a più di 100 condimenti possibili. Dalla carbonara al pesto, dall'amatriciana alla puttanesca, ogni regione e ogni città può vantare il suo sugo 'doc'.
La festa organizzata dal marchio blu della 'pastasciutta' si inserisce all'interno del “Wold pasta day”. L'inizio è previsto alle ore 10.00 per seguire l'anteprima in attesa dell'arrivo dei mattatori della giornata, Linus e Nicola Savino direttamente da Radio Deejay.
Alle ore 13.00 nelle tre piazze italiane verranno "calati" - in contemporanea - gli spaghetti, per un pranzo domenicale che, almeno virtualmente, unisca tutta l'Italia.
fonte: MilanoWeb
Posted on 1:00 PM
venerdì 16 ottobre 2009
Multe dai bambini
I bambini della scuola Bacone di Milano in giro per il quartiere a multare gli automobilisti indisciplinati. Video tratto dal Tgr Lombardia.
Posted on 4:04 PM
Quando Bossi era comunista, antifascista e anti Berlusconi
"Incontrare di nuovo Berlusconi ad Arcore? Lo escludo, niente piu' accordi col Polo. Con questa gente niente accordi politici: è un partito in cui milita Dell'Utri, inquisito per mafia.
Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E' una costola del vecchio regime. E' un povero pirla, un traditore del Nord. Il suo Polo e' morto e sepolto, la Lega non va con i morti.
Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. E' un Kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi e' il capocomico del teatrino della politica. Un Peròn della mutua. E' molto peggio di Pinochet. Berlusconi e' l'uomo della mafia. E' un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord.
La Fininvest e' nata da Cosa Nostra. Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia? A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini. In quella stessa banca lavorava anche il padre di Silvio e c'erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra.
Bisognerebbe conoscere le sue radici, la sua storia. Gelli fece il progetto in Italia e c'era il buon Berlusconi nella P2. Poi nacquero le holding. In Forza Italia ci sono oblique collusioni fra politica e omertà criminale e fenomeni di riciclaggio. L'uomo di Cosa Nostra, con la Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Io con Berlusconi sarò il guardiano del baro. Siamo in una situazione pericolosa per la democrazia: se quello va a Palazzo Chigi, vince un partito che non esiste, vince un uomo solo, il Tecnocrate, l'Autocrate. Io dico quel che penso, lui fa quel che incassa. Tratta lo Stato come una società per azioni.
Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini? Berlusconi, come presidente del Consiglio e' stato un dramma. Quando e' in ballo la democrazia, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di fargli saltare i tralicci dei ripetitori. Perché lui con le televisioni fa il lavaggio del cervello alla gente, col solito imbroglio del venditore di fustini del detersivo. Le sue televisioni sono contro la Costituzione. Bisogna portargliele via. Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima, da Sud America. Un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione delle frequenze tv per condizionare la gente e orientarla al voto".
dal sito che ha un costante "rigurgito antifascista", anche quando i fascisti hanno camicie verdi piuttosto che nere:
http://guerrillaradio.iobloggo.com/
Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E' una costola del vecchio regime. E' un povero pirla, un traditore del Nord. Il suo Polo e' morto e sepolto, la Lega non va con i morti.
Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. E' un Kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi e' il capocomico del teatrino della politica. Un Peròn della mutua. E' molto peggio di Pinochet. Berlusconi e' l'uomo della mafia. E' un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord.
La Fininvest e' nata da Cosa Nostra. Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia? A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini. In quella stessa banca lavorava anche il padre di Silvio e c'erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra.
Bisognerebbe conoscere le sue radici, la sua storia. Gelli fece il progetto in Italia e c'era il buon Berlusconi nella P2. Poi nacquero le holding. In Forza Italia ci sono oblique collusioni fra politica e omertà criminale e fenomeni di riciclaggio. L'uomo di Cosa Nostra, con la Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Io con Berlusconi sarò il guardiano del baro. Siamo in una situazione pericolosa per la democrazia: se quello va a Palazzo Chigi, vince un partito che non esiste, vince un uomo solo, il Tecnocrate, l'Autocrate. Io dico quel che penso, lui fa quel che incassa. Tratta lo Stato come una società per azioni.
Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini? Berlusconi, come presidente del Consiglio e' stato un dramma. Quando e' in ballo la democrazia, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di fargli saltare i tralicci dei ripetitori. Perché lui con le televisioni fa il lavaggio del cervello alla gente, col solito imbroglio del venditore di fustini del detersivo. Le sue televisioni sono contro la Costituzione. Bisogna portargliele via. Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima, da Sud America. Un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione delle frequenze tv per condizionare la gente e orientarla al voto".
dal sito che ha un costante "rigurgito antifascista", anche quando i fascisti hanno camicie verdi piuttosto che nere:
http://guerrillaradio.iobloggo.com/
Posted on 4:00 PM
mercoledì 7 ottobre 2009
Cani rinchiusi nei sassi di Matera
Edoardo Stoppa, inviato di Striscia la Notizia, si occupa di un fatto che ha dell'incredibile!
Cani presi nei canili e poi rinchiusi nei famosi Sassi di Matera (terreno demaniale oltretutto), al buio, malnutriti e in totale stato di abbandono.
Almeno per il momento, al tentativo di parlare direttamente col Sindaco non si è riusciti ad ottenere nessuno incontro... come dice anche Stoppa "...per il momento, MA SOLO PER IL MOMENTO, è tutto!"
Cani presi nei canili e poi rinchiusi nei famosi Sassi di Matera (terreno demaniale oltretutto), al buio, malnutriti e in totale stato di abbandono.
Almeno per il momento, al tentativo di parlare direttamente col Sindaco non si è riusciti ad ottenere nessuno incontro... come dice anche Stoppa "...per il momento, MA SOLO PER IL MOMENTO, è tutto!"
Posted on 11:27 AM
lunedì 7 settembre 2009
L'inutile esercito
Parecchi milanesi, di ritorno dalle vacanze, si saranno accorti del moltiplicarsi di militari in città; attenzione, nessuna guerra imminente, solo una scelta un pò "folcloristica" dell'attuale governo Berlusconi. Camminando per le vie del centro infatti capita di vedere, in perfetto stile Kabul, giovani in tuta mimetica verde, che tentano invano di mimetizzarsi con il plumbeo habitat meneghino. Va inoltre esplicitato che questi giovani, per esplicare al meglio il loro servizio, sono stati dotati di veicoli ultra moderni ed iper tecnologici: per intenderci gli stessi che aveva in dotazione Rommel per la guerra in Africa. Vorrei sapere quindi quale sarebbe la tariffa ecopass di riferimento per codesti mezzi; ma forse dovrei chiederlo alla sindaco Moratti, che ha tanto a cuore la nostra salute (meno quella dei nostri portafogli). Ma arriviamo al punto. I militari sono utilissimi, ma impiegati dove realmente necessita un loro intervento. In città non si è ancora capito cosa debbano fare. Forse la Ps e Carabinieri, impauriti dall'idea di uscire in strada da soli, hanno richiesto un loro intervento? Non penso. Sta di fatto che, ad oggi, probabilmente neanche gli stessi militari hanno compreso il loro vero ruolo, naturalmente non per colpa propria. Basta allora con questi "giochi di prestigio" da parte di qualche Ministro che vuole far credere di vivere in un paese sicuro istituendo ronde cittadine, e posizionando tute mimetiche ad ogni angolo: occorre piuttosto dotare dei giusti mezzi le forze dell'ordine, sveltire i processi e garantire la certezza della pena. Caro Ministro provi a fare un giro (non scortato) per le nostre vie per rendersi conto delle reali esigenze dei suoi concittadini e lasci i militari a fare il loro mestiere che non è certo quello di presidio degli incroci cittadini: per quello ci sono già i vigili urbani.
Posted on 9:11 AM
domenica 5 aprile 2009
Index of Economic Freedom 2009
Anche questo anno, seppur con qualche mese di ritardo, riporto i dati del rapporto internazionale sulla libertà economica:
Punteggio: 61,4
Posizione generale: 76ª
Posizione in Europa: 32ª su 43
Grafico 1: Punteggio complessivo
Grafico 2: Punteggio rispetto alla media
Grafico 3: Andamento nel tempo
L’economia italiana è libera al 61,4 per cento, il che pone il Paese al 76º posto nella classifica mondiale della libertà economica dell’Index of Economic Freedom 2009. Il punteggio complessivo dell’Italia è più basso dell’1,2 per cento rispetto al dato dell’anno scorso, in quanto i leggeri miglioramenti registrati in quattro settori sono stati compensati dal peggioramento per quanto riguarda la libertà dallo Stato e la libertà del lavoro. L’Italia occupa il 32º posto (su 43 Paesi) in Europa e ha un punteggio appena superiore alla media mondiale.
L’Italia ha un punteggio elevato per quanto riguarda libertà d’impresa, la libertà di scambio e la libertà d’investimento. Le procedure burocratiche sono state snellite. I dazi doganali sono ridotti, anche se il peso della burocrazia tende a scoraggiare gli investimenti dall’estero. In qualità di Stato membri dell’Unione Europea, l’Italia condivide la politica monetaria con gli altri Paesi dell’Unione, il che le consente di avere un’inflazione relativamente modesta, a dispetto delle distorsioni introdotte dallo Stato nel settore agricolo.
I punteggi relativi a diritti di proprietà e corruzione mostrano alcune debolezze del Paese. La libertà fiscale e la libertà dallo Stato (ossia, la dimensione del settore pubblico) continuano ad essere bassi, a causa dell’imponente welfare state. La spesa pubblica ammonta grosso modo alla metà del PIL. La riduzione del cronico deficit di bilancio e del debito pubblico è andata a rilento e il valore di quest’ultimo si aggira ancora intorno al 105 per cento del PIL. L’attività economica informale (economia sommersa) è considerevole.
Informazioni generali
A dispetto di oltre 60 cambiamenti di governo negli anni intercorsi dal 1946 a oggi, in genere la vita politica del Paese è stata dominata dalla Democrazia Cristiana. L’avvento di una serie di governi di coalizione ha portato ad avere più stabilità. Nel 2008 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha vinto per la terza volta le elezioni politiche. L’Italia, Paese fondatore dell’Unione Europea, ha rappresentato un elemento cardine dell’integrazione europea e fa inoltre parte della NATO e del G8. Pur essendo una delle maggiori economie mondiali, l’Italia è contraddistinta dal persistere di considerevoli diseguaglianze tra un Nord ricco e imprenditoriale e un Sud più povero e più dipendente dallo Stato. Le piccole e medie imprese continuano a prosperare in campo manifatturiero e nell’ambito del design di alto livello, ma si stima che l’economia sommersa conti per il 27 per cento dell’attività economica del Paese: si tratta di un valore doppio rispetto alla media OCSE. Il turismo e i servizi sono tra i comparti economici più importanti.
Libertà d’impresa – 78,7%
Nel complesso, la libertà di condurre un’attività economica è adeguatamente tutelata dalle regole in vigore nel Paese. Avviare un’attività economica richiede in media 10 giorni, rispetto ad una media mondiale di 38 giorni. Ottenere una licenza commerciale richiede un numero di procedure inferiore alle 18 della media mondiale, e un periodo di tempo superiore alla media mondiale di 225 giorni. Chiudere un’attività è relativamente semplice.
Libertà di scambio – 80,8%
La politica italiana relativa agli scambi è identica a quella degli altri Stati Membri dell’Unione Europea. Nel 2005, la media ponderata delle tariffe doganali comuni dell’UE era pari al 2,1 per cento. Le barriere non tariffarie create dalle politiche europee si palesano in normative alquanto restrittive in campo farmaceutico e bio-tecnologico, in acquisti da parte degli enti pubblici poco trasparenti e tendenti alla corruzione, le barriere all’ingresso al mercato dei servizi possono superare la media europea e la tutela della libertà intellettuale è debole. A causa delle barriere non tariffarie, dal punteggio complessivo dell’Italia in relazione alla libertà degli scambi sono stati detratti 15 punti percentuali.
Libertà fiscale – 54,3%
L’Italia è contraddistinta da gravi imposte sul reddito individuale e da un’imposta sul reddito d’impresa moderata. Nell’emendamento alla legge finanziaria del 2008, l’aliquota massima dell’imposta sul reddito societario è stata ridotta dal 33 al 27,5 per cento. Tra le altre imposizioni fiscali, si annoverano l’IVA, un’imposta sugli interessi e una sulla pubblicità. Nell’ultimo anno per il quale disponiamo di dati, il gettito fiscale complessivo ha raggiunto il livello del 42,6 per cento del PIL.
Libertà dallo Stato — 24,7%
La spesa pubblica complessiva, comprendendo i consumi e le attività di redistribuzione del reddito (pensioni, sovvenzioni, ecc.) è estremamente elevata. Nell’ultimo anno la spesa pubblica ha raggiunto il livello del 50,1 per cento del PIL. Lo Stato controlla ancora alcune imprese strategiche, principalmente nel settore dei trasporti e dell’energia. Il tentativo di privatizzare la compagnia di bandiera Alitalia non ha avuto facile esito.
Libertà monetaria — 80,8%
L’Italia fa parte della zona dell’euro. L’inflazione italiana è relativamente bassa, con una media del 2,1 per cento tra il 2004 e il 2007. Partecipando alla Politica Agricola Comune dell’Unione Europea, l’Italia offre sussidi alla produzione agricola, distorcendo in tal modo i prezzi dei prodotti agricoli. Tra i beni e servizi soggetti a tariffe imposte a livello nazionale dallo Stato vi sono la fornitura di acqua potabile, l’elettricità, il gas, i pedaggi autostradali, i farmaci prescrivibili rimborsabili, le telecomunicazioni e i trasporti interni. In conseguenza di tali politiche, che distorcono i prezzi interni, dal punteggio complessivo del Paese è stato detratto un ulteriore 10 per cento.
Libertà d’investimento — 70%
L’Italia è aperta agli investimenti dall’estero, ma il governo può porre il veto all’acquisizione di imprese italiane che coinvolgano investitori stranieri. Agli investitori stranieri attivi in Italia o in altri Pesi dell’Unione Europea viene riservato il medesimo trattamento degli investitori italiani, con alcune eccezioni relative al settore della difesa, della produzione aeronautica, dell’esplorazione ed estrazione petrolifera, dei trasporti aerei nazionali e dei trasporti marittimi. L’inefficienza del sistema giudiziario italiano viene spesso menzionata come un deterrente agli investimenti dall’estero. Il peso eccessivo della burocrazia, l’inadeguatezza delle infrastrutture, la scarsa trasparenza delle normative, la possibilità dell’intervento dello Stato e l’ostilità dei sindacati possono altresì inibire gli investimenti. Peraltro non vi sono ostacoli al rimpatrio di profitti, trasferimenti di fondi, versamenti o trasferimenti correnti. Gli stranieri non possono acquistare terreni adiacenti ai confini nazionali.
Libertà finanziaria — 60%
Il settore finanziario italiano è abbastanza sviluppato e offre una vasta gamma di servizi finanziari. Il credito viene assegnato ai termini stabiliti dal mercato e l’arrivo di operatori stranieri non subisce più eccesisvi osticoli. Lo Stato non detiene più pacchetti azionari di rilievo nel settore bancario e oggi non restano che tre importanti istituti finanziari (la Cassa Depositi e Prestiti, Poste Italiane/ Bancoposta e l’Istituto per il Credito Sportivo) controllati dallo Stato. Le sei banche più grandi contano per oltre il 50 per cento degli asset complessivi, sebbene la concentrazione in tale settore risulti inferiore che nel resto d’Europa. Le normative e i divieti possono risultare onerose e ottenere il controllo di un istituto finanziario richiede l’approvazione delle autorità pubbliche. Verso la fine del 2005 è stata promulgata una legislazione mirante a migliorare il sistema normativo. Le autorità hanno intrapreso alcuni passi per riformare i mercati dei capitali ancora inadeguatamente sviluppati.
Diritti di proprietà — 50%
I diritti di proprietà e i contratti sono tutelati, ma le vertenze giudiziarie sono lente e numerose aziende preferiscono giungere ad un accomodamento extra-giudiziario. La tutela dei diritti di proprietà è più debole di quanto non sia il caso in altri Paesi dell’Europa occidentale.
Libertà dalla corruzione — 52%
L’esistenza della corruzione viene nettamente avvertita. Sui 179 Paesi classificati nell’edizione del 2007 del Corruption Perceptions Index di Transparency International, l’Italia occupa il 41º posto. La corruzione è più comune di quanto non sia il caso in altri Paesi europei e gli italiano ritengono che i settori relativi agli investimenti siano particolarmente colpiti.
Libertà del lavoro — 61,3%
La relativa rigidità delle normative sul lavoro ostacolano l’occupazione e la crescita della produttività. I costi non salariali di un lavoratore dipendente sono decisamente elevati. Le normative sull’orario di lavoro sono relativamente rigide.
Informazioni sintetiche
Popolazione: 58,9 milioni di abitanti
PIL (a parità di potere d’acquisto):
1.700 miliardi di dollari
crescita nel 2006: 1,8%
crescita annuale negli ultimi 5 anni: 0,9%
PIL pro capite pari a 29.053 dollari
Disoccupazione: 6,0%
Inflazione (indice dei prezzi al consumo): 2,0%
Investimento diretto estero (afflusso netto): – 39,2 miliardi di dollari
L’Italia ha un punteggio elevato per quanto riguarda libertà d’impresa, la libertà di scambio e la libertà d’investimento. Le procedure burocratiche sono state snellite. I dazi doganali sono ridotti, anche se il peso della burocrazia tende a scoraggiare gli investimenti dall’estero. In qualità di Stato membri dell’Unione Europea, l’Italia condivide la politica monetaria con gli altri Paesi dell’Unione, il che le consente di avere un’inflazione relativamente modesta, a dispetto delle distorsioni introdotte dallo Stato nel settore agricolo.
I punteggi relativi a diritti di proprietà e corruzione mostrano alcune debolezze del Paese. La libertà fiscale e la libertà dallo Stato (ossia, la dimensione del settore pubblico) continuano ad essere bassi, a causa dell’imponente welfare state. La spesa pubblica ammonta grosso modo alla metà del PIL. La riduzione del cronico deficit di bilancio e del debito pubblico è andata a rilento e il valore di quest’ultimo si aggira ancora intorno al 105 per cento del PIL. L’attività economica informale (economia sommersa) è considerevole.
Informazioni generali
A dispetto di oltre 60 cambiamenti di governo negli anni intercorsi dal 1946 a oggi, in genere la vita politica del Paese è stata dominata dalla Democrazia Cristiana. L’avvento di una serie di governi di coalizione ha portato ad avere più stabilità. Nel 2008 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha vinto per la terza volta le elezioni politiche. L’Italia, Paese fondatore dell’Unione Europea, ha rappresentato un elemento cardine dell’integrazione europea e fa inoltre parte della NATO e del G8. Pur essendo una delle maggiori economie mondiali, l’Italia è contraddistinta dal persistere di considerevoli diseguaglianze tra un Nord ricco e imprenditoriale e un Sud più povero e più dipendente dallo Stato. Le piccole e medie imprese continuano a prosperare in campo manifatturiero e nell’ambito del design di alto livello, ma si stima che l’economia sommersa conti per il 27 per cento dell’attività economica del Paese: si tratta di un valore doppio rispetto alla media OCSE. Il turismo e i servizi sono tra i comparti economici più importanti.
Libertà d’impresa – 78,7%
Nel complesso, la libertà di condurre un’attività economica è adeguatamente tutelata dalle regole in vigore nel Paese. Avviare un’attività economica richiede in media 10 giorni, rispetto ad una media mondiale di 38 giorni. Ottenere una licenza commerciale richiede un numero di procedure inferiore alle 18 della media mondiale, e un periodo di tempo superiore alla media mondiale di 225 giorni. Chiudere un’attività è relativamente semplice.
Libertà di scambio – 80,8%
La politica italiana relativa agli scambi è identica a quella degli altri Stati Membri dell’Unione Europea. Nel 2005, la media ponderata delle tariffe doganali comuni dell’UE era pari al 2,1 per cento. Le barriere non tariffarie create dalle politiche europee si palesano in normative alquanto restrittive in campo farmaceutico e bio-tecnologico, in acquisti da parte degli enti pubblici poco trasparenti e tendenti alla corruzione, le barriere all’ingresso al mercato dei servizi possono superare la media europea e la tutela della libertà intellettuale è debole. A causa delle barriere non tariffarie, dal punteggio complessivo dell’Italia in relazione alla libertà degli scambi sono stati detratti 15 punti percentuali.
Libertà fiscale – 54,3%
L’Italia è contraddistinta da gravi imposte sul reddito individuale e da un’imposta sul reddito d’impresa moderata. Nell’emendamento alla legge finanziaria del 2008, l’aliquota massima dell’imposta sul reddito societario è stata ridotta dal 33 al 27,5 per cento. Tra le altre imposizioni fiscali, si annoverano l’IVA, un’imposta sugli interessi e una sulla pubblicità. Nell’ultimo anno per il quale disponiamo di dati, il gettito fiscale complessivo ha raggiunto il livello del 42,6 per cento del PIL.
Libertà dallo Stato — 24,7%
La spesa pubblica complessiva, comprendendo i consumi e le attività di redistribuzione del reddito (pensioni, sovvenzioni, ecc.) è estremamente elevata. Nell’ultimo anno la spesa pubblica ha raggiunto il livello del 50,1 per cento del PIL. Lo Stato controlla ancora alcune imprese strategiche, principalmente nel settore dei trasporti e dell’energia. Il tentativo di privatizzare la compagnia di bandiera Alitalia non ha avuto facile esito.
Libertà monetaria — 80,8%
L’Italia fa parte della zona dell’euro. L’inflazione italiana è relativamente bassa, con una media del 2,1 per cento tra il 2004 e il 2007. Partecipando alla Politica Agricola Comune dell’Unione Europea, l’Italia offre sussidi alla produzione agricola, distorcendo in tal modo i prezzi dei prodotti agricoli. Tra i beni e servizi soggetti a tariffe imposte a livello nazionale dallo Stato vi sono la fornitura di acqua potabile, l’elettricità, il gas, i pedaggi autostradali, i farmaci prescrivibili rimborsabili, le telecomunicazioni e i trasporti interni. In conseguenza di tali politiche, che distorcono i prezzi interni, dal punteggio complessivo del Paese è stato detratto un ulteriore 10 per cento.
Libertà d’investimento — 70%
L’Italia è aperta agli investimenti dall’estero, ma il governo può porre il veto all’acquisizione di imprese italiane che coinvolgano investitori stranieri. Agli investitori stranieri attivi in Italia o in altri Pesi dell’Unione Europea viene riservato il medesimo trattamento degli investitori italiani, con alcune eccezioni relative al settore della difesa, della produzione aeronautica, dell’esplorazione ed estrazione petrolifera, dei trasporti aerei nazionali e dei trasporti marittimi. L’inefficienza del sistema giudiziario italiano viene spesso menzionata come un deterrente agli investimenti dall’estero. Il peso eccessivo della burocrazia, l’inadeguatezza delle infrastrutture, la scarsa trasparenza delle normative, la possibilità dell’intervento dello Stato e l’ostilità dei sindacati possono altresì inibire gli investimenti. Peraltro non vi sono ostacoli al rimpatrio di profitti, trasferimenti di fondi, versamenti o trasferimenti correnti. Gli stranieri non possono acquistare terreni adiacenti ai confini nazionali.
Libertà finanziaria — 60%
Il settore finanziario italiano è abbastanza sviluppato e offre una vasta gamma di servizi finanziari. Il credito viene assegnato ai termini stabiliti dal mercato e l’arrivo di operatori stranieri non subisce più eccesisvi osticoli. Lo Stato non detiene più pacchetti azionari di rilievo nel settore bancario e oggi non restano che tre importanti istituti finanziari (la Cassa Depositi e Prestiti, Poste Italiane/ Bancoposta e l’Istituto per il Credito Sportivo) controllati dallo Stato. Le sei banche più grandi contano per oltre il 50 per cento degli asset complessivi, sebbene la concentrazione in tale settore risulti inferiore che nel resto d’Europa. Le normative e i divieti possono risultare onerose e ottenere il controllo di un istituto finanziario richiede l’approvazione delle autorità pubbliche. Verso la fine del 2005 è stata promulgata una legislazione mirante a migliorare il sistema normativo. Le autorità hanno intrapreso alcuni passi per riformare i mercati dei capitali ancora inadeguatamente sviluppati.
Diritti di proprietà — 50%
I diritti di proprietà e i contratti sono tutelati, ma le vertenze giudiziarie sono lente e numerose aziende preferiscono giungere ad un accomodamento extra-giudiziario. La tutela dei diritti di proprietà è più debole di quanto non sia il caso in altri Paesi dell’Europa occidentale.
Libertà dalla corruzione — 52%
L’esistenza della corruzione viene nettamente avvertita. Sui 179 Paesi classificati nell’edizione del 2007 del Corruption Perceptions Index di Transparency International, l’Italia occupa il 41º posto. La corruzione è più comune di quanto non sia il caso in altri Paesi europei e gli italiano ritengono che i settori relativi agli investimenti siano particolarmente colpiti.
Libertà del lavoro — 61,3%
La relativa rigidità delle normative sul lavoro ostacolano l’occupazione e la crescita della produttività. I costi non salariali di un lavoratore dipendente sono decisamente elevati. Le normative sull’orario di lavoro sono relativamente rigide.
Informazioni sintetiche
Popolazione: 58,9 milioni di abitanti
PIL (a parità di potere d’acquisto):
1.700 miliardi di dollari
crescita nel 2006: 1,8%
crescita annuale negli ultimi 5 anni: 0,9%
PIL pro capite pari a 29.053 dollari
Disoccupazione: 6,0%
Inflazione (indice dei prezzi al consumo): 2,0%
Investimento diretto estero (afflusso netto): – 39,2 miliardi di dollari
Posted on 6:21 PM
Ordinanza sui cani
Da qualche mese è stata varata una nuova ordinanza concernente la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani; sottostante riporto il link al documento:
http://www.comune.asti.it/uffici/area-3/politiche-ambientali/Ordinanza%202009%20MARTINI.pdf
http://www.comune.asti.it/uffici/area-3/politiche-ambientali/Ordinanza%202009%20MARTINI.pdf
Posted on 6:14 PM
Iscriviti a:
Post (Atom)